“Sí, la CIA è stata coinvolta nell’assassinio di JFK”

di Michele Metta

Il Potere, quello che principia con una maiuscola “P” che pare quasi una sorta di corona a sormontarlo, sa ammantarsi di una tale pseudo sacralità da apparire inscalfibile. L’insegnamento pasolininiano ci dice, invece, che può essere scalfito eccome. Tramite scelte semplici, quanto coraggiose. Non sappiamo se Tucker Carlson, noto volto della emittente televisiva statunitense Fox News, abbia mai letto Pier Paolo Pasolini. Per certo, ha fatto proprio una scelta caratterizzata da tali due nobilissimi aggettivi.

Credo, in effetti, che quanto compiuto da Carlson sia uno spartiacque. Assieme a me, lo pensa anche il figlio di Robert Kennedy, RFK, Jr. che su Twitter lo ha descritto in questi inequivocabili termini:

“The most courageous newscast in 60 years. The CIA’s murder of my uncle was a successful coup d'état from which our democracy has never recovered.”

Tradotto: “Il più coraggioso momento di informazione da 60 anni a questa parte. L’assassinio di mio zio a opera della CIA è stato un golpe messo a segno da cui la nostra democrazia non si è mai più ripresa”.


Ma andiamo con ordine.

Risale a pochissimi giorni fa la decisione dell’amministrazione Biden di permettere la pubblicazione di una serie di documenti riguardanti l’assassinio di John Kennedy. Sono che, per l’ennesima volta, a parte gli omissis, sono altresì stati mantenuti segreti una impressionante quantità di altri documenti su tale omicidio. Stiamo parlando di migliaia di pagine di documenti dopo quasi 60 anni da quella uccisione. Il che vuol dire, come anche Carlson ha sottolineato, che non è più possibile invocare, a giustificazione, la tutela di soggetti ancora in vita.

“È per proteggere un’istituzione”, ha quindi giustamente esclamato Carlson in diretta, sottintendendo la CIA. E, immediatamente, ha aggiunto questa basilare domanda: “Ma perché?”.

Proprio per rispondere a tale quesito, Carlson, come ho anticipato, ha imboccato la strada della semplicità coraggiosa. Quale?

Ha parlato con qualcuno che ha avuto accesso a questi documenti della CIA ancora nascosti, una persona -Carlson ha precisato- “che conosce profondamente ciò che contenevano”. A tale persona, per il momento anonima, il giornalista ha chiesto senza giri di parole: “La CIA ha avuto un ruolo nell’omicidio di John F. Kennedy, un presidente degli Stati Uniti?” La risposta è giunta, e Carlson l’ha dapprima mostrata su lo schermo al suo fianco, per poi leggerla ad alta voce: “La risposta è sì. Sono certo del suo coinvolgimento. È un Paese completamente diverso da quello che pensavamo fosse. È tutto finto”.

Ha quindi fissato la telecamera e, dopo aver sottolineato come il suo informatore sia tutt’altro che un dietrologo, ha pronunciato frasi che meritano d’essere riportate integralmente. Eccole:

“È qualcuno con conoscenza diretta delle informazioni che ancora una volta vengono nascoste al popolo degli Stati Uniti. E la risposta che abbiamo ricevuto è stata inequivocabile. Sì, la CIA è stata coinvolta nell’assassinio del presidente. Ora, alcune persone non saranno sorprese di avere conferma di ciò che hanno sempre sospettato. Ma non importa come ci si senta al riguardo, o cosa si pensi dell’assassinio di Kennedy, fermati un attimo a pensare cosa tutto questo significa.

Significa che all’interno del governo degli Stati Uniti ci sono forze completamente al di fuori del controllo democratico. Queste forze sono più potenti dei funzionari eletti che, si suppone, le sovrintendono. Queste forze possono influenzare i risultati elettorali. Possono persino nascondere la loro complicità nell’assassinio di un presidente americano. In altre parole, possono fare praticamente tutto ciò che vogliono. Costituiscono un governo nel governo che si fa beffe, con la loro stessa esistenza, dell’idea di democrazia. Per quanto forte ormai sia il nostro cinismo dopo 30 anni passati a guardare i funzionari del governo ignorare gli elettori che li hanno scelti, siamo rimasti scioccati nell’apprenderlo. Non è accettabile.

A partire dall’uccisione di John F. Kennedy, il popolo degli Stati Uniti si è fidato ogni anno meno del proprio governo. Forse, questo è il motivo. E le persone ne sono a conoscenza da molto tempo. Le persoe che sanno, includono tutti i direttori della CIA dal novembre del 1963. E quella lista include il direttore della CIA di Obama, John Brennan, una delle figure più sinistre e disoneste nella storia degli Stati Uniti.”

Ciò detto, Carlson si è quindi fermato per un istante, e in quell’istante ha mostrato il volto di un uomo tradito, dentro il cui corpo c’è stata la deflagrazione di una bomba che ne ha demolito le ossa. E quell’uomo, sé stesso, ha fatto capire che non avrebbe fatto sconti a nessuno, nemmeno al capo della CIA durante l’amministrazione Trump, Mike Pompeo, malgrado Carlson ne sia amico:

“Mike Pompeo lo sapeva. Abbiamo chiesto a Pompeo di unirsi a noi stasera e, anche se raramente rifiuta un’intervista televisiva, si è rifiutato di venire. Speriamo ci ripensi.”

