In questi giorni ci stanno continuamente allarmando che la Russia è ormai a un passo da invadere l’Ucraina; che ha già pronto un piano; che il suo esercito è arrivato al confine; che da un momento all’altro ci sarà l’intervento armato e che ecc… ecc… Tutto questo nonostante la Russia abbia ripetuto più volte che non ha intenzione di farlo, ma sta avvertendo che non può più accettare l’avanzata della Nato verso i suoi confini.
Sembra proprio essere ritornati a un clima da Guerra Fredda.
Guerra Fredda, una parola che gli adolescenti hanno conosciuto solo a scuola, sui libri di storia, sempre che il loro professore sia riuscito a finire il programma studio.
Certamente non c’era riuscito quello di quei due giovanissimi ragazzi che, nel mezzo di un bel parco, erano seduti su una panchina accanto alla mia.
Eravamo a poca distanza e non ho potuto fare a meno di ascoltarli quando ho sentito nominare l’Ucraina:
Anche se sulla Guerra Fredda avevano delle lacune, le altre cose non erano così diverse da quelle che avranno ascoltato sui Tg nazionali o forse dai commenti dei loro genitori.
Mi era venuta voglia di dirgli due parole sul perché la Russia stia posizionando truppe militari vicino al confine ucraino. Ma come spiegargli ciò che era accaduto nel 2014 in Ucraina (un colpo di Stato, sostenuto dall’Occidente, chiamato rivoluzione); o il fatto che il governo ucraino continui a non rispettare gli ‘Accordi di Minsk’. Per non parlare del ruolo centrale di Stati Uniti e Nato in questa crisi. Erano troppo giovani per starmi ad ascoltare su questi temi.
A quel punto mi sono ricordato di una brevissima storia. Modificandola con un po’ di fantasia era perfetta per far capire a quei due adolescenti come si è creata la crisi ucraina tra Russia e Stati Uniti, e con la scusa che non si ricordavano quando era stata “combattuta” la Guerra Fredda, mi sono inserito tra i due ragazzi:
«Supponiamo che due persone, residenti in un paese molto lontano, sono state ospitate dai miei vicini di casa che vivono a pochi metri dalla mia, nella quale sono nato e ho sempre vissuto.
Non è che la cosa mi avesse fatto tanto piacere perché, per ospitali, hanno prima cacciato da casa un loro famigliare, con il quale andavo d’accordo.
Appena arrivati mi rendo conto che ai due ospiti piace ascoltare la musica – come piace anche a me – perché si sono portati dietro un potente impianto stereo, ma peccato che il genere che preferiscono è il Reggaeton, mentre a me piace il Rock.
Il problema è che dopo qualche giorno hanno cominciato ad alzare sempre di più il volume della musica, fino a metterlo al massimo, e questo dalla mattina alla sera, col tacito consenso dei padroni di casa.
Io ho sopportato per un po’, ma poi mi sono stancato di subire passivamente questo fastidioso ‘reggaeton’ e sono andato a parlargli.
Con modi educati gli faccio capire il mio disagio, dicendogli: “Ehi, amici, tutto bene? Vi chiedo se è possibile abbassare un po’ il volume per favore, così anche io posso continuare ad ascoltare un po’ di rock in tranquillità”.
Ma invece di parlare col padrone di casa mi sono trovato davanti i due ospiti che, sapendo di non violare la legge, si sono presentati con una pistola in bella mostra infilata tra la vita e la cintura, dicendomi: “Ascolta, noi possiamo fare rumore dalle 9 del mattino fino alle 8 di sera, quindi non venire a dirmi cosa posso fare e cosa non posso fare.
A quel punto, non volendo reagire violentemente – perché poi ci scappa il morto – non mi resta che voltare le spalle e ritornarmene a casa a testa bassa.
Certo, io non li posso denunciare perché non stanno esattamente violando la legge, ma con la musica così alta, e la loro prepotenza, mi stanno proprio rompendo le scatole.
Aspetto un po’ di tempo, sperando che i padroni di casa non gli permettano più di fare tutto quello che vogliono.
Ma niente, ogni giorno si ripete la stessa identica cosa: volume al massimo, io che vado a parlargli, loro che se ne infischiano e io che me ne ritorno a casa sconsolato.
E infatti io decido di provarci per l’ultima volta. Ma quando mi aprono la porta mi rendo conto che hanno comprato altre casse acustiche molto più grandi e potenti di quelle che avevano, e queste avrebbero intenzione di posizionarle proprio nella stanza che si affaccia difronte casa mia.
A questo punto, capendo definitivamente con chi ho a che fare, non serve più a nulla continuare a parlarci.
Così, invece di tornarmene a casa un’altra volta a testa bassa, vado anche io a comprare delle potenti casse acustiche, e le posiziono nella mia stanza proprio in direzione delle loro finestre.
A me non piace ascoltare la musica così forte, ma metto il mio rock ad altissimo volume in modo che capiscano quanto sia fastidioso non poter più stare tranquilli a casa propria, sperando così che ci pensino bene prima di posizionare le nuove casse nella stanza difronte casa mia.
E tutto questo accade solo perché altri, venuti da molto lontano, hanno deciso di fare quello che vogliono nonostante non stiano a casa loro, ma in quella di amici.»
I due adolescenti mi hanno risposto, ma è superfluo dire cosa.
E poi, salutandomi, mi hanno detto che racconteranno questa storia al loro prof.
di Alessandro Orsini* Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...
Come ha riportato ieri il New York Times, che ha citato funzionari statunitensi a conoscenza della questione, il presidente degli Stati uniti d’America, Joe Biden avrebbe approvato l'impiego...
In una conferenza tenuta nella capitale armena Yerevan e ripresa oggi da Svetlana Ekimenko su Sputnik, l'economista di fama mondiale Jeffrey Sachs ha dichiarato come il "mondo sia in bilico e sull'orlo...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa