Alessandro Orsini - Lettera aperta agli odiatori

di Alessandro Orsini*

Cari odiatori, come state? Leggo i vostri nuovi violenti insulti. Eppure vi scrivo questa lettera per scusarmi con voi.

Mi dispiace di avervi derisi, ridicolizzati e sottomessi in questi due anni. Mi dispiace di avere messo in evidenza la vostra ignoranza e la vostra inferiorità logica e culturale. Molti si domandano perché io interagisca con i miei odiatori invece di ignorarli.

Ma è ovvio: voi, amatissimi odiatori, siete miei lettori. Certo, lettori inferiori, lettori di serie B, lettori scadenti, ma pur sempre lettori. Il sogno di ogni studioso non è il potere, bensì essere letti.

Leggendomi, contribuite a investire di significato la mia missione pedagogica in favore della società libera e del progetto illuministico che la sorregge. Ovviamente leggo i vostri insulti violenti, le vostre minacce, le vostre raccolte di firme grottesche per farmi licenziare dall’università. E ovviamente rido, perché puntualmente vi ritrovate sconfitti, sottomessi e umiliati. Ed è bello sconfiggere l’odio. È bello poggiare un dito sulla fronte di un odiatore e lasciare che si agiti con le braccia a mulinello senza mai toccare il bersaglio odiato. Gioco con voi un po’ come il gatto gioca con il topo. Siccome vi voglio bene, sono sicuro che potrete perdonarmi. Voi continuerete a insultarmi, io continuerò a ridicolizzarvi e a sottomettervi perché il messaggio di liberazione che rivolgo ai giovani con l’esempio è sempre lo stesso: “Che voi siate omosessuali, neri, ebrei, musulmani, immigrati, siate forti, non abbiate paura degli insulti e delle minacce, non arretrate mai davanti alle folle irrazionali e inferocite, difendete sempre le vostre idee, la vostra identità, la vostra dignità. La prima qualità di uno studioso è una qualità extra-scientifica: il coraggio”. Odiate pure, ma odiate meglio, perché finora mi avete soltanto fatto ridere. Grazie odiatori. Il mio dito resterà a lungo sulla vostra fronte. Oggi andrò prima all’università a incontrare i laureandi, poi a un convegno accademico e poi in televisione. Schiacciare un uomo libero è impossibile. La libertà non è una cosa, un oggetto, ma una attitudine, un modo di essere.

*Post Facebook del 23 febbraio 2024

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