di Federico Giusti
Mancano le case popolari e quelle esistenti necessitano di manutenzioni ordinarie e straordinarie per le quali non ci sono soldi.
Se il Governo risponde al disagio abitativo, con il decreto 1660, inasprendo le pene per gli occupanti di casa e includendo nella spirale repressiva anche le associazioni e i sindacati degli inquilini,, gli sfratti esecutivi vanno avanti senza sosta con gli enti locali ormai impossibilitati ad offrire alloggi agli sfrattati.
La strategia dei Governi succedutisi negli ultimi 20 anni è stata quella dei contributi agli affitti rinunciando in partenza a interventi diretti, a far requisire dai Sindaci gli alloggi sfitti da almeno un decennio. Anche l'assenza di un piano nazionale per costruire alloggi di edilizia popolari suona come ignavia e disinteresse verso le problematiche dell'abitare.
Con la pandemia la morosità incolpevole ha raggiunto il suo apice, gli interventi di aiuto economico al pagamento degli affitti sono stati insufficienti non raggiungendo tutta la platea dei bisognosi, il costo degli immobili e degli affitti è andato alle stelle e si è persa traccia de cosiddetto social housing promosso dalle Fondazioni bancarie che appariva fin da subito destinato all'insuccesso.
Ci sono oggi 60mila alloggi sfitti da ripristinare, Federcasa dichiara che ne servirebbero almeno 250mila per dare una prima risposta alle famiglie che ne hanno bisogno
Veniamo da lustri di latitanza dello Stato e il trasferimento delle competenze agli enti locali non ha prodotto alcun risultato
Federcasa chiede la costruzione di nuove case per fronteggiare l’aumento delle situazioni di povertà ma anche un aiuto statali per le manutenzioni e ad oggi questa richiesta è senza risposta.
Da anni ormai il disagio abitativo caratterizza anche quelle un tempo definite classi medie, prova ne sia la crescita della morosità incolpevole. I dati sono a dir poco allarmanti, se pensiamo a oltre un milione e mezzo di famiglia in disagio abitativo che non riescono a pagare i canoni locativi o sono indietro nel saldare le utenze. La prossima manovra di Bilancio sarà indirizzata al contenimento della spesa pubblica in palese contraddizione con i proclami del centro destra o il fatidico piano casa sbandierato da Salvini.
Basti pensare che l’ultimo piano casa nazionale prende il nome di Amilcare Fanfani e si è concluso oltre 60 anni fa a dimostrazione che l'edilizia popolare, dopo gli anni del centro sinistra nella prima Repubblica è finito letteralmente nel dimenticatoio.