Siamo ormai giunti al centesimo anniversario della Marcia su Roma, dai più la scadenza è ricordata solo come presa del potere politico da parte del fascismo, ma gli antifascisti dovrebbero celebrare quella data come inizio della lotta contro il potere fascista. Fino a quel momento la lotta antifascista (iniziata tre anni prima), seppur dura, era tra movimenti sostanzialmente strutturati similmente, mentre dal 1922 c’è stata una saldatura tra Stato e Fascismo e la Resistenza ha assunto dei caratteri peculiari. Dopo la Seconda Guerra Mondiale lo scenario è radicalmente cambiato -seppur non del tutto- e la lotta antifascista si è declinata diversamente.
Nei giorni del centenario della Marcia su Roma gli antifascisti della capitale si riuniscono nel luogo simbolo del fascismo -Piazza Venezia- per rivendicare cento anni di lotte e Resistenza.
Sarà il momento per ricordare le vittime del fascismo e per ribadire la contrarietà alla militarizzazione della società e la logica della “guerra permanente”.
Sarà occasione per criticare la deriva autoritaria degli ultimi anni, in cui le libertà personali e gli spazi di agibilità politica si sono sempre più compressi.
Questa ricorrenza si colloca in una fase politica molto delicata, in cui per la prima volta si insedia un Governo guidato da un’esponente della destra post fascista. Dalle prime dichiarazioni è già chiaro a cosa stiamo andando incontro. Il nuovo Governo si ispirerà a quello polacco che è testa di ponte dell’imperialismo USA in Europa, fomentatore principale dell’interventismo in Ucraina. Quello polacco è quasi uno Stato confessionale in cui i più importanti diritti delle donne e delle minoranze vengono calpestati, un Governo che lascia morire di freddo i migranti ammassati lungo le proprie frontiere .
Il revisionismo storico è una costante dell’azione politica della nuova maggioranza parlamentare italiana. Alcuni esponenti del nuovo Governo hanno posizioni terribili in merito alla questione del “Confine orientale”. Esponenti della coalizione di Governo già si sono espressi in merito all’equiparazione tra nazismo e comunismo, aprendo la strada alla limitazione dell’agibilità politica dei comunisti.
Tuttavia la manifestazione per il centenario della Marcia su Roma è stata pensata e organizzata ben prima dell’ipotesi di avere un nuovo Governo, è un qualcosa di svincolato dalla fase che però tiene conto degli sviluppi della situazione reale.
Nel corso della giornata a Roma ci saranno anche altre manifestazioni, ufficialmente nessuna per celebrare il centenario dell’avvento del fascismo, ma la vigilanza è alta e anche per questo si presidierà Piazza Venezia. Proprio su Piazza Venezia la mattina del 29 ottobre si terrà il primo raduno nazionale da dopo la caduta del fascismo degli ufficiali in congedo (UNUCI) che sfileranno in uniforme: fatto che desta perplessità e timori per la scelta del luogo e della data.
Il presidio è una azione trasversale di diverse forze antifasciste che da posizioni anche molto distanti hanno trovato convergenza su questioni chiare. La piazza sarà aperta e inclusiva. Si è voluto costruire un presidio sinceramente antifascista che respinge ogni tentativo di strumentalizzazione da parte di quei soggetti che fanno l’antifascismo “a giorni alterni”. Si riconosce come strumento centrale d’oppressione il Partito Unico che nelle sue sfaccettature si alterna al Governo da lungo tempo facendo da esecutore di decisioni prese nei grandi centri di potere.
Oggi il compito degli antifascisti è quello di rivendicare un secolo di lotte e di riaffermare gli ideali e i valori che le hanno ispirate. Per questo sabato 29 ottobre alle ore 15:00 si manifesterà a Roma in Piazza Venezia e in contemporanea a Milano a Piazzale Loreto.
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