Cina: il rapporto demografico sullo Xinjiang smentisce “la menzogna del secolo”

Un rapporto pubblicato dalle autorità cinesi sulla situazione demografica dello Xinjiang smentisce punto per punto la propaganda anticinese che parla di “lavori forzati”, “genocidio culturale” o addirittura “pulizia etnica” delle minoranze. Disponibile il rapporto integrale tradotto in italiano.

Nella giornata del 26 settembre, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un libro bianco che descrive in dettaglio lo sviluppo demografico nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. Questo documento ha il doppio valore di dare una panoramica precisa e dettagliata sulla situazione e sulle prospettive demografiche della regione, ma anche di mettere a tacere la propaganda anticinese che utilizza lo Xinjiang come uno dei propri baluardi per screditare l’operato del governo di Pechino.

Il rapporto dimostra come, negli ultimi 70 anni, lo Xinjiang abbia visto una crescita demografica rapida e costante, un miglioramento della qualità della vita della popolazione, una maggiore aspettativa di vita e un’urbanizzazione e modernizzazione più rapide, processi dei quali hanno potuto beneficiare tutte le diverse etnie che abitano lo Xinjiang, compresa quella uigura: “Lo sviluppo demografico dello Xinjiang testimonia il progresso sociale della regione. Segna il successo di un Paese multietnico unificato nel garantire la sana crescita della popolazione delle sue minoranze etniche“, si legge in un articolo di commento pubblicato dal Quotidiano del Popolo.

Questi dati smentiscono i maniera decisa le menzogne diffuse dalla propaganda anticinese, che accusa la Cina di pratiche come i “lavori forzati”, la “sterilizzazione obbligatoria” o il “genocidio culturale”, fino ad arrivare a millantare una presunta “pulizia etnica” di una popolazione che in realtà è in costante crescita sin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949. Tali pratiche, del resto, sarebbero contrarie alle stesse leggi e alla stessa Costituzione della Cina. Tali accuse infondante, rappresentano “una calunnia contro la politica cinese nello Xinjiang e i successi ottenuti nello sviluppo della regione, e una grave violazione del diritto internazionale e dei principi fondamentali delle relazioni internazionali“, secondo il Quotidiano del Popolo, che non esita a definirle “la menzogna del secolo“.

Di recente, l’ambasciatore cinese a Londra, Zheng Zeguang, ha avuto modo di smentire la propaganda anticinese sulle questioni che riguardano lo Xinjiang nel corso di una conferenza stampa. Il governo cinese rimane fermo nella sua determinazione ad attuare le politiche pertinenti sullo Xinjiang. “Continueremo a promuovere lo sviluppo di alta qualità, la solidarietà etnica e il progresso sociale, e a migliorare la vita delle persone nello Xinjiang, in modo che le persone di tutti i gruppi etnici della regione possano godere di una vita felice“, aveva affermato l’ambasciatore, in linea con quelle che sono le politiche applicate tanto dal governo centrale di Pechino quanto dal governo regionale di Ürümqi. “Negli ultimi 40 anni, la popolazione di uiguri nello Xinjiang è aumentata da 5,55 milioni a 11,6 milioni. L’aspettativa di vita per gli uiguri è aumentata da 30 a 72 anni negli ultimi 60 anni. Cos’altro è più lontano dal “genocidio”?“, aveva aggiunto Zheng Zeguang, rispondendo alle accuse che generalmente vengono formulate dalla stampa asservita all’imperialismo.

Senza dilungarci oltre, non ci resta che invitarvi alla lettura completa del documento allegato per prendere visione nel dettaglio dei numeri presentati e per comprendere realmente quali sono le condizioni di vita della popolazione dello Xinjiang, regione nella quale sono presenti non solo gli Uiguri, ma oltre 50 gruppi etnici diversi che vivono a stretto contatto fra loro.

----------------------------------

Dinamiche e dati

della popolazione dello Xinjiang

L'Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese

Settembre 2021

(traduzione in italiano di Giulio Chinappi)

Contenuti

Prefazione

  1. Crescita della popolazione nello Xinjiang
  2. Aggiornamenti sulla demografia dello Xinjiang

III. Cambiamenti demografici nella popolazione uigura

  1. Fattori contribuenti allo sviluppo demografico dello Xinjiang
  2. Prospetti della popolazione dello Xinjiang
  3. Falsità fabbricate dalle forze anticinesi

Conclusione

Prefazione

Una popolazione sana è essenziale per l'esistenza e lo sviluppo della società umana. Tutte le attività economiche e sociali sono strettamente legate alla popolazione. La sua crescita influenza lo sviluppo economico e sociale, la sicurezza e la prosperità nazionali.

Situato nel nord-ovest della Cina e nell'Eurasia centrale, lo Xinjiang è stato un luogo abitato da più gruppi etnici sin dai tempi antichi. Nel 60 a.C., la dinastia degli Han occidentali istituì il Comando di frontiera delle regioni occidentali per governare l'area dello Xinjiang, incorporando ufficialmente l'area nel territorio cinese. Nei successivi 2.000 anni e più, vi sono emersi vari gruppi etnici, divisi e mescolati. Oggi vivono insieme in armonia e hanno formato un'unità nella diversità.

I lavori per porre rimedio alla situazione economica e sociale arretrata nello Xinjiang sono iniziati subito dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC) nel 1949. La popolazione dello Xinjiang, in particolare quella delle sue minoranze etniche, è cresciuta rapidamente sia per dimensioni che per qualità, e l'aspettativa di vita ha visto un aumento sostanziale. Oggi la regione gode di una rapida crescita in tutti i settori e di una società stabile e sicura. I gruppi etnici vivono in pace e contentezza e la sua popolazione sta vivendo uno sviluppo sano ed equilibrato.

