Lo scorso due aprile pubblicavo su Facebook un video che riprendeva la donna, corrispondente alla blogger ucraina “Marianna V. “, apparsa su tutti i media (in stato di gravidanza) e descritta come "sopravvissuta ai bombardamenti russi sull'ospedale di Mariupol".
La donna che nel video parla in russo afferma che in realtà la vicenda del bombardamento aereo, sia stata una messa in scena.
In breve, spiega come l' ospedale fosse stato i realtà occupato dalle truppe ucraine e che lo stesso non fosse stato oggetto di nessun bombardamento aereo deliberato. Fuori dall'edificio, afferma la donna, era esplosa una granata; questo è stato colto come pretesto per organizzare una sceneggiata con fotografi e cameraman, tra cui un dipendente dell'Associated Press. La donna chiarisce che tutto ciò’ sia avvenuto contro la sua volontà, avendo espressamente richiesto di non essere ripresa.
Il giorno dopo la pubblicazione, probabilmente su segnalazione di qualche utente FB, l'anteprima del video da me postato, veniva oscurato con la dicitura “Informazioni false- La stessa informazione è stata controllata da fact-cheker indipendenti”.
Facciamo un passo indietro: che la donna in questione fosse la blogger è indiscutibile e nessuno lo ha mai potuto negare. Anzi la grancassa mediatica, sulla sola base di quanto affermato dalle agenzie di stampa ucraine, sosteneva dopo la diffusione del video che la donna ( a onor del vero da molte testate data addirittura deceduta dopo il parto), fosse stata rapita dai russi e il corollario era che le sue affermazioni non fossero dunque spontanee.
Fatta questa necessaria premessa, nessuno, lo ribadisco, può mettere in discussione la veridicità del video in sé .
Ora ritorniamo all'anteprima oscurata. Cliccando sull'opzione “Scopri perché” vengo a conoscenza del fatto che i suddetti fact-checker indipendenti sono in realtà, un sito ucraino chiamato "Ukrainian.leadstories" che tra l'altro come motivante dell'attribuzione della dicitura“falsità dell'informazione“ riporta un caso non rilevante con questo specifico.
In estrema sintesi, tale sito menziona un'altra ragazza ucraina e la vicenda del teatro di Mariupol: aggiungo che l'articolo è anch'esso imbarazzante perché non dispone nemmeno di fonti terze, ma cita le autorità governative di Mariupol e un canale telegram filo-governativo che comunque non fornisce materiale multimediale e nessuna evidenza dei fatti.
Il sito in questione* più specificatamente fa riferimento a una ragazza (nell'immagine sotto) che non è la blogger ma tutt'altra persona , affermando che non abbia assistito alla detonazione o al lancio di una bomba su un teatro a Mariupol il 16 marzo. Dunque riportando una vicenda correlata a un personaggio che non ha nulla a che vedere con la blogger Marianna del “mio” post, ma per assimilazione sostenendo che l'informazione video postato da me, come da tanti in rete del resto, sia falsa.
Ed ecco che come un Tribunale senza giudici, avvocati o possibilità di appello, addirittura fact-cheker ucraini, che di imparziale pare abbiano ben poco, nel ruolo di “accusatori/censori” emanino sentenza inappellabile facendo sì che Facebook bolli un video reale come informazione falsa, delegittimando implicitamente anche l'immagine del sottoscritto.
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