Il ruolo del Deep State negli Stati Uniti

di Laura Ru*

“La parte sommersa di un iceberg la cui parte visibile è il sistema politico” è una delle metafore usate da Mike Lofgren, uno dei teorici dello Stato profondo, per riferirsi a quella rete di interessi radicati nel governo degli Stati Uniti e al di fuori di esso (in particolare Wall Street e la Silicon Valley) che dettano le decisioni sulla difesa, le politiche commerciali e le priorità degli USA con scarsa considerazione per gli interessi o i desideri reali del popolo.

Negli ultimi anni il termine Deep State ha guadagnato terreno nel discorso politico e non è più considerato una teoria della cospirazione, anche se Wikipedia insiste nel descriverlo come tale.

Un nuovo articolo di Foreign Affairs, intitolato “The Trump-Biden-Trump Foreign Policy. American Strategy's Strange Continuity”, non solo utilizza la stessa metafora dell'iceberg, ma conferma involontariamente l'esistenza di uno Stato profondo USA senza mai nominarlo.

“In tutte le amministrazioni - anche quelle diverse come quelle di Biden e Trump - la politica estera è qualcosa di simile a un iceberg. La parte visibile è scintillante e frastagliata e attira gran parte dell'attenzione. Tuttavia, ha anche una base molto più grande e poco esaminata, che tende a rimanere per lo più invariata. Anche se si concentrano sulle differenze di stile e di sostanza di Trump, gli osservatori non dovrebbero ignorare la potenziale stabilità dell'approccio degli Stati Uniti al mondo”.

L'autore, Richard Fontaine, è amministratore delegato del Center for a New American Security (CNAS), un think tank neocon/neolib i cui membri finiscono spesso per occupare posizioni chiave nelle amministrazioni dem, come l'ex amministratore delegato Victoria Nuland. In quanto ingranaggio dello Stato profondo, il CNAS riceve naturalmente finanziamenti da grandi aziende, tra cui appaltatori della difesa, in particolare Northrop Grumman, Chevron, Amazon e Google.

*da Facebook


(Traduzione de l'AntiDiplomatico)

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