Nel post si parla di un'offerta nella sezione "Lavora con noi!" e nella descrizione del post si parla di "esperienza lavorativa".
L'ISPI è un istituto di primo piano, vi invito a vedere chi siano i soci finanziatori: tra di essi moltissime multinazionali, purtroppo anche quelle che spesso si contraddistinguono per politiche di dumping e di macelleria in materia di diritti dei lavoratori.
Il Presidente onorario è nientepopodimeno che Giorgio Napolitano, proprio lui, il Giorgione nazionale. Insomma, come si dice, stanno intrallazzati alla grande va'.
Bene, torniamo all'offerta di "lavoro": non penserete mica che lavorare per un Istituto tanto prestigioso possa essere una opportunità aperta a tutti! I requisiti sono piuttosto stringenti, ve ne cito solo alcuni: laurea magistrale in discipline linguistiche, politologiche, economiche economia o affini, età massima 25 anni; ottima conoscenza dell’inglese scritto e orale e dei principali strumenti informatici. Le candidature madrelingua inglese avranno precedenza.
Competenze nella gestione di piattaforme virtuali, CRM, e canali di digital marketing (newsletter e social media). Esperienze pregresse in contesti analoghi costituiranno titolo preferenziale.
Dite che è troppo? Beh non pare così pretenzioso, parliamo dell'ISPI e, come si legge dalla loro stessa sbrodolata: "Fondato nel 1934, ISPI è oggi riconosciuto tra i più prestigiosi think tank dedicati allo studio delle dinamiche internazionali". Mica pizze e fichi.
Dopotutto, il candidato avrà un bel po' da fare: predisposizione delle newsletter di promozione degli eventi; gestione operativa degli eventi (digitali e in presenza); aggiornamento del sito web e dei canali social dell'Istituto; creazione e aggiornamento di database dedicati; contatto con i fornitori; supporto all’area per le fasi organizzative degli eventi.
Ora, vi apparirà un pochino volgare, ma prima di candidarsi è bene andare a vedere quali siano le condizioni di "lavoro". E qui casca l'asino perché tutto è tranne che "lavoro", appunto: ISPI offre posizione di tirocinio di sei mesi. Un contratto di formazione, non di lavoro.
E, difatti, nessuna retribuzione o stipendio ma una mera "indennità" (senza uno straccio di contributo previdenziale): per il periodo di tirocinio è prevista una indennità complessiva di 3.000 euro al lordo delle ritenute di legge.
Avete capito bene: meno di 500 euro al mese netti per un giovane laureato e che si approcci a tutte queste attività, avendo peraltro maturato precedenti esperienze.
Questa è l'Italia riservata ai nostri giovani, dipinti come fannulloni e mammoni, uno schifo: istituti plurifinanziati, con ogni probabilità impaccati di soldi, che puntano su una schiavizzazione di fatto dei nostri ragazzi.
Mi domando se tra gli studi finanziati presso di loro ve ne siano anche in materia di diritti sociali, del lavoro, su tutti quei presidi minimi necessari a garantire una esistenza libera e dignitosa.
Dipendesse da me? Tirocini aboliti oggi e, nel frattempo, ogni eventuale abuso dovrebbe comportare la soppressione dell'ente che se ne rendesse responsabile. Per sempre, addio.