di Domenico Moro
Draghi rimane in carica per il Pnrr e il prossimo governo, qualunque ne sia il colore, si allineerà alle politiche europee e Nato. Nonostante le dimissioni di Draghi, la situazione resterà blindata. Gli elementi di tale blindatura sono, da una parte, la presidenza della Repubblica, garante del rispetto degli accordi internazionali dell'Italia, e, dall'altra parte, la Bce e le regole europee.
Questi elementi garantiscono che, qualunque governo ci sia, determinati input e linee guida vengano seguiti. Ne sono dimostrazione le ultime decisioni della Bce: l'innalzamento di 50 punti base del costo del denaro e lo scudo anti-spread, il TPI, che permetterà di acquistare titoli di stato dei Paesi il cui rendimento salga troppo. A questo proposito, bisogna dire con chiarezza due cose.
L'aumento del costo del denaro mette fine a una politica espansiva proprio quando si profilano venti di recessione. Il TPI, invece, è uno strumento il cui utilizzo è del tutto a discrezione della Banca centrale europea. Sarà questa a decidere se, quando e in quale quantità acquistare titoli del debito di uno Stato. In secondo luogo, sono state poste delle condizionalità all'uso del TPI: gli Stati dovranno dimostrare di aderire alle seguenti condizioni: rispetto dei requisiti di bilancio pubblico stabiliti dalla Ue, assenza di gravi squilibri macroeconomici, rispetto delle condizionalità inerenti all'erogazione del PNRR e alle raccomandazioni specifiche della Commissione Europea.
La continuità col governo Draghi e con i governi precedenti è garantita dal pilota automatico: l'euro e le regole europee. A dimostrazione di questo dato di fatto c'è quanto ha riferito ieri Formigli: diversi ministri del governo Draghi sono stati contattati dalla Meloni, per far parte del prossimo governo di destra. Ci troveremo, quindi, con un governo "politico" pieno di "tecnici", fatto che garantirà la Ue. La Nato, invece, è garantita dalle ripetute attestazioni filoatlantiche e filoucraine rilasciate dalla stessa Meloni. Siamo, quindi, nel gattopardismo puro: cambiare tutto perché non cambi nulla. L'unica vera alternativa è portare avanti una coerente politica di superamento dell'euro, della Ue e della Nato.
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