  1. Crescita della popolazione nello Xinjiang

Prima della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il modo di produzione nello Xinjiang era arretrato e la sua produttività era bassa. Oppressi da invasori stranieri, sfruttatori feudali e una gerarchia religiosa privilegiata, le persone di tutte le origini etniche nella regione conducevano una vita estremamente dura con poca sicurezza. La popolazione è cresciuta molto lentamente. I dati storici mostrano che la popolazione in questa vasta regione non ha mai superato il milione durante i 1.800 anni dal 60 a.C. alla metà del XVIII secolo. Quando il governo Qing istituì la carica di General di Ili come governatore della regione nel 1762, la popolazione locale era inferiore alle 300.000 persone, principalmente a causa dei disordini della guerra. La regione divenne una provincia durante la dinastia Qing nel 1884. Secondo i registri dell'esercito di Xiang, la popolazione nello Xinjiang era di 1,84 milioni nel 1887. Era cresciuta fino a 4,33 milioni al momento della liberazione pacifica nel 1949.

Lo Xinjiang è entrato in un nuovo periodo di rapida crescita demografica dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Da un lato, in seguito al suo sviluppo economico e sociale, il tenore di vita e l'assistenza sanitaria sono migliorati, tanto che il tasso di mortalità è sceso rapidamente e la crescita della popolazione ha accelerato notevolmente. Dall'altro, un gran numero di intellettuali e giovani si è riversato nello Xinjiang da altre parti del Paese in risposta alla richiesta del governo di sostenere lo sviluppo delle aree di confine e delle aree con grandi popolazioni di minoranze etniche. Secondo i dati del primo censimento nazionale condotto nel 1953, lo Xinjiang aveva una popolazione di 4,78 milioni, e, quando fu condotto il secondo censimento nazionale nel 1964, la sua popolazione era aumentata a 7,27 milioni, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3,88%. Il numero era cresciuto fino a 12,33 milioni quando la Cina lanciò la riforma e l'apertura nel 1978, con un aumento di 8 milioni rispetto al 1949, con un CAGR del 3,67%.

La popolazione dello Xinjiang ha continuato a crescere costantemente dopo il 1978. Secondo i dati dei censimenti nazionali, la regione contava 13,08 milioni di persone nel 1982, poi è aumentata di 2,08 milioni a 15,16 milioni nel 1990 con un CAGR dell'1,86%, e di altri 3,3 milioni a 18,46 milioni nel 2000 con un CAGR dell'1,99%.

Il trend di crescita costante è continuato nel 21° secolo. Secondo i dati del sesto censimento nazionale condotto nel 2010, la popolazione nello Xinjiang era di 21,82 milioni, con un aumento di 3,36 milioni con un CAGR dell'1,68% rispetto al 2000. I dati preliminari del settimo censimento nazionale condotto nel 2020 hanno mostrato che il numero è aumentato di 4,04 milioni per raggiungere i 25,85 milioni con un CAGR dell'1,71%. Dal 2000 al 2020, la crescita della popolazione dello Xinjiang è rallentata, ma era ancora di 1,15 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in termini di CAGR.

I censimenti nazionali mostrano che la popolazione delle minoranze etniche nello Xinjiang è cresciuta rapidamente negli ultimi sette decenni.

Crescita della popolazione delle minoranze etniche nello Xinjiang

Censimento

Anno

Popolazione delle minoranze etniche

Crescita dal censimento precedente

CAGR dal censimento precedente

1st

1953

4,451,500

--

--

2nd

1964

4,948,900

497,400

0.97%

3rd

1982

7,797,500

2,848,600

2.56%

4th

1990

9,461,500

1,664,000

2.45%

5th

2000

10,969,600

1,508,100

1.49%

6th

2010

12,985,900

2,016,300

1.70%

7th

2020

14,932,200

1,946,300

1.41%

  1. Aggiornamenti sulla demografia dello Xinjiang

Secondo i dati preliminari del settimo censimento nazionale nel 2020, la popolazione totale dello Xinjiang era di 25,85 milioni, sui quali l'etnia Han contava 10,92 milioni di persone e le minoranze etniche 14,93 milioni.

Rispetto ai dati del sesto censimento nazionale del 2010, lo Xinjiang si è classificato quarto tra 31 province e unità amministrative equivalenti sul continente cinese in termini di tasso di crescita della popolazione. Si è classificato all'ottavo posto in termini di aumento effettivo della popolazione in quel periodo. Entro il 2020, la classifica della popolazione totale dello Xinjiang era salita dal 25° al 21° posto nel Paese.

Composizione di genere: della popolazione dello Xinjiang nel 2020, 13,35 milioni (51,66%) erano maschi mentre 12,5 milioni (48,34%) erano femmine. Il rapporto maschi/femmine era di 106,85:100, sostanzialmente lo stesso del 2010.

Ripartizione per età: nel 2020, c'erano 5,81 milioni di persone nella fascia di età 0-14, pari al 22,46%; 17,13 milioni nella fascia di età 15-59, pari al 66,26%; e 2,92 milioni nella fascia di età dai 60 anni in su, pari all'11,28%. Rispetto al 2010, le percentuali di persone nelle fasce di età da 0 a 14 anni e da 60 anni in su sono aumentate di 2,01 e 1,62 punti percentuali.

Nel 2020, la quota di persone nella fascia 0-14 anni nello Xinjiang era di 4,51 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale del 17,95%; e la sua quota di persone nella fascia di età di 60 anni e oltre è stata di 7,42 punti percentuali inferiore alla media nazionale del 18,7 per cento. L'invecchiamento della sua popolazione è stato relativamente moderato.

Istruzione: la media degli anni di scolarizzazione per le persone di 15 anni e oltre è passata da 9,27 anni nel 2010 a 10,11 anni nel 2020, 0,2 anni in più rispetto alla media nazionale di 9,91, e si colloca al decimo posto in tutta la nazione. Rispetto al 2010, il numero di persone con formazione universitaria è passato da 10.613 a 16.536 ogni 100.000 persone; quelli con istruzione superiore sono passati da 11.669 a 13.208; quelli con la scuola media sono scesi da 36.241 a 31.559; e quelli con istruzione primaria sono scesi da 30.085 a 28.405.

