L'agenda governativa risponde sempre ai dettami delle imprese

di Federico Giusti

Governo che va, governo che viene ma la sostanza del problema rimane sempre la stessa e ogni Esecutivo rispecchia il punto di vista datoriale tutelandone in sede legislativa e politica le istanze e gli interessi.

Dal prossimo 2 agosto entreranno in vigore le disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 103 del 12 luglio scorso, delega di una legge di due anni or sono in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

La ratio del provvedimento legislativo è quello di allentare i controlli alle aziende in materia ambientale e nelle norme che disciplinano la sicurezza sul lavoro. Per mesi ministri del Governo Meloni hanno lanciato messaggi rassicuranti. Il fisco deve essere amico delle imprese, lo stesso dicasi per la Pubblica amministrazione.

Se queste sono le premesse la riduzione degli adempimenti e del sistema dei controlli diventa un aiuto concreto alle associazioni datoriali ma segna al contempo il progressivo disimpegno dello Stato dal costruire sistemi efficaci atti a verificare il corretto adempimento di norme a tutela della salute pubblica.

La protesta degli ispettori del lavoro andrebbe presa sul serio, ad esempio annunciare dieci giorni prima una ispezione in azienda significa rinunciare in partenza a efficaci controlli che di solito avvengono a sorpresa.

Tra un controllo e l'altro poi dovranno passare almeno 10 mesi se non saranno riscontrare criticità, se pensiamo al numero degli ispettori in rapporto alle imprese esistenti oggi possono trascorrere anni prima di un controllo.

Il problema non è dato non solo dall'insufficiente numero degli ispettori ma dall'effettivo potere che gli stessi potranno esercitare, anche il calcolo del fattore di rischio a determinare le attività in azienda potrebbe dimostrarsi un'arma a doppio taglio se pensiamo che molti infortuni , e malattie professionali, si verificano nelle piccole imprese in settori dove la probabilità di un sinistro è sulla carta remota.

Siamo poi alquanto preoccupati dalla istituzione di specifici enti certificatori che potrebbero diventare strumento delle associazioni datoriali proprio per allentare i controlli.

E si parla del congelamento delle sanzioni fino a 5 mila euro qualora l'impresa dovesse adempiere agli emendamenti richiesti.

Ci chiediamo quale imprenditore avvertito dieci giorni prima faccia trovare dei lavoratori a nero, poi dopo una diffida ci saranno 20 giorni di tempo per mettersi in regola senza incorrere in alcuna sanzione. La patente a punti in edilizia eleva a 100 punti la dotazione per alcune categorie di imprese che per scendere sotto i 15 punti dovrebbero commettere una serie infinita di reati di grave entità fino agli omicidi sul lavoro

E come se non bastassero questi favori alle imprese manca il capitolo delle vittime sul lavoro, intanto è finita nel dimenticatoio la istituzione di una Procura nazionale del lavoro,

Un magistrato ha correttamente sintetizzato i provvedimenti nella volontà di "trasformare le irregolarità in immunità e, dunque, in impunità”.

Mentre aumentano malattie professionali, infortuni e morti sul lavoro, questa è la risposta del Governo Meloni.

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