Oggi si parla d'Italia in Libia. Sì, perché la Meloni e il ministro degli esteri Tajani saranno a Tripoli sabato.
Il motivo è chiaro: serve gas.
In cambio l'Italia porta la sua posizione: siamo per tenere le elezioni in Libia entro l'anno.
I Libici sentitamente ringraziano, ma sanno che è proprio la Nato ad impedire le elezioni finché Saif Gheddafi (dato in testa nei sondaggi) non sarà estromesso dalla corsa alla Presidenza.
Il deputato Abdel Salam Nasieh, membro di quel parlamento eletto dai libici nel 2014 e non riconosciuto dall'Italia (giusto per dire quanto il nostro Paese tenga alla democrazia in Libia), lo dice chiaro qui sotto: l'Occidente chiede che cadano diverse teste in Libia prima di concedere elezioni.
Per altro, i pozzi di petrolio e gas in Libia non sono sotto il controllo di quello che l'Italia ha visitato a Tripoli, che noi chiamiamo governo libico ma che è poco più di una giunta militare che controlla solo Tripoli e dintorni.
Il petrolio e il gas sono sotto il controllo dell'Esercito Nazionale Libico e delle legittime autorità libiche.
Anche le briciole, bisogna sapere a chi chiederle.
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