Salute: l'aspettativa di vita media delle persone nello Xinjiang era di 74,7 anni nel 2019, in aumento di 2,35 anni rispetto al 2010. Il tasso di mortalità infantile, il tasso di mortalità per i bambini sotto i cinque anni e il tasso di mortalità materna sono scesi da 26,58 per 1.000, 31,95 per 1.000, e 43,41 per 100.000 nel 2010 a 6,75 per 1.000, 10,91 per 1.000 e 17,89 per 100.000 nel 2020.

Nel 2019 i medici praticanti e i posti letto ospedalieri per 1.000 persone sono stati 2,7 e 7,39, in aumento di 0,58 e 1,93 rispetto al 2010.

Popolazioni rurali, urbane e in movimento: nel 2020, c'erano 14,61 milioni di persone che vivevano nelle aree urbane dello Xinjiang, pari al 56,53 percento; 11,24 milioni che vivono nelle aree rurali, pari al 43,47 per cento. Rispetto al 2010, la popolazione urbana è aumentata di 5,28 milioni e la popolazione rurale è diminuita di 1,24 milioni. La quota di popolazione urbana è aumentata di 13,73 punti percentuali.

A partire dal 2020, la popolazione in movimento nello Xinjiang contava 8,05 milioni, con 4,66 milioni che si spostavano all'interno della regione autonoma e 3,39 milioni che si trasferivano nello Xinjiang da altre parti del Paese. Rispetto al 2010, la popolazione in movimento è cresciuta di 4,06 milioni, con un incremento del 101,78%.

Distribuzione regionale: lo Xinjiang ha ora 14 aree a livello di prefettura: 9 nello Xinjiang settentrionale e 5 nello Xinjiang meridionale. In passato c'era un grande divario demografico tra nord e sud. La popolazione dello Xinjiang meridionale un tempo rappresentava oltre i due terzi del totale della regione. Questo divario è stato gradualmente colmato grazie allo sviluppo economico e sociale.

Nel 2020, la popolazione dello Xinjiang settentrionale era di 13,31 milioni, pari al 51,48% del totale, in aumento di 1,96 milioni rispetto agli 11,35 milioni del 2010. La popolazione dello Xinjiang meridionale era di 12,54 milioni, pari al 48,52% del totale, con un aumento di 2,08 milioni da 10,46 milioni nel 2010.

III. Cambiamenti demografici nella popolazione uigura

Lo Xinjiang gode di pace e sviluppo dal 1949. Dopo che la Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang fu fondata nel 1955, il PCC e il governo centrale attuarono l'autonomia regionale per garantire l'uguaglianza di tutti i gruppi etnici e adottarono una serie di politiche preferenziali per assistere e sostenere sviluppo regionale. I gruppi di minoranze etniche nello Xinjiang, compresi gli Uiguri, entrarono in un periodo ottimale per lo sviluppo.

La popolazione uigura nello Xinjiang ha continuato a crescere.

Uygur Population Growth Between National Censuses

Year of Census

Uygur Population

Increase from Previous Census

CAGR from Previous Census

1953

3,607,600

--

--

1964

3,991,600

384,000

0.92%

1982

5,955,900

1,964,300

2.25%

1990

7,191,800

1,235,900

2.38%

2000

8,345,600

1,153,800

1.50%

2010

10,001,300

1,655,700

1.83%

2020

11,624,300

1,623,000

1.52%

Questi dati mostrano che dalla fondazione della RPC, la popolazione uigura ha mantenuto un tasso di crescita relativamente elevato, una tendenza condivisa con la crescita demografica totale della regione.

In particolare, la popolazione uigura è cresciuta a un CAGR dell'1,67% durante i primi due decenni del 21° secolo, che era molto più alto di quello delle minoranze etniche del Paese, che si attestavano allo 0,83%.

La popolazione uigura è in media la più giovane dell'intera regione. Nel 2020, nelle fasce di età 0-14, 15-59 e 60 anni e oltre, le proporzioni degli Uiguri erano 30,51%, 60,95% e 8,54%, mentre le cifre complessive per la regione erano 22,46%, 66,26% e 11,28%.

Anche il livello di istruzione della popolazione uigura ha continuato a migliorare. Secondo i dati del settimo censimento nazionale del 2020, 8.944 Uiguri ogni 100.000 avevano ricevuto un'istruzione universitaria, con un aumento di 6.540 rispetto al 2000. Anche gli anni medi di istruzione per le persone dai 15 anni in su sono cresciuti da 7,06 a 9,19.

Gli Uiguri dello Xinjiang sono distribuiti principalmente nella prefettura di Kashgar, nella prefettura di Hotan, nella prefettura di Aksu e nella prefettura autonoma di Kizilsu Kirgiz nella parte meridionale della regione. Secondo i dati del censimento nazionale del 2020, gli Uiguri rappresentavano l'83,74% della popolazione in queste quattro prefetture, rappresentando il 74,01% della popolazione uigura totale nello Xinjiang. La popolazione uigura ha superato i 2 milioni sia a Kashgar che a Hotan e si avvicina ai 2 milioni ad Aksu.

  1. Fattori contribuenti allo sviluppo demografico dello Xinjiang

Insieme al processo di industrializzazione, urbanizzazione e modernizzazione, lo sviluppo demografico dello Xinjiang ha attraversato tre periodi di crescita:

  • alti tassi di natalità, alti tassi di mortalità e bassi tassi di crescita;
  • alti tassi di natalità, bassi tassi di mortalità e alti tassi di crescita;
  • bassi tassi di natalità, bassi tassi di mortalità e bassi tassi di crescita.

Questa tendenza deriva da una combinazione di fattori come lo sviluppo economico e sociale, l'evoluzione delle politiche e dei regolamenti e i cambiamenti nelle opinioni sul matrimonio e sulla gravidanza. È chiaramente conforme alle tendenze generali dello sviluppo demografico in altre parti del mondo.

