di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico
Nel Donbass ieri i nazisti ucraini hanno assassinato l’ex capo della Milizia Popolare della repubblica di Lugansk, colonnello Michail Filiponenko. Deputato del Consiglio del Popolo della LNR, ex capo del Centro Congiunto per la cessazione del fuoco e la stabilizzazione della situazione nel sud-est dell’Ucraina. L’ordigno esplosivo era stato collocato sotto la sua automobile, gli automobilisti testimoni dello scoppio si sono fermati e hanno cercato di aiutarlo, ma il colonnello è morto sul colpo.
In passato Filiponenko aveva subito altri tentativi di ucciderlo, per esempio a febbraio dell'anno scorso, quando fecero saltare in aria la macchina accanto e lui con il suo autista rimasero feriti. Stavolta ci sono riusciti e i vari nazisti ucraini sui social inneggiano alla "vittoria".
Ben cosciente del rischio che correva ogni giorno, Filiponenko continuava a svolgere il proprio lavoro per il bene della repubblica di Lugansk, per il suo sviluppo futuro stava elaborando vari progetti. Si prodigava anche per il rafforzamento del “mondo russo” che difendeva dal nazismo dilagante ucraino.
Filiponenko è stato uno dei fondatori della Milizia Popolare nel 2014, i gruppi dei miliziani che hanno dovuto imbracciare le armi per difendersi dall’aggressione del proprio governo di Kiev. Filiponenko a chi dava fastidio? A nessuno. Semplicemente i nazisti ucraini, così cari all’Occidente e purtroppo anche al governo italiano, si sono brutalmente vendicati, così come testimonia la loro lunga scia di sangue negli atti terroristici che compiono nel Donbass da 9 anni, togliendo di mezzo i più valorosi dirigenti ed eroi del Donbass, nel silenzio e sostegno incondizionato di UE, USA, Gran Bretagna e russofobi e traditori di ogni risma, nel silenzio ignobile e complice dei mass media italiani.
Anzi, vediamo che nei giornali italiani oramai viene sdoganato come “normale” l’omicidio dei “filorussi”, degli esponenti delle due repubbliche di Doneck e Lugansk. L’intelligence ucraina, guidata dai servizi Segreti occidentali, oggi ha ammesso apertamente l'omicidio di Filiponenko. La tattica adesso è quella di dirlo senza mezzi termini, ma è arrivata a questo gradatamente: recentemente aveva cominciato a far capire, in modo velato, il proprio coinvolgimento in questi atti terroristici e omicidi, mentre negli anni passati lo negava totalmente, incolpando di questi i russi. Il canale Telegram del dipartimento ucraino dei Servizi Segreti oggi ha descritto in dettaglio il crimine commesso e indica che l'attacco è stato "realizzato in collaborazione con i rappresentanti del movimento di resistenza". I giornali italiani, per edulcorare la pillola, riportano le menzogne dei Servizi segreti ucraini: “Filiponenko è stato eliminato perché coinvolto nell’organizzazione di camere di tortura per prigionieri di guerra e civili ucraini nella parte occupata della regione di Lugansk e ha partecipato personalmente alle torture”. Da quando in qua si uccidono le persone così? Insomma la stampa italiana giustifica senza battere ciglio l’omicidio di un uomo senza alcuna sentenza, condanna di tribunale! C’è da chiedersi se il degrado morale qui preoccupi qualcuno…
Gli omicidi premeditati con atti terroristici, le torture esercitate dai nazisti e nazionalisti dei vari battaglioni ucraini su chi era ritenuto “filorusso” o “separatista”, in tutti questi 9 anni sono stati impunemente compiuti dall’Ucraina. C’è una sfilza lunghissima di testimonianze e video. Kiev oltre a ciò continua il terrore sui civili del Donbass. Zelenskij al potere non vuole mollare, anzi è più arrabbiato che mai e cerca di vendicarsi degli insuccessi della controffensiva inasprendo ancora di più i bombardamenti sul Donbass, sentendosi forte e rincuorato del fatto che anche Israele compie tranquillamente il suo genocidio sui palestinesi senza subire né sanzioni, né condanne da parte dell’Occidente. In questi giorni la follia omicida rasenta il massimo, le truppe ucraine stanno bombardando persino la miniera di mercurio a Gorlovka, la cittadina a 50 km. a nord di Doneck. L’altro ieri Doneck è stata bombardata ben 57 volte con 169 munizioni, anche un ospedale, ha riferito la rappresentanza della Repubblica Popolare di Doneck.
Il massiccio attacco missilistico è piovuto sul quartiere centrale Vorošilovskij di Doneck. Colpi diretti, eseguiti con i sistemi missilistici a lancio multiplo HIMARS, si sono verificati sugli edifici delle infrastrutture civili, compreso il Dipartimento del lavoro e della protezione sociale. Il numero totale dei civili feriti è stato di 55 persone, tra cui tre bambini. Secondo i dati forniti da Denis Pušilin il giorno prima, sei persone sono rimaste vittime di un altro bombardamento. Il Centro Congiunto per il controllo e il coordinamento delle questioni, relative ai crimini di guerra dell'Ucraina ha riferito della morte di almeno 20 residenti civili.
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