Genova: lista USB esclusa dalle RSU nel Terminal PSA-GP

Riceviamo e pubblichiamo

In queste ore abbiamo appreso la notizia clamorosa che nel Terminal PSA-GP la lista USB, corredata da più di 200 firme, è stata esclusa dalla partecipazione alle RSU, da Cgil, Cisl, Uil e padronato, appellandosi alla tardiva adesione all'allegato G del CCNL Porti. In realtà, l'allegato G dice chiaramente che possono partecipare coloro che “aderiscano ai Codici di autoregolamentazione ed al presente regolamento”. Nell’allegato G non sono presenti termini temporali di adesione. Ma è solo l'ennesima invenzione dopo che, pur di non farci presentare le liste nel terminal PSA-GP, ad ogni comunicazione di questa telenovela che dura da 4 mesi si sono inventati regolamenti diversi a piacimento delle parti. La prima volta la privacy, poi le carte d'identità per le firme, poi l'accettazione da parte delle parti datoriali e ora le tempistiche legate alle comunicazioni.

Ci teniamo a ribadire che noi abbiamo seguito tutto il percorso nel pieno rispetto delle regole, nella convinta certezza che debbano essere i lavoratori a decidere da chi farsi rappresentare in perfetta democrazia, senza troppi “mastrussi”.

Il modello genovese emerso nelle ultime settimane è l'esatta rappresentazione di quello che tutti i giorni vediamo sui posti di lavoro: la creazione di cartelli che legano assieme diversi interessi, lo sosteniamo da anni. Non a caso, per impedirci di partecipare e non avere scomodi intrusi che li disturbino hanno scomodato le segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil che hanno scritto insieme e in perfetta sintonia con Assoporti, Assiterminal, Assologistica e Fise-Uniport. Questo stesso “cartello” andrà a decidere del nuovo CCNL Porti, della Riforma Portuale, ed è responsabile del continuo indebolimento della comunità portuale e del peggioramento delle condizioni di lavoro e di salario dei lavoratori. Esattamente come avvenuto per gli accordi sugli interinali o per l'ingresso, in sordina, di maggiori controlli per i dipendenti; o, ancora, il tentativo di demolire la CULMV per rendere il lavoro ancora più flessibile, in base agli unici interessi dei padroni, così come per l'assenza degli RLS nelle banchine o per gli accordi sindacali siglati contro il volere dei portuali.

Per noi si è raggiunto il limite: se non rispondiamo ora a questo modello che, da anni, ci affossa sempre di più, saremo destinati a rimanere succubi di questo sistema per sempre.

Riteniamo intollerabile che Cgil Cisl e Uil, muti e zitti su quanto accade in questi giorni in porto tra corruzione, abusi d'ufficio e molto altro diano un segnale di vita solo per escludere Usb e compiacere i padroni

O adesso o mai più: indiciamo un presidio lunedì 20, ore 9:00, a Palazzo San Giorgio, presso l’Autorità portuale di Genova.

USB Lavoro Privato Porto di Genova

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