Sviluppo economico e sociale: dalla fondazione della RPC sono stati raggiunti risultati encomiabili in molti campi nello Xinjiang. Dal 1952 al 2020, il PIL dello Xinjiang è cresciuto da 791 milioni di RMB a 1,38 trilioni di RMB e il PIL regionale pro capite è aumentato da 166 RMB a 53.593 RMB.

Sono stati compiuti progressi costanti nel campo dell'istruzione. Nel 1949, lo Xinjiang aveva solo una università, 9 scuole secondarie e 1.355 scuole primarie. Solo il 19,8% dei bambini in età scolare riceveva un'istruzione a scuola e il tasso di analfabetismo superava il 90%. Nei 70 anni successivi, è stato messo in atto un sistema educativo completo con istituzioni che forniscono istruzione dalla scuola materna fino all'istruzione superiore. Entro il 2020, lo Xinjiang aveva asili nido in tutti i villaggi e 3.641 scuole primarie, 1.211 scuole secondarie regolari, 147 scuole professionali secondarie (escluse le scuole per lavoratori qualificati), 56 istituti di istruzione superiore e 6 università per adulti in tutta la regione. Il tasso di iscrizione lordo delle istituzioni prescolari era superiore al 98%, il tasso di iscrizione netto alle scuole primarie era quasi del 100%, il tasso di completamento dell'istruzione obbligatoria di nove anni era superiore al 95% e il tasso di iscrizione lordo alle scuole superiori era superiore al 98%. Nelle prefetture di Kashgar, Hotan, Aksu e Kizilsu è disponibile un'istruzione gratuita di 15 anni dalla scuola materna alla scuola superiore. Dal 1951 al 2020, lo Xinjiang ha prodotto un totale di quasi 2,12 milioni di laureati, di cui 767.000 (36,3%) provenienti da minoranze etniche.

Un miglioramento significativo è stato osservato nella sanità pubblica. Prima della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, lo Xinjiang era scarsamente fornito di servizi medici. Aveva solo 54 istituzioni mediche con 696 posti letto, ponendo la capacità del servizio medico a 0,16 posti letto e 0,019 medici per 1.000 persone. Nel 2019 era stato istituito un sistema di assistenza sanitaria di base, con 18.376 istituti medici che coprono aree urbane e rurali, fornendo un totale di 186.426 posti letto. Il tasso di mortalità infantile è sceso da oltre 400 per 1.000 nel 1949 a 6,75 per 1.000 nel 2020. L'aspettativa di vita media è passata da meno di 30 nel 1949 a 74,7 nel 2019.

Politiche e regolamenti in evoluzione: l'applicazione delle misure di pianificazione familiare in Cina è stata gradualmente estesa dalle regioni costiere e interne alle regioni di confine, dalle aree urbane a quelle rurali e dal popolo Han alle minoranze etniche. Sono state attuate politiche preferenziali per i gruppi di minoranze etniche. In linea con le condizioni locali e in conformità con le leggi e i regolamenti statali, lo Xinjiang ha formulato le proprie politiche di pianificazione familiare. La pianificazione familiare è stata applicata per la prima volta al popolo Han nella regione nei primi anni '70 e le minoranze etniche erano esenti fino alla metà e alla fine degli anni '80. Le misure sulla pianificazione familiare emanate dalla regione autonoma nel 1992 stabilivano che i residenti urbani Han potessero avere un figlio per coppia e quelli residenti nelle aree agricole e pastorali due, mentre per le minoranze etniche, i residenti urbani potevano avere due figli per coppia e quelli nelle aree agricole e pastorali potrebbe averne tre. I gruppi di minoranze etniche con popolazioni più piccole non erano tenuti a seguire la politica di pianificazione familiare. Questo è stato uno dei motivi principali per cui le popolazioni delle minoranze etniche nello Xinjiang hanno mantenuto un rapido tasso di crescita.

Parallelamente allo sviluppo economico e sociale della regione, i diversi gruppi etnici hanno iniziato a sviluppare aspettative simili in termini di struttura familiare. Pertanto, lo Xinjiang ha modificato i Regolamenti sulla popolazione e la pianificazione familiare nel 2017, introducendo politiche di pianificazione familiare universali per tutti i gruppi etnici: due figli per coppia per i residenti urbani e tre per coppia per i residenti rurali. In linea con i futuri adeguamenti alle leggi e alle politiche nazionali in materia di pianificazione demografica e familiare, lo Xinjiang modificherà e migliorerà ulteriormente le normative e le politiche locali pertinenti.

Lo Xinjiang si impegna a proteggere la salute di donne e bambini, prevenire e ridurre i difetti alla nascita e migliorare la qualità della vita familiare nell'attuazione delle politiche di pianificazione familiare. Le coppie ora sono meglio informate sulla contraccezione sicura, efficace e corretta e scelgono il proprio metodo preferito. Le donne in età fertile hanno diritto a un intervento chirurgico di legatura delle tube volontario e dispositivi intrauterini per evitare gravidanze indesiderate e parti frequenti.

Cambiamenti nelle opinioni sul matrimonio e sulla gravidanza: in passato, sotto l'influenza prolungata, pervasiva e tossica dell'estremismo religioso, la vita di un gran numero di persone nello Xinjiang e in particolare nella parte meridionale della regione è stata soggetta a gravi interferenze – matrimoni e gravidanze precoci e gravidanze e parti frequenti erano all'ordine del giorno tra le minoranze etniche.

Negli ultimi anni, nello Xinjiang è stata attuata una deradicalizzazione basata sulla legge. L'interferenza dell'estremismo religioso è stata sradicata nell'amministrazione, nella magistratura, nell'istruzione, nel matrimonio e nell'assistenza sanitaria. Il pubblico è diventato più consapevole dei pericoli dell'estremismo religioso. Le loro opinioni su matrimonio, gravidanza e famiglia sono cambiate di conseguenza.

