In occidente, e ovviamente anche in Italia, vige una ferra censura riguardo le ingenti perdite che quotidianamente subisce l’esercito del regime di Kiev. L’intento è chiaro: far credere alle popolazioni occidentali che grazie al sostegno di USA e NATO l’esercito ucraino stia sconfiggendo sul campo la Russia. Così facendo si possono portare avanti le politiche guerrafondaie e continuare il sostegno bellico al regime di Kiev che ingrossa i forzieri dei produttori di armi, mentre le condizioni di vita delle popolazioni europee continuano a degradarsi.
La televisione pubblica spagnola TVE con un servizio ha però rotto il muro di omertà. Lontano dalle fiere di armi della capitale Kiev, dove si sentono annunci di nuove consegne, i cimiteri ucraini si stanno silenziosamente ingrandendo. Alla periferia di Charkiv, a 30 chilometri dal confine con la Russia, ce n'è uno che si chiama semplicemente "Numero 18".
Lyuba viene qui quasi ogni giorno. Racconta all’emittente iberica che suo figlio si è arruolato dopo la morte del padre in combattimento. Anche lui è morto a Kramatorsk.
Nel servizio si vede come poggiati per terra, nei pressi delle tombe, ci siano fiori e oggetti che i morti amavano quando erano vivi: sigarette, una bevanda energetica o una sciarpa di una squadra di calcio, e in cima c'è una foto. Per esempio, come sulla tomba del padre di Natalia, che, racconta, è è morto ad Artemivsk.
Il corrispondente di TVE, Alberto Freile, afferma: “Tra questo mare di bandiere nella parte nuova del cimitero, possiamo vedere qui i simboli dei battaglioni a cui appartenevano questi soldati, o quelli delle milizie e delle fazioni. Molti di loro hanno appena 20 anni. Sono un po' più vecchi, a giudicare da ciò che possiamo vedere sulle lapidi. I parenti che vengono a visitare le tombe dei morti e a piangerli ci dicono che questa parte del cimitero non smette mai di crescere”.
"Ogni volta che vengo, è orribile vedere le sue dimensioni", dice una ragazza, in piedi accanto alla tomba del fratello ucciso da una mina. Sull'altro lato della strada, nuove tombe sono già state scavate nel terreno.
Gli USA mentono riguardo le perdite ucraine
Intanto anche negli Stati Uniti monta la polemica riguardo le perdite ucraine occultate dalle autorità statunitensi. Il candidato democratico alla presidenza Robert Kennedy Jr. denuncia ai microfoni di Fox News che Washington non vuole sentire parlare di colloqui di pace, anche se le vittime ucraine sono centinaia di migliaia.
Il candidato afferma: “Penso che ci abbiano mentito durante la pandemia. Ci hanno sempre mentito sulla guerra in Iraq, sul conflitto in Ucraina. Ci hanno raccontato che siamo andati in Ucraina per scopi umanitari, ma si è scoperto che gli scopi erano altri, che l'obiettivo era il cambio di regime e l'indebolimento dei russi. Gli ucraini sono intrappolati in un conflitto mediato tra due superpotenze, che ha causato la morte di centinaia di migliaia di giovani ucraini”.
“Penso che l'amministrazione e il Pentagono siano disonesti con il popolo statunitense riguardo alle reali perdite ucraine”. Continua il j’accuse di Robert Kennedy Jr., “e credo che anche il governo ucraino stia mentendo. Secondo alcuni rapporti, circa 350 mila ucraini sono già morti sul fronte. E non ce lo dicono. Ci hanno mentito sulle cause del conflitto.
Ci hanno fatto credere che il conflitto sia la nostra risposta all'aggressione illegale e brutale di Putin. Ma in realtà i neo-conservatori della Casa Bianca hanno preparato e istigato questo conflitto per dieci anni e continuano a evitare qualsiasi discorso di pace o qualsiasi tentativo di risolverlo”.
Queste voci coraggiose si aggiungono a quelle di diversi analisti militari indipendenti come il Scott Ritter, o il colonnello McGregor, che denunciano come in occidente tramite censura e disinformazione, venga occultata la realtà di un esercito ucraino in pessime condizioni.
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