Draghi, l'uragano economico e una sola scelta per il popolo italiano

02 Giugno 2022 08:00 Vincenzo Costa

Varate nuove sanzioni contro di noi.

Draghi è quel signore che distrugge un paese e poi dice che è colpa di altri.

In ogni scelta antepone interessi estranei e stranieri a quelli degli italiani. Nessun paese europeo è così privo di senso dell’interesse nazionale.

Anche quando i governi devono capitolare di fronte alla prepotenza USA, poi fanno in modo di dilazionare.

Così, i tedeschi promettono, ma poi abbozzano. Gli ungheresi mettono le cose in chiaro. I serbi acquistano petrolio russo a prezzi di favore. La Turchia, paese NATO, chiarisce che non intraprenderà azioni economicamente ostili verso la Russia, perché la danneggerebbero. Persino il Belgio ha chiaro che così non va.

A tutti è evidente che queste sanzioni sono sanzioni contro di noi, vessazioni verso i cittadini europei, sottrazione di potere d’acquisto, distruzione del nostro futuro, perché stiamo preparando una recessione coi fiocchi, certificata da Bankitalia. Che significa disoccupazione.

E per il migliore le sanzioni devono proseguire a lungo, forse per sempre. Cioè dobbiamo distruggere del tutto l’economia del paese e i risparmi degli italiani.

Si copre dietro cose ridicole. Dice che la colpa è di Putin. Ma lucidissimo soggetto, le sanzioni le ha decise Putin?

Hai suggerito un blocco che doveva portare al default l’economia russa. Che doveva portare i russi alla fame.

E invece lo spread cresce qui, l’inflazione cresce qui. La disoccupazione cresce qui.

Ma questo è così gonade da non capire la posta in gioco o è solo un traditore del suo paese?

Parla di dittatori. Ma Putin, piaccia o non piaccia, ha l’80 % di consenso.

Draghi governa non solo senza essere stato eletto, ma con una stragrande maggioranza di italiani che sono contrari alle sue politiche.

Governa senza consenso.

È costui osa parlare di difesa della democrazia? Ma si sciacqui la bocca prima di parlare. Se c’è un dittatore, non eletto, non voluto, che se ne frega del consenso, è lui.

Ormai la scelta è semplice: o il paese si libera di lui o è destinato a soccombere.

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