La condizione economica, sociale e familiare delle donne di tutti i gruppi etnici è migliorata, consentendo loro maggiori opportunità di ottenere un'istruzione secondaria e superiore e di partecipare attivamente alla vita economica e sociale. Il numero e la percentuale di donne occupate sono notevolmente aumentati. Nel 2019, ad esempio, 228.100 donne sono entrate a far parte della forza lavoro nelle città di tutto lo Xinjiang, rappresentando il 47,43% del totale dei nuovi assunti nelle aree urbane.

Il matrimonio tardivo e la gravidanza, e una sana assistenza materna e infantile sono penetrati in profondità nel cuore della popolazione locale e sono diventati l'atteggiamento sociale principale.

  1. Prospetti della popolazione dello Xinjiang

Beneficiando di una stabilità sociale coerente, la popolazione dello Xinjiang, in particolare quella delle minoranze etniche, continuerà a mantenere una crescita costante nel breve termine, migliorando la qualità della popolazione e incoraggiando una maggiore mobilità sociale e geografica.

I gruppi di minoranze etniche nello Xinjiang hanno un notevole potenziale di crescita poiché hanno una popolazione relativamente giovane e un gran numero di donne in età fertile. L'attuazione della nuova politica cinese sul parto che consente a una coppia di avere fino a tre figli e le misure di sostegno per aumentare i tassi di natalità promuoveranno anche una crescita costante della popolazione nello Xinjiang.

Come risultato del costante sviluppo economico e sociale, ulteriori riforme miglioreranno anche la qualità del sistema educativo dello Xinjiang. Per aumentare il livello di istruzione, lo Xinjiang:

  • garantirà l'accesso universale all'istruzione prescolare incentrata sugli asili nido pubblici e senza scopo di lucro;
  • equilibrerà lo sviluppo dell'istruzione obbligatoria;
  • offrirà un'istruzione superiore universale;
  • amplierà e migliorerà l'istruzione professionale;
  • rafforzerà l'istruzione superiore.

Anche il sistema sanitario nello Xinjiang si espanderà e migliorerà. Le strutture mediche nelle aree urbane e rurali saranno migliorate e le persone potranno usufruire di servizi sanitari completi per tutto il ciclo di vita. La salute pubblica nello Xinjiang migliorerà sotto tutti gli aspetti.

Lo Xinjiang rafforzerà le leggi e le politiche che tutelano i diritti e gli interessi delle donne e garantirà che vengano applicate e rispettate. Attuerà pienamente il Programma nazionale per lo sviluppo delle donne, creerà un ambiente che emancipa le donne, promuoverà l'uguaglianza tra i sessi e innalzerà la qualità globale delle donne. La regione sosterrà stili di vita moderni e sani e incoraggerà le donne a liberarsi dalle catene dell'estremismo religioso e a partecipare ad attività sociali ed economiche, in modo che possano realizzare il loro pieno potenziale e condividere i frutti dello sviluppo con il resto della società.

Tutti i 56 gruppi etnici cinesi si trovano nello Xinjiang, con Uiguri, Han, Kazaki e Hui che sono i gruppi più grandi. I gruppi etnici generalmente scelgono di vivere mescolati, mentre alcuni vivono in comunità concentrate proprie.

Lo Xinjiang sta promuovendo l'urbanizzazione orientata al popolo e realizzerà l'urbanizzazione di base entro il 2035. Un gruppo di città emergenti crescerà e le città si espanderanno e raccoglieranno più persone.

I diversi gruppi etnici aumenteranno gli scambi in tutte le aree, si integreranno ulteriormente tra loro e formeranno una società più coesa con quartieri diversi. Spinti dal mercato e da altri fattori, aumenteranno i movimenti volontari di popolazione per la scuola, l'occupazione, gli affari e il turismo tra le aree urbane e rurali e sia all'interno che all'esterno della regione.

Con abbondanti risorse e una posizione geografica favorevole, lo Xinjiang attirerà più investitori e migranti per cogliere le opportunità presentate dall'ulteriore sviluppo delle aree chiave della cintura economica della Via della Seta e dall'attuazione della strategia nazionale per lo sviluppo della Cina occidentale.

In futuro, lo Xinjiang godrà di una società più stabile e armoniosa e di un'economia più prospera. Garantirà una più piena occupazione, assicurerà la parità di accesso ai servizi pubblici e stabilirà un sistema di sicurezza sociale solido e multilivello, in modo che tutte le persone nella regione conducano una vita migliore e abbiano un più forte senso di realizzazione, felicità e sicurezza.

  1. Falsità fabbricate dalle forze anticinesi

Negli ultimi anni, varie forze anti-cinesi hanno accusato la Cina di azioni come "lavori forzati", "sterilizzazioni obbligatorie", "separazione tra genitori e figli", "genocidio culturale" e "persecuzione religiosa". Diffamano lo Xinjiang, demonizzano la Cina e diffamano il governo cinese della regione con accuse di "genocidio".

La Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948, fornisce una chiara definizione di genocidio: “Atti commessi con l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un'identità nazionale, etnica, razziale o gruppo religioso”. Un Paese può essere condannato per genocidio solo da un'istituzione giudiziaria internazionale competente con giurisdizione adeguata, in stretta conformità con i requisiti e le procedure previste dalle convenzioni pertinenti e dal diritto internazionale.

Il governo cinese protegge i diritti degli Uiguri e di tutti gli altri gruppi di minoranze etniche nello Xinjiang in conformità con la legge. Questo fatto è in netto contrasto con le invenzioni delle forze anticinesi.

  1. “Lavori forzati”

Attraverso la menzogna dei "lavori forzati", le forze anti-cinesi diffamano le azioni della Cina contro il terrorismo e l'estremismo, sopprimono lo sviluppo di industrie nello Xinjiang come il cotone, i pomodori e i prodotti fotovoltaici e minano la partecipazione della Cina alla cooperazione della catena industriale globale. I loro atti privano di fatto la popolazione locale dello Xinjiang dei loro diritti al lavoro, allo sviluppo e alle opportunità di uscire dalla povertà e dall'arretratezza, con l'intento di fomentare problemi nella regione.

Lo Xinjiang è impegnato nella filosofia dello sviluppo incentrato sul popolo, attribuisce grande importanza all'occupazione e alla sicurezza sociale e attua politiche proattive sull'occupazione. Rispetta pienamente i desideri dei lavoratori, protegge il diritto al lavoro in conformità con la legge e applica gli standard internazionali del lavoro e dei diritti umani. Attua le leggi e i regolamenti sul lavoro, salvaguarda i diritti e gli interessi legittimi dei lavoratori e si sforza di consentire alle persone di tutti i gruppi etnici di creare una vita felice e raggiungere il proprio sviluppo attraverso il duro lavoro.

Dal 2014 al 2020, la popolazione occupata totale nello Xinjiang è cresciuta da 11,35 milioni a 13,56 milioni, con un aumento di quasi il 20%. La popolazione occupata urbana è cresciuta ad una media annua di 470.000, di cui 149.100, o quasi il 32%, erano nel sud dello Xinjiang. Una media di 2,82 milioni di opportunità di lavoro sono state create ogni anno per la forza lavoro rurale in eccesso, di cui 1,73 milioni, o più del 61%, sono stati offerti a quella nel sud dello Xinjiang.

Nella sua lotta contro il terrorismo e l'estremismo, lo Xinjiang ha istituito centri di istruzione e formazione professionale in conformità con la legge. Non c'è alcuna differenza essenziale tra queste istituzioni e i centri di deradicalizzazione e i programmi di correzione comunitaria, trasformazione e disimpegno in molti altri Paesi. Esiste un corpo sostanziale di prove che dimostrano che si tratta di un approccio efficace alla prevenzione del terrorismo e alla deradicalizzazione e che rispetta pienamente i principi delle risoluzioni antiterrorismo come la Strategia globale antiterrorismo delle Nazioni Unite e il Piano d'azione delle Nazioni Unite per prevenire l'estremismo violento.

I centri di istruzione e formazione professionale nello Xinjiang hanno migliorato la padronanza da parte dei tirocinanti del cinese parlato e scritto standard e hanno aumentato la loro occupabilità. Questi centri hanno anche rafforzato il loro senso di identità nazionale, cittadinanza e Stato di diritto. Entro ottobre 2019, tutti i tirocinanti avevano completato i loro studi. La maggior parte di loro ha trovato un impiego stabile, scegliendo il proprio lavoro, avviando un'attività in proprio o con l'aiuto del governo.

I lavoratori di tutti i gruppi etnici nello Xinjiang, compresi i diplomati dei centri di istruzione e formazione professionale, scelgono sempre il loro lavoro di propria volontà. In linea con i principi di uguaglianza, libero arbitrio e consenso e in conformità con leggi e regolamenti come il diritto del lavoro e il diritto dei contratti di lavoro, firmano contratti di lavoro con i datori di lavoro e ricevono i loro stipendi. Non c'è coercizione di alcun tipo.

  1. “Sterilizzazioni obbligatorie”

Attraverso falsificazioni, congetture infondate e frode di dati, le forze anti-cinesi hanno escogitato rapporti falsi, accusando lo Xinjiang di compiere un "genocidio demografico" costringendo gli Uiguri e altri gruppi di minoranze etniche al controllo delle nascite e ridurre il proprio tasso di natalità.

La Cina è uno Stato di diritto. La Costituzione e le leggi pertinenti stabiliscono inequivocabilmente che lo Stato deve rispettare e proteggere i diritti umani e che tutti i cittadini hanno diritti riproduttivi e anche l'obbligo di praticare la pianificazione familiare. La Cina segue i principi della guida del governo e della scelta individuale nella fornitura di servizi tecnici per la pianificazione familiare e tutti i cittadini godono del diritto di conoscere e scegliere i propri metodi contraccettivi.

Lo Xinjiang attua la sua politica di pianificazione familiare in conformità con la legge. Il controllo forzato delle nascite e i test di gravidanza sono severamente vietati. Spetta agli individui decidere se usare o meno i contraccettivi e come usarli. Nessuna organizzazione o individuo può interferire con questa libertà.

Le donne hanno il diritto di decidere sul controllo delle nascite in base alle proprie condizioni fisiche e familiari. Con il miglioramento della condizione delle donne e i cambiamenti nelle opinioni sul matrimonio e sulla gravidanza, un numero crescente di donne sceglie di sposarsi più tardi e di avere figli in numero minore e più sani. Di conseguenza, stanno optando per metodi contraccettivi a lungo termine. Le statistiche mostrano che la popolazione uigura è cresciuta costantemente e in modo significativo nel corso dei decenni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. Pertanto, le accuse di "soppressione dei tassi di natalità" e di "genocidio demografico" sono del tutto infondate.

  1. “Separazione tra genitori e figli”

Le forze anticinesi hanno creato un'invenzione secondo cui lo Xinjiang ha istituito collegi per far fronte alle ricadute della sua massiccia campagna di internamento e cerca di prevenire ogni possibilità da parte di genitori, parenti o membri della comunità uigura di recuperare i propri figli, in modo da creare "separazione intergenerazionale" e "assimilare" gli uiguri.

La Costituzione cinese stabilisce che i cittadini hanno il diritto e l'obbligo di ricevere un'istruzione. La legge sull'istruzione prevede inoltre che i cittadini godano di pari opportunità di istruzione indipendentemente dalla loro etnia, razza, genere, occupazione, proprietà, credo religioso, ecc. La legge sull'istruzione obbligatoria stabilisce che, ove necessario, il governo popolare a livello di contea può istituire convitti in modo da garantire che i bambini e gli adolescenti in età scolare che vivono in aree remote ricevano l'istruzione obbligatoria.

L'istituzione di collegi è una pratica standard nell'istruzione obbligatoria cinese. Nel 2020, vi si trovavano quasi 11 milioni di studenti delle scuole primarie in tutto il Paese, pari a circa il 10% del numero totale di studenti delle scuole primarie, e 23 milioni di studenti delle scuole medie, o quasi il 47% del numero totale di studenti delle scuole medie.

