di Vito Petrocelli*
Un’articolo pubblicato oggi sul sito della Reuters titola: “Piuttosto che espandersi, è meglio che i Brics si sciolgano”.
Il pezzo, firmato da Hugo Dixon, elenca alcuni motivi per giustificare questa tesi.
L’autore indica come motivo principale il rallentamento della crescita dei cinque paesi negli ultimi 10 anni e viene rappresentato con questo grafico che confronta la crescita economica tra i periodi 2002-2011 e 2012-2022.
Questo articolo è un ulteriore esempio della tendenza occidentale a screditare i Brics e la loro espansione, tentativo che non regge ad un’analisi un po’ più ampia e non schierata. In questo caso basta ad esempio confrontare i valori precedenti con quelli dei paesi G7 nello stesso intervallo di 20 anni, ma non solo con la variazione su base decennale, bensì soprattutto con i valori percentuali totali della crescita delle economie dei due blocchi.
E il castello delle congetture presentate dal signor Dixon crolla…
Nel complesso dal 2002 al 2011 le economie dei Brics crescono mediamente dell’86,8% e dal 2012 al 2022 la crescita si attenua, ma si attesta comunque al 42,4% di media tra i cinque paesi.
Questi valori sono da 3 a 8 volte più grandi della media di crescita dei paesi G7, al 12% nel decennio ’02-’11 e al 13,5% negli anni ’12-’22.
Se piuttosto che espandersi i Brics farebbero meglio a sciogliersi, allora i G7 cosa dovrebbero fare?
*Presidente dell'Istituto Italia-Brics. Articolo pubblicato il 31 luglio su www.italiabrics.it