Tutto ciò, al termine di una premessa di fuoco, dove, e a ragione, non è stato lesinato anche il più feroce sarcasmo. Pure questa è meritevole di essere riportata da cima a fondo. Buona lettura:

“Non molto tempo dopo aver visto Jack Ruby sparare a Lee Harvey Oswald davanti alla telecamera nel seminterrato del quartier generale della polizia di Dallas, molti statunitensi hanno iniziato a porsi domande sull’assassinio di Kennedy. È stata, bisogna ammetterlo, una sequenza di eventi piuttosto straordinaria. Un assassino solitario uccide il presidente degli Stati Uniti. E poi, meno di 48 ore dopo, quell’unico uomo armato viene a sua volta assassinato da un altro assassino solitario.

Quali sono le probabilità che ciò avvenga? Una cosa è essere colpiti da un fulmine: raro ma possibile. Ma se anche ogni membro della tua famiglia viene colpito da un fulmine, tutti in giorni diversi, potresti iniziare a sospettare che non si tratti di eventi del tutto naturali. Ma oh, ha risposto il governo degli Stati Uniti, lo sono. Questa bizzarra catena di omicidi è stata del tutto naturale.

Quindi, meno di un anno dopo l’assassinio di JFK, la Casa Bianca di Johnson pubblicò qualcosa chiamato Rapporto della Commissione Warren. E il rapporto concludeva che mentre le loro motivazioni rimanevano poco chiare, sia Lee Oswald che Jack Ruby avevano agito da soli. Nessuno li ha aiutati. Non c’era alcun tipo di cospirazione. Caso chiuso. Bisogna andare avanti.

E molti americani sono andati avanti. A quel tempo, non avevano idea di quanto scadente e corrotta fosse la Commissione Warren. Sarebbero passati quasi 50 anni prima che la CIA fosse costretta ad ammettere che, in realtà, aveva nascosto informazioni agli investigatori sulla propria connessione con Lee Harvey Oswald.

Ma anche allora, all’epoca, prima che si sapesse, la spiegazione del governo non sembrava del tutto plausibile. E alcune persone hanno iniziato a fare domande ovvie al riguardo. E a quel punto, quando gli americani iniziarono a dubitare della versione ufficiale, ecco che il termine teoria del complotto entra all’improvviso nel nostro lessico. Come sottolinea il professor Lance DeHaven-Smith nel suo libro sull’argomento, «Negli Stati Uniti, il termine teoria del complotto non esisteva come frase d’uso comune prima del 1964. Nel 1964, l’anno in cui la Commissione Warren pubblicò il suo rapporto, il New York Times pubblicò cinque storie in cui appare la teoria del complotto».

Ora, oggi, ovviamente, il termine teoria del complotto appare praticamente in ogni articolo del New York Times sulla politica USA. È brandita, oggi come allora, come un’arma contro chiunque faccia domande a cui il governo non voglia rispondere. Ma, nonostante 60 anni di insulti, quelle domande non sono scomparse. In realtà, si sono moltiplicate nel tempo.

Ed eccone una. Nell’aprile del 1964, uno psichiatra di nome Louis Joylon West visitò Jack Ruby nella sua cella di isolamento in una prigione di Dallas. Secondo la valutazione scritta di West, ha scoperto che Jack Ruby era “tecnicamente pazzo” e necessitava di un immediato ricovero psichiatrico. Quelle sono conclusioni a cui stranamente nessuno che aveva parlato con Jack Ruby in precedenza era giunto. Ruby era sembrato perfettamente sano di mente alle persone che lo conoscevano. Louis Jolyon West lo ha dichiarato pazzo.

Ma ciò che West non ha detto è che all’epoca lavorava per la CIA. Louis Jolyon West era uno psichiatra a contratto per l’agenzia di spionaggio. Era anche un esperto di controllo mentale e un personaggio di spicco dell’ormai famigerato programma MKUltra in cui la CIA dava potenti farmaci psichiatrici a cittadini degli Stati Uniti a loro insaputa.

Quindi, tra tutti gli psichiatri del mondo, cosa diavolo ci faceva questo tizio nella cella della prigione di Jack Ruby? I media non sembravano interessati a scoprirlo. In effetti, il New York Times, in un ampio necrologio di West del 1999, non ha mai menzionato il fatto che avesse lavorato per la CIA, tanto meno il tempo da lui trascorso nella cella di Jack Ruby, cosa che, invece, mi sembra rilevante. Quindi, è facile capire perché le persone sane di mente si chiedano cosa sia realmente accaduto. E, naturalmente, molti se lo sono chiesto.

Nel 1976, cosa da troppo tempo finita nel dimenticatoio, la Camera dei Rappresentanti istituì una commissione speciale per indagare nuovamente sull’assassinio di JFK. La loro conclusione bipartisan? Jack Kennedy è stato quasi certamente assassinato a seguito di una cospirazione. Ma la domanda è: una cospirazione di chi? Ebbene, l’ovvio sospettato sarebbe la CIA. Altrimenti, perché mai l’agenzia avrebbe nascosto prove chiave agli investigatori? C’è una spiegazione innocente per questo, per aver mantenuto questo livello di segretezza per così tanti anni? No, per quanto a nostra conoscenza. Ed è illegale.”

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