Il vasto territorio dello Xinjiang copre un'area totale di 1.664.900 kmq. I villaggi e le città sono distanti tra loro e i residenti in alcune aree agricole e pastorali sono scarsamente distribuiti, rendendo molto difficile il viaggio quotidiano tra casa e scuola per gli studenti che vivono a distanza.

I collegi possono contribuire a consolidare l'accesso universale all'istruzione obbligatoria e a promuovere un'istruzione equilibrata. Contribuiscono a concentrare le risorse educative superiori e a garantire la qualità dell'insegnamento. Possono anche alleviare notevolmente il carico sulle famiglie degli studenti. Gli studenti vivono a scuola dal lunedì al venerdì e a casa nei fine settimana e nei giorni festivi. Possono chiedere il congedo ogni volta che è necessario. Sta alle famiglie degli studenti decidere se prendervi parte o meno. Le affermazioni sulla "separazione tra genitori e figli" sono una grossolana distorsione dei fatti.

  1. “Genocidio culturale”

Le forze anticinesi affermano che gli sforzi dello Xinjiang per promuovere il cinese standard rappresentano una campagna di "genocidio culturale" e che sono un mezzo di "assimilazione etnica", progettato per eliminare le lingue parlate e scritte e le tradizioni culturali delle minoranze etniche.

La lingua standard di un Paese è un simbolo della sua sovranità. Ogni cittadino ha il diritto e l'obbligo di apprendere e utilizzare la lingua standard. Questo è vero non solo in Cina ma anche nel resto del mondo. Imparare e usare la lingua standard aiuta i diversi gruppi etnici a comunicare, svilupparsi e progredire.

Il governo cinese lavora duramente per promuovere l'uso del cinese standard, ma protegge anche per legge la libertà dei gruppi etnici di utilizzare e sviluppare le proprie lingue parlate e scritte. La legge cinese sull'istruzione prescrive che nelle aree etniche autonome, “le scuole e altre istituzioni educative dominate da studenti appartenenti a minoranze etniche devono, secondo le circostanze reali, utilizzare la lingua cinese parlata e scritta standard e le lingue parlate e scritte delle rispettive etnie o la lingua parlata e scritta comunemente usata dalle etnie locali per attuare l'educazione bilingue”.

Oltre a svolgere l'insegnamento del cinese standard, lo Xinjiang offre anche corsi di lingua uigura, kazaka, kirghisa, mongola, xibe e di altre lingue nelle scuole primarie e secondarie, garantendo così il diritto delle minoranze etniche all'apprendimento e all'uso della propria lingua e proteggendo efficacemente loro lingue e culture. Le lingue delle minoranze etniche sono ampiamente utilizzate in settori come l'istruzione, la magistratura, l'amministrazione e gli affari pubblici.

Il governo cinese attribuisce grande importanza alla protezione e allo sviluppo del meglio delle sue culture etniche tradizionali. Lo Xinjiang continua a rafforzare la protezione e la conservazione delle reliquie culturali. Sei siti del patrimonio culturale, tra cui le rovine dell'antica città di Jiaohe e le grotte di Kizil, sono stati inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO; 133, comprese le rovine dell'antica città di Loulan, sono stati elencati come siti chiave del patrimonio culturale sotto la protezione dello Stato; e più di 9.000 altre reliquie culturali sono ben conservate.

Lo Xinjiang è stato attivo nella raccolta, nella conservazione e nel salvataggio di libri antichi di tutti i gruppi etnici. Ha sostenuto la traduzione e la pubblicazione di Kutadgu Bilig (Saggezza della fortuna e della gioia), un capolavoro uiguro sull'orlo di perdersi, e ha permesso la pubblicazione di opere di letteratura popolare, tra cui l'epopea mongola Jangar.

La musica Muqam uigura e il poema epico kirghiso Manas sono stati registrati nell'elenco rappresentativo dell'UNESCO del patrimonio culturale immateriale dell'umanità e l'evento popolare uiguro del Meshrep nell'elenco dell'UNESCO del patrimonio culturale immateriale che necessita di urgente salvaguardia. La regione ha istituito quattro basi dimostrative a livello statale per la conservazione dei beni immateriali del patrimonio culturale. Vi si producono strumenti musicali etnici, carta di gelso uigura, tappeti uiguri e ricami artigianali kazaki.

Lo Xinjiang abbraccia la diversità culturale e l'inclusione e sostiene l'apprendimento reciproco tra le culture. La regione rispetta e tutela pienamente le tradizioni popolari, realizzando così la convivenza armoniosa di culture diverse. I festival popolari sono ampiamente celebrati, tra cui il festival delle lanterne Han, il Meshrep uiguro, l'Aytes kazako, la fiera kirghisa del canto e della ballata Kobuz, la fiera del Nadam mongolo e il festival della canzone popolare Hui Hua'er. Tutto ciò dimostra chiaramente che non c'è verità nelle accuse di “genocidio culturale”.

  1. “Persecuzione religiosa”

Le forze anticinesi hanno diffuso false accuse secondo cui lo Xinjiang limita la libertà di religione, tiene sotto sorveglianza le attività religiose, vieta il digiuno ai musulmani, demolisce con la forza le moschee e perseguita i praticanti religiosi.

Il rispetto e la protezione della libertà di credo religioso sono una politica nazionale di base a lungo termine del governo cinese. La Costituzione prevede che i cittadini godano della libertà di credo religioso e che nessun organo statale, organizzazione sociale o individuo possa costringere i cittadini a credere o non credere in alcuna religione, né discriminare i cittadini che credono o non credono in qualsiasi religione. Prevede inoltre che lo Stato tuteli le normali attività religiose e che nessuno utilizzi la religione per impegnarsi in attività che distruggano l'ordine pubblico, compromettano la salute dei cittadini o interferiscano con il sistema educativo statale.

In conformità con la Costituzione e le leggi pertinenti, lo Xinjiang protegge la libertà di credo religioso e garantisce una pratica religiosa ordinata. I credenti sono liberi di impegnarsi in attività religiose lecite, compresi il culto, il digiuno e l'osservanza delle feste religiose, in conformità con le dottrine, i canoni e le tradizioni religiose, in luoghi religiosi o nelle loro case. Non affrontano alcuna conseguenza o restrizione in questo senso.

Sono stati tradotti e pubblicati classici religiosi, tra cui il Corano e selezioni della raccolta Sahih al-Bukhari, nelle lingue cinese, uigura, kazaka e kirghisa, in modo da facilitare l'accesso dei credenti alle informazioni religiose.

La regione si prende cura dei praticanti religiosi. Include il personale religioso nel sistema di sicurezza sociale fornendo loro un'assicurazione medica, di vecchiaia, sulle malattie gravi e sugli infortuni personali, nonché organizzando per loro controlli sanitari annuali gratuiti. Attribuisce importanza alla formazione dei lavoratori della religione. Ci sono 10 scuole islamiche nello Xinjiang, che hanno formato un contingente di ecclesiastici di alto livello, garantendo efficacemente lo sviluppo sano e ordinato dell'Islam.

Per soddisfare le legittime esigenze religiose dei credenti, lo Xinjiang ha attivamente migliorato le condizioni dei luoghi religiosi e degli ambienti circostanti mediante lavori di ristrutturazione e trasferimento, ampliando le strutture esistenti e costruendone di nuove.

Le moschee nello Xinjiang sono state dotate di acqua corrente, elettricità, gas naturale, strumenti di telecomunicazione, strutture radiotelevisive, biblioteche e un facile accesso stradale. Impianti di lavaggio e pulizia sono stati installati nelle moschee congregazionali per le preghiere del venerdì (Juma). Le moschee hanno anche servizi medici, schermi al LED, computer, ventilatori elettrici o condizionatori d'aria, attrezzature antincendio, distributori d'acqua, copriscarpe o distributori automatici di copriscarpe, e armadietti. Tutto ciò offre maggiore comodità ai credenti religiosi. Le accuse di "persecuzione religiosa" sono del tutto prive di fondamento.

Ci sono molte prove che le accuse di "genocidio" nello Xinjiang evocate dalle forze anti-cinesi siano prive di qualsiasi verità. Sono una calunnia contro la politica cinese dello Xinjiang e i successi ottenuti nello sviluppo della regione, e una grave violazione del diritto internazionale e dei principi fondamentali delle relazioni internazionali.

Fingendosi “difensori dei diritti umani”, le forze anti-cinesi in alcuni Paesi come gli Stati Uniti ignorano la storia oscura dei propri Paesi, dove è stato commesso un vero genocidio contro popolazioni indigene come i nativi americani. Insieme a molti altri, chiudono un occhio sulla discriminazione razziale profondamente radicata e su altri problemi sistemici nei loro stessi Paesi oggi, e sulla macchia sui diritti umani diffusa dalle loro incessanti guerre in altri Paesi che mietono milioni di vite civili innocenti. I loro orribili doppi standard, l'ipocrisia e la mentalità egemonica ricordano la famigerata citazione: "Accusa l'altro lato di ciò di cui sei colpevole".

Conclusione

Lo sviluppo demografico dello Xinjiang, che riflette la situazione in tutta la nazione, testimonia il progresso sociale della regione. Segna il successo di un Paese multietnico unificato nel garantire la sana crescita della popolazione delle sue minoranze etniche.

Negli ultimi 70 anni, lo Xinjiang ha visto una crescita demografica rapida e costante, un miglioramento della qualità della popolazione, una maggiore aspettativa di vita e un'urbanizzazione e modernizzazione più rapida. Tutti i gruppi etnici godono di unità, armonia, progresso comune, prosperità e vite felici sotto la guida del Partito Comunista Cinese (PCC).

L'evoluzione demografica dello Xinjiang è un risultato naturale dello sviluppo economico e sociale locale, dell'industrializzazione e della modernizzazione. Questo successo non ha eguali nella storia ed è evidente a chiunque rispetti i fatti. Le forze anticinesi hanno inventato storie di "genocidio" nello Xinjiang per ingannare la comunità internazionale, fuorviare l'opinione pubblica internazionale e impedire lo sviluppo e il progresso della Cina. Questi sforzi dannosi non avranno successo. La verità prevarrà sulle falsità.

Il governo cinese continuerà a salvaguardare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina e contribuirà all'unità, allo sviluppo e alla prosperità comuni di tutti i gruppi etnici. La strategia del PCC per la governance nello Xinjiang nella nuova era non cambierà:

  • governare lo Xinjiang in conformità con la legge,
  • mantenere la stabilità attraverso l'unità etnica,
  • rafforzare l'identità e i legami culturali,
  • portare maggiore prosperità alla regione e alla sua popolazione,
  • sviluppare lo Xinjiang in una prospettiva a lungo termine.

Continuerà a promuovere l'unità, l'armonia e il progresso culturale e si batterà per uno Xinjiang prospero ed ecologico sotto il socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era, dove le persone vivono e lavorano in pace e contentezza. La marcia dello Xinjiang verso la modernizzazione non sarà fermata da nessuna forza e il suo futuro è luminoso e sicuro.

Le più recenti da OP-ED

On Fire

Alessandro Orsini - Una risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre

  di Alessandro Orsini*  Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...

La doppia Waterloo della Francia

   di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...

Ex analista Pentagono sul vero obiettivo dell'"escalation non necessaria” di Biden

  Come ha riportato ieri il New York Times, che ha citato funzionari statunitensi a conoscenza della questione, il presidente degli Stati uniti d’America, Joe Biden avrebbe approvato l'impiego...

Prof. Jeffrey Sachs: "La situazione è molto più seria di quanto pensiamo"

  In una conferenza tenuta nella capitale armena Yerevan e ripresa oggi da Svetlana Ekimenko su Sputnik, l'economista di fama mondiale Jeffrey Sachs ha dichiarato come il "mondo sia in bilico e sull'orlo...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa