Kiev e quel videomessaggio del Terrore sul modello Isis



PICCOLE NOTE


In un filmato che richiama da presso i videomessaggi dell’Isis, la portavoce dell’esercito ucraino, la cittadina americana transgender Sarah Ashton-Cirillo, ha annunciato che l’Ucraina assassinerà il propagandista preferito di Putin e braccherà tutti i giornalisti considerati propagandisti russi (d’altronde, tempo fa, un altro consigliere di Zelensky elogiava l’Isis…).

Il videomessaggio del Terrore

Così la Ashton-Cirillo: “La prossima settimana, i denti dei diavoli russi digrigneranno ancora più forte e le loro bocche rabbiose sbaveranno in una frenesia incontrollabile mentre il mondo vedrà il propagandista preferito del Cremlino pagare per i suoi crimini. Questo burattino di Putin è solo il primo. I propagandisti criminali di guerra russi saranno tutti braccