Riceviamo e pubblichiamo
Quanto sta emergendo dall’inchiesta di Genova con gli arresti, le perquisizioni e ciò che risulta dalle intercettazioni, illumina un vero e proprio sistema che si era consolidato nella gestione delle dinamiche portuali.
Un sistema che, da quello che si evince dalle indagini in corso, coinvolgerebbe tutti gli ingranaggi del “meccanismo”: autorità di Sistema, politica, terminalisti e anche sindacalisti. Un sistema che vede oggi coinvolto il maggior porto italiano ma che parla a tutto il Paese.
Sarebbe troppo facile, adesso, dire avevamo ragione noi. Quando abbiamo denunciato pratiche illegali da Livorno a Napoli passando dai porti di Salerno e Palermo. Quando abbiamo contestato lo strapotere degli armatori e il sistema delle concessioni e le possibili connivenze di chi quelle stesse concessioni doveva approvarle.
L’errore più grande che potremmo fare è fermarsi alle sole indagini senza aprire una riflessione nazionale su quanto sta succedendo.
Il terremoto giudiziario di Genova deve essere l’occasione per mettere in discussione queste dinamiche che coinvolgono anche ai lavoratori più di quanto si possa credere.
Perché alcuni di questi armatori sono gli stessi che siedono ai tavoli di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. Una trattativa ancora bloccata nonostante le legittime richieste di aumenti salariali REALI per i lavoratori portuali e nonostante gli scioperi.
Perché c’è una riforma del sistema portuale in discussione i cui obiettivi dichiarati sono anche quelli di snellire le procedure per le concessioni portuali andando a privatizzare le AdSP e mettere in discussione le Compagnie Portuali Italiane.
Perché questo sistema ha limitato fortemente e limita tutt’ora gli spazi di democrazia e confronto sindacale nei nostri porti a partire dal rinnovo delle RSU.
Ed è proprio di queste ore la notizia clamorosa che nel maggiore terminal contenitori d’Italia (PSA) la lista USB corredata di più di 200 firme di lavoratori sia stata escluse in base a motivazioni del tutto capziose e assurde.
Per queste motivazioni, L’Unione Sindacale di Base mare e porti lancerà a breve una serie di mobilitazioni anche presso le sedi di Adsp e di Assiterminal per il futuro stesso della portualità in Italia.
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