Durata della guerra in Ucraina. La sentenza del Washington Post



PICCOLE NOTE

David Ignatius sul Washington Post del 27 agosto sostiene che l’amministrazione Biden valuta che la guerra ucraina “probabilmente proseguirà anche il prossimo anno – e che gli Stati Uniti e i loro alleati dovranno rimanere risoluti nell’aiutare l’Ucraina a proseguire il conflitto. Ho percepito lo stesso sentimento a tutti i livelli del governo americano negli ultimi giorni. L’estate è stata frustrante e, per certi versi, deludente per l’Ucraina e i suoi sostenitori occidentali. Ma invece di cercare una rapida fine diplomatica, la maggior parte degli alti funzionari statunitensi sembrano più convinti che mai della necessità di restare saldi con Kiev”.

Ignatius: stallo ma niente cessate il fuoco

Nell’articolo si prende atto che la controffensiva è fallita, ma si nega l’evidenza, cioè che il conflitto è in stallo, constatazione che rilancerebbe l’ipotesi di un cessate il fuoco in stile coreano. Così si accenna solo che non c’è stata la “svolta”, cioè ciò che quasi tutti i politici, i generali e i media d’Occidente avevano dato per certo: lo sfondamento della linea difensiva russa.

Sui media mainstream il fallimento è stato analizzato attentamente e, ovviamente, la responsabilità è stata accreditata ai generali ucraini, i quali avrebbero sbagliato tutto, deragliando dalle direttive vincenti suggerite dagli strateghi Nato.

C’è una barzelletta che descrive in modo plastico tale dinamica, quella che vede un avvocato che, sfogliando gli incartamenti di un processo, dice al suo assistito: “Qui li freghiamo (eufemismo)… qui li freghiamo… qui ti fregano…”, con domanda finale del cliente: “Scusi, avvocato, quando li freghiamo siamo sempre in due, quando siamo fregati sono sempre solo? Così, per sapere, che mi regolo” (in questo video la racconta in modo magistrale Gigi Proietti).

Questo abile trucchetto ha lo scopo di preservare l’immagine vincente dell’Impero, nonostante sia noto che le strategie ucraine siano state messe a punto, per mesi, dagli esperti NATO, che hanno assicurato ai loro clienti che era tutto a posto e potevano vincere, nonostante fosse evidente che la superiorità numerica dei russi, il loro controllo dei cieli e il vantaggio del fattore difesa non davano alcuna speranza agli attaccanti.

Il punto è che gli obbiettivi di questa guerra sono divergenti. Le autorità di Kiev, almeno pubblicamente, hanno l’obiettivo di liberare l’Ucraina, la NATO quello di logorare la Russia, nulla importando che a tale scopo siano perse tante vite, evidentemente insignificanti.

Quest’ultima considerazione non è nostra. Riportiamo l’agghiacciante osservazione del New York Times del 18 agosto: “I funzionari americani dicono di temere che l’Ucraina sia diventata ostativa riguardo le vittime, ciò sarebbe uno dei motivi che l’hanno portata a essere cauta nel condurre la controffensiva. Un grande attacco contro i russi, trincerati e protetti da campi minati, non può non comportare un numero enorme di perdite”.

Insomma, il bagno di sangue registrato in questi mesi di attacchi infruttuosi non è sufficiente a placare la sete degli strateghi da poltrona dell’Impero.

Al di là del cinismo di cui sopra, si registra che in questa fase della guerra i falchi sono riusciti a chiudere tutti gli spazi di manovra alla diplomazia, che pure si erano aperti in fasi precedenti. L’articolo di Ignatius è solo la punta dell’iceberg, ma più che significativa, di tale sviluppo.

Resta da vedere se la prospettiva di tenere la guerra aperta nel 2024 reggerà o meno sia agli sviluppi dei campi di battaglia ucraini sia a quelli della geopolitica globale, in rapida evoluzione. I circoli elitari d’Occidente hanno il difetto di tenere in scarsa considerazione la realtà, come ha palesato la guerra ucraina, e non è detto che le loro previsioni e i loro desideri si realizzino.

Tanti gli imprevisti che potrebbero costringerli a rivedere la loro agenda, a iniziare dal fatto che l’Occidente ha fatto uno sforzo che non ha precedenti per vincere questa guerra e potrebbe non essere in grado di sostenere a lungo tale impegno (le munizioni scarseggiano e non solo quelle). Vedremo.

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