Mounir Maqdah e il popolo come difesa al colonialismo

02 Ottobre 2024 07:00 Michelangelo Severgnini


di Michelangelo Severgnini

Mounir Maqdah, leader palestinese delle Brigate martiri di Al-Aqsa, intervistato a Sidone in Libano nel campo profughi di Ein El-Helweh nel luglio 2005.
Le sue risposte sono contenute all'interno del documentario "Isti’mariyah - controvento tra Napoli e Baghdad".


La scorsa notte Israele ha bombardato il campo profughi, installato nel 1948, dove sono stipate 120.000 persone, una Gaza in miniatura all'interno del Libano.

Ha bombardato il campo per fare fuori Mounir Maqdah, seguendo la prassi utilizzata a Gaza e per l'omicidio di Hassan Nasrallah.

Vi assicuro, tutti sapevano dov'era.

Se qualcuno non fosse stato d'accordo, lo avrebbero trovato facilmente.

Invece il campo in tutti questi anni l'ha protetto.

E si farebbero uccidere tutti pur di non consegnarlo alla ferocia di Israele.

Per questo Israele, secondo la stampa occidentale, è in guerra con Hamas, con Hezbollah, con le Brigate martiri ecc...

Come se fossero piccole avanguardie slegate dal territorio.

No, signori.

Gaza l'ha dimostrato e ogni giorno lo dimostra.

Dietro all'inferiorità militare troverete i popoli mediorientali tutti, uno a fianco all'altro, contro il colonialismo.

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