Straordinaria ammissione di Paolo Mieli nel fondo sul Corriere di oggi: si lascia andare a scrivere che se le entusiastiche celebrazioni del trionfo elettorale del centro sinistra non si accompagnano a una riflessione sull'astensionismo di massa, è perché si sta consolidando una élite che considera del tutto normale governare con il consenso di un cittadino su cinque, in quanto dà per scontato che la democrazia abbia lasciato il posto a un dispotismo illuminato, in cui il rito elettorale svolge il ruolo accessorio di un periodico plebiscito.
Posto che Mieli è uno di quelli che ha contribuito in prima persona al consolidamento di questo stato di cose, l'unica ragione di questa esibizione di sincerità e franchezza è, presumibilmente, che, essendo meno fesso delle "grandi firme" che adornano il foglio su cui scrive, si rende conto che questa situazione è foriera dell'accumularsi di rabbia sociale (non più misurabile tramite il risultato elettorale) che può esplodere in modo imprevedibile.
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