di Frank Iodice*
Quella a cui stiamo assistendo è una lotta ancestrale tra il bene e il male. Da quasi due anni a questa parte abbiamo chiesto ai più piccoli un sacrificio immenso. Li abbiamo costretti a rinunciare a una vita da bambino e a condurre una vita da adulto. Li abbiamo caricati di una responsabilità che in altre epoche spettava agli anziani. In altre epoche un anziano avrebbe dato la propria vita per salvare quella di un bambino. Oggi succede il contrario: noi vecchi, terrorizzati dalla propaganda, esigiamo dai nostri nipoti di sottoporsi a torture traumatizzanti, e inutili per la salute pubblica. Abbiamo vietato loro di abbracciarsi, di mangiare insieme, di sorridere e respirare liberamente. Abbiamo negato loro il volto delle maestre. Contro ogni principio pedagogico, stanno imparando una lingua senza vedere la bocca. La distanza non è umana, è disumanizzante. Tutto ciò è portato avanti dalla macchina politica con un pretesto moralista secondo cui bisogna “proteggersi per proteggere”. Dopo secoli di storica irriverenza verso qualsiasi forma di istituzione, noi italiani abbiamo deciso di credere ciecamente a quello che ci racconta il Governo, come si crede in un dogma. E gli abbiamo offerto i nostri figli. Abramo ha portato Isacco sul monte con le proprie mani.
La narrazione governativa, però, si sta rivelando sempre più per quello che è: distrazione, manipolazione, inganno. E censura. Chiunque si permetta di offrire evidenze scientifiche, o peggio ancora, chiunque le metta in pratica, viene comprato, e se “non è in vendita”, viene silenziato, screditato, licenziato, radiato.
Abbiamo creduto alla favola secondo cui chi si vaccina è protetto e protegge gli altri. Qui in Francia si sente alla radio ogni quindici minuti circa lo spot del ministero della salute, che termina con lo slogan “tous vaccinés, tous protégés”. Poi da Israele è arrivata la bomba, a dimostrazione che un vaccinato è contagioso quanto un non vaccinato.
Alla luce di tutti gli studi pubblicati (eccetto quelli condotti dalle case farmaceutiche) il rischio di contrarre Covid in forma grave o di morire di Covid, nei bambini, è praticamente nullo. Le numerose ricerche, le testimonianze di illustri scienziati ed epidemiologi, dimostrano l’assoluta inutilità di inoculare nei bambini un siero genico sperimentale, approvato tutt’ora solo per un uso di emergenza. Uno stato di emergenza, ufficialmente terminato secondo l’Oms, che rischia di diventare stato di eccezione.
Infettare bambini tra i 5 e gli 11 anni con tali sieri sperimentali vuol dire indebolire un sistema immunitario forte ed esporli a gravi rischi, miocarditi, paralisi, morte. Nessun beneficio. Nelle faq dei giornali di regime si obietterà che vaccinare i bambini ha il duplice scopo di difendere loro e difendere gli adulti. Ennesima menzogna.
Didier Febvrel, direttore sanitario a Marsiglia, infettivologo di fama mondiale, così riassume e condanna: «Assicurare che il vaccino non presenta alcun pericolo e che è l’arma decisiva contro il virus deriva da una comunicazione utopica e militare del secolo scorso che coincide con la propaganda».
Perché è inutile e pericoloso vaccinare i bambini? È stato ampiamente dimostrato che per entrare nella cellula ospite e riprodursi, il virus si serve di un enzima particolare che è molto raro nelle vie aeree superiori dei bambini di questa fascia d’età. Ne parla un articolo di Jama Network, reperibile nella National Library of Medecine: iniettare la proteina spike – proteina sui cui effetti avversi si sono espressi già in molti – vuol dire ignorare questa sorta di difesa naturale. In un articolo uscito su France Soir si parla anche delle conseguenze dell’inoculazione della proteina Spike in soggetti con anticorpi alti come nel caso dei bambini. Nei bambini che contraggono il virus, come spiegato su Science, si sviluppa memoria immunitaria senza passare per la malattia, che di per sé non costituisce alcun rischio né per loro né per gli adulti con cui vengono in contatto. Al contrario, ciò può giovare a una naturale immunità della comunità.
L’immunità di gregge è un’altra favola, e non può essere ottenuta attraverso vaccinazione. L’immunità naturale è molto più protettiva. Questo lo sanno i governanti, lo sa Ema e lo sa Fda. Lo sa anche l’Eudravigilance, che sta già facendo il conto delle migliaia di morti causate dai vaccini. Gli unici a non saperlo siamo noi, perché non sappiamo più informarci, ci siamo disabituati a concentrarci, a leggere e comprendere un testo scritto. Il problema reale quindi non è la vacca d’oro dietro cui i potenti stanno attaccati, incuranti della merda in cui si fanno trascinare. Il problema è la nostra incapacità a distinguerne la puzza, che già si dovrebbe sentire da lontano.
Su Natural News leggiamo, a firma del dott. Anthony Hinton, che la miocardite correlata al vaccino sarà responsabile di un tasso di mortalità del 20% nei bambini dopo due anni e del 50% in cinque anni.
In pochi abbiamo davvero capito la gravità di tutto ciò. Molti hanno paura, obbediscono. Giustificano il proprio sequestratore. Preferiscono indossare il berretto a sonagli e trovare nella follia collettiva la propria sanità.
E mentre le tante star del web si sottomettono per guadagnarsi il loro posticino sulle ginocchia di Babbo Natale giudicando, influenzando o addirittura impaurendo milioni di giovani innocenti, da qualche parte sopravvivono ancora poche persone coraggiose che dicono la verità su ciò che sta accadendo, e ne pagano il prezzo. Un esempio, il dottor Giuseppe Di Bella, che spiega in una recente intervista:
Restare concentrati su ciò che amiamo, di fronte a una propaganda così martellante, non è facile. Leggere i vademecum dei giornali di Stato può farci cadere nel tranello della pubblicità. La pubblicità è sempre una bugia. Se i vaccini mRNA fossero stati necessari, non ci sarebbe stato bisogno di tanta pressione mediatica per convincerci a sacrificare i nostri figli come cavie in nome di una “ricerca scientifica all’avanguardia”. Le stesse parole usate da altri medici in altre epoche più buie di questa, almeno per definizione.
*Frank Iodice (Napoli, 8 febbraio 1982) è scrittore e traduttore. A vent’anni è partito per gli Stati Uniti, dove ha svolto i lavori più disparati. Ha pubblicato numerosi romanzi e racconti, tradotti in diverse lingue. Attualmente vive ad Annecy (Francia) con la sua famiglia.
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