Afghanistan. La lezione di democrazia di Putin

03 Settembre 2021 21:00 Marinella Mondaini

“Afghanistan. Che cosa è successo? 20 anni di presenza dell’esercito americano sul territorio e per 20 anni gli Stati Uniti hanno tentato di “civilizzare” il popolo afgano, in sostanza, hanno tentato di imporre le proprie norme e standard di vita, e imporre anche l’organizzazione politica della vita della società, tanto più senza tener conto delle peculiarità e tradizioni storiche, culturali e filosofiche di questo paese. Il risultato? Zero! Solo tragedie e solo perdite, sia per gli USA, sia per il popolo afgano”. Poi ha aggiunto: “confrontate come sono usciti dall’Afghanistan i soldati sovietici e come escono adesso gli americani! I soldati sovietici sono usciti in modo organizzato e il regime afgano ha continuato ad esistere ancora per alcuni anni. Se l’Unione Sovietica nella fase finale della sua esistenza avesse continuato a dare all’Afghanistan almeno l’aiuto economico, chissà quale sarebbe stata la situazione in questo paese adesso…”

Putin ha parlato di catastrofe umanitaria in Afghanistan dopo l'uscita dei soldati americani dal paese. Non sono solo parole di Putin, ma anche di diversi analisti americani. “E’ una catastrofe completa, - ha dichiarato Putin, - gli americani sono pragmatici, hanno speso per tutta questa campagna più di 1 trilione e mezzo di dollari durante tutti questi anni e il risultato qual è ? Nullo!” Putin ha anche attirato l'attenzione sul problema delle persone che lavoravano per gli Stati Uniti e per gli alleati, e che poi sono state abbandonate nel paese.

Putin ha detto che non si può imporre la democrazia con la violenza: “se a qualche popolo serve la democrazia, il popolo prima o poi ci arriva da solo!” Non si può imporre la democrazia a quei paesi che sono lontani da tale sistema politico. Imponendo la democrazia, l’Occidente tenta di conservare la sua influenza nel mondo”.

Secondo Putin l’Afganistan deve diventare l’esempio della insensatezza dei tentativi di “civilizzare” gli altri popoli in base ai propri standard.

“Sull'Afghanistan molti miei colleghi hanno detto di aver commesso molti errori, sembrano pentiti, tuttavia continuano a fare la stessa cosa nei confronti di altri paesi”, ha sottolineato Putin.

Così hanno fatto in passato, si comportano così dai tempi della cosiddetta attività illuministica dei sacerdoti cattolici che andavano nei paesi asiatici, anche in Cina, a civilizzare la popolazione locale basandosi su determinati traguardi delle scienze naturali, istruzione, medicina, - ha spiegato Putin. “Tuttavia, lo scopo principale era proprio l’imposizione del cattolicesimo. Adesso, quello che sta avvenendo, non è una colonizzazione spirituale o economica ma è il tentativo di mantenere la propria influenza, dietro la scusa della promozione dei principi della democrazia”

Per quanto riguarda il riconoscimento del governo del movimento dei Talebani in Afghanistan, Putin ha dichiarato che dipenderà dalle realtà. “Bisogna vedere cosa si nasconde dietro le dichiarazioni dei dirigenti del movimento, la Russia si comporterà di conseguenza. Di certo la Russia non è interessata alla disintegrazione dell’Afganistan, ha precisato, in tal caso non ci sarebbe nessuno con cui parlare”

Infine, il presidente russo ha esortato a riunire gli sforzi per risolvere i problemi dell’Afganistan, legalizzare le forze politiche all’interno del paese e mettersi al sicuro dal terrorismo e dal traffico di droga. “Dobbiamo lottare insieme uniti contro questi problemi”. Rispondendo alla domanda: “Chi risponderà per l’ordine mondiale se gli Stati Uniti rifiuteranno il loro ruolo di poliziotto del mondo?” - Putin ha fatto notare che per l’ordine nel mondo deve rispondere l’ONU e il suo Consiglio di Sicurezza.

E’ stato toccato anche il tema della pandemia e delle sanzioni che l’Occidente ha inflitto a varie nazioni e che continua a mantenere. “Nella situazione odierna causata dalla pandemia, l’Iran ha bisogno di aiuto, tuttavia l’Occidente non è intenzionato a togliere nessuna sanzione o limitazione imposta a questo paese. Nemmeno sollevano il discorso! Non parlo poi degli altri paesi… Prendete il Venezuela, la politica è politica ma le cose umanitarie rimangono umanitarie. Spesso sentiamo dall’Occidente collettivo l’esortazione a “umanizzare” i rapporti internazionali e dove sarebbe tutta questa “umanizzazione”? Non solo non tolgono le sanzioni ma nemmeno le limitazioni della distribuzione dei medicinali e dei vaccini”.

I discorsi di Vladimir Putin sono stati tenuti nel corso di varie iniziative legate al Forum Economico Orientale in corso a Vladivostok, il cui programma è incentrato sul tema “Nuove possibilità dell’estremo oriente nel mondo che cambia”.

Il Forum Economico Orientale è una piattaforma che ha già conquistato un posto dignitoso nel calendario internazionale delle iniziative, dedicate all’economia e come ha detto Putin “permette di mostrare ciò che il potere è capace di fare e agli imprenditori di mettere in campo le proprie ambizioni e sviluppare nuovi progetti che portino profitto”.

Alla Conferenza hanno preso parte on line il presidente della Repubblica del Kazakistan, Qasym-Jomart Toqaev e il presidente della Mongolia, Ukhnaagiin Khurelsukh, inoltre sono intervenuti con un messaggio di saluti il Presidente della Repubblica popolare della Cina Xi Jinping, il Primo Ministro della Repubblica dell’India, Narendra Modi e il Primo Ministro del Regno di Thailandia, Prayut Chan-o-cha.

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