Governo Meloni, un'autentica miseria l'offerta per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione

Sei per cento di aumenti con una inflazione nell'ultimo triennio quasi tre volte tanto. Ricordiamo poi che i rinnovi sono calcolati con il codice Ipca che non considera l'aumento dei prodotti energetici importati che sappiamo quanto peso abbiano avuto sull'aumento del costo della vita. Stando alle ultime rilevazioni Istat, relativamente al settembre 2024 l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera a +1,8% (da +1,9% di agosto) e quella al netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%).

Ma un rinnovo per tre anni dovrebbe prendere in esame l'andamento del costo della vita complessivo e allora i dati sarebbero ben diversi. Sia sufficiente questa considerazione per bocciare, prima ancora della firma, il prossimo rinnovo dei contratti nazionali della PA, ridicolo poi il ritocco al rialzo dello 0,22% del tetto alle spese per i salari accessori quando sappiamo che su gli stessi gravano innumerevoli istituti contrattuali che subdolamente la contrattazione nazionale ha spostato al livello aziendale (o di Ente)

Ma ancora più drammatica la previsione di aumenti contrattuali per il prossimo triennio con aumenti solo del 2% con un bilancio previsionale assai incerto per le guerre in corso e i processi speculativi sull'energia.

Sono queste le risorse offerte dal Governo Meloni, aumenti al di sotto del reale costo della vita che ci faranno perdere ulteriore potere di acquisto dopo i quasi 10 anni del passato di blocco della contrattazione con buste paga ferme e il secondo livello contrattuale privato di ulteriori fondi anche attraverso un sistema di regole dettate dalle politiche di austerità.

I contratti intanto saranno rinnovati, se va bene, dopo 3 anni nei quali la perdita del potere di acquisto è stata evidente con salari in continua erosione. il costo della vita reale ha registrato aumenti galoppanti e il Governo se la cava con un terzo della cifra solo per mantenere inalterato un potere di acquisto per altro diminuito nei 9 anni di blocco della contrattazione. Non è quindi casuale che i salari della PA italiana siano tra i più bassi della Ue

La cifra offerta dal Governo Meloni è quindi pari a poco meno di un terzo di quanto sarebbe necessario per scongiurare perdite salariali e al contempo non aumentano poi le materie oggetto di contrattazione che viene invece progressivamente eroso

Gli aumenti sono quindi irrisori e il Governo se la cava con i tagli al cuneo fiscale che fanno per lo più gli interessi delle imprese e saranno finanziati con tagli al welfare come documentato dal rapporto Gimbe sulla sanità.

Fanno cassa sulla pelle dei lavoratori pubblici, per fermare l'erosione del potere di acquisto e di contrattazione non resta che lo sciopero e la mobilitazione.

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