di Federico Giusti
Si fa strada un tortuoso percorso di confronto tra la commissione europea e il Governo italiano sull'indebitamento economico per rientrare dei parametri previsti dalle norme comunitarie, il Governo Meloni deve inviare la bozza della Manovra di Bilancio a Bruxelles per il nulla osta necessario e solo dopo aprire la discussione in Parlamento per la definitiva approvazione.
Le nuove norme in materia di bilancio comunitario sono state approvate nei mesi scorsi, viene superato il tradizionale rapporto debito/PIL superiore al 60 per cento, con riduzione annua dell’eccedenza di debito rispetto a questa soglia con misura pari ad almeno un ventesimo
Proviamo quindi a capirci qualcosa in una materia ostica e oscura a molti.
Partiamo dal tasso di crescita della spesa primaria netta (Il Governo parla di aumento medio dell’1,5% all’anno della spesa primaria netta e una celere diminuzione del deficit che nel 2026 è previsto al di sotto del 3% del Pil), le previsioni economiche del Governo sono state più volte smentite da un quadro economico europeo sempre più critico.
Rispetto agli anni antecedenti alla pandemia sono previsti maggiori investimenti pubblici accompagnati da un pacchetto di riforme strutturali sostanzialmente imposte ai singoli paesi, tutto quanto rientrerà nel documento di programmazione economica con validità pluriennale.
I paesi che non rientreranno nei parametri di spesa previsti dovranno quindi negoziare un piano di rientro con alcune riforme che poi sono rappresentate da privatizzazioni e da aiuti alle imprese. Ogni singolo stato dovrà quindi gestire le politiche di bilancio all'interno della spesa deliberata, annualmente sarà redatta la Relazione sullo stato di avanzamento che dovrà dimostrare il progressivo rientro del debito con la presentazione annuale del Documento programmatico di bilancio.
Il debito pubblico superiore al 60 per cento del PIL e il disavanzo pubblico superiore al 3 per cento del PIL comporta un controllo severo da parte del Bruxelles in lunghi sette anni nei quali il paese indebitato dovrà rientrare all'interno dei parametri di spesa previsti.
La presentazione e il nulla osta del Piano e della manovra di Bilancio saranno dirimenti per il futuro del nostro paese e non intravediamo nel paese alcun dibattito sui contenuti ma piuttosto polemiche su singoli punti, magari meritevoli della massima attenzione, lasciando fuori dall'analisi le misure atte a contenere il debito e soprattutto la merce di scambio determinata dalle riforme strutturali richieste.
Mancano in sostanza una visione di insieme e una articolata analisi economica, fiscale, di quali saranno i tagli e le loro effettive ricadute sulla riduzione della spesa pubblica.
Leggiamo commenti parziali e critiche scollegate da percorsi analitici e conflittuali per entrare nel merito di una manovra di Bilancio che acuirà le disuguaglianze sociali ed economiche
E a quanti pensano che la discussione Parlamentare in corso sul ddl 1660 sia scollegata dalla manovra economica presto dovrà ricredersi visto che questo insieme di norme repressive e securitarie mira essenzialmente alla criminalizzazione del dissenso e della conflittualità, i padroni sono assai più lungimiranti dei subalterni e per questo vogliono inasprire le pene per azioni finalizzate a contrastare le grandi opere, per rafforzare invece le decisioni padronali e i processi di militarizzazione dei territori e della società.
Una visione di insieme dovrebbe, con lungimiranza, prendere sul serio le riforme strutturali, non crediamo che il ddl 1660 sia suggerito da Bruxelles ma rappresenta pur sempre un 'offerta da avanzare alle autorità europee per rafforzare l'immagine di un paese coeso e pacificato, senza conflitto sociale, credibile sul piano internazionale.
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