"Ma quali diritti umani. Io lotto per la giustizia sociale"

11 Maggio 2022 09:00 Michelangelo Severgnini

Ma quali diritti umani?
Questa mattina ho trovato un post di una carissima amica, la quale mi tagga per esprimere la stima che nutre per me.
E questo mi ha fatto certamente molto piacere.
Quando però ha sintetizzato il mio lavoro con l'espressione "impegno per i diritti umani", mi sono chiesto: è questo ciò per cui da una vita mi sto facendo il mazzo?
Temo di no.
Nel film L'Urlo - The Scream per altro lo spiego bene questo passaggio.
I diritti umani ci hanno un po' bruciato il cervello.
Come se i miei diritti possano essere soddisfatti senza che lo siano i tuoi.
Infatti si sentono frasi come "a questo o a quello sono stati negati i diritti, è un'ingiustizia... ecc...".
Consideriamo per un attimo i diritti umani come una lampadina che abbiamo sulla testa. Quando il potere attraverso la nostra vicenda intende perseguire un proprio interesse, la accende e i fortunati diventano "le vittime", sotto i riflettori per un attimo. Quando scema l'interesse per il potere, si spegne la lampadina e i cosiddetti "diritti umani" vanno a farsi benedire.
Fa parte anche questo della cosiddetta "dottrina del doppio standard".
Quando servono per creare agibilità politica alle Ong, ecco che si accendono le lampadine su chi sta annegando in mare, ad esempio.
Ma se accenderle significa scoperchiare la connivenza dei governi illegittimi di Tripoli e l'Europa tutta, quelle lampadine rimangono spente, anche agli occhi delle Ong.
Se infatti guardassimo a cosa succede in Libia ai migranti-schiavi, scopriremmo che la maggior parte di loro chiede di tornare a casa.
È loro diritto. È un loro diritto umano.
Ma non segue l'interesse del potere.
E le Ong stesse sono le prime a spegnere la lampadina dei diritti umani sulle loro teste, in questo caso.
"Altrimenti si aiuta Salvini" mi dicevano rinomati pensatori de sinistra in Italia.
Quindi l'intermittenza e lo strabismo sono elementi essenziali nella gestione dei diritti umani, perché non sono diritti intrinseci, "universali" come si pretende definirli: sono pretesti.
Nel film lo dico chiaro. Affanculo i diritti umani.
L'unica cosa che davvero ci può salvare ha un altro nome. Si chiama "giustizia sociale".
Se c'è quella, siamo tutti contenti, ma davvero tutti, dall'inizio alla fine.
Se manca quella, è inutile cominciare battaglie ipocrite per salvare i diritti umani di questo o quell'altro cristo, oggi no domani forse.
È inutile parlare di libertà di movimento in Africa, se prima non si pone mano al saccheggio mai finito e alla corruzione dei leader come pratica meschina di controllo egemonico.
Parlare di diritti umani a posteriori è pertanto fare il gioco del potere.
Io lotto per la giustizia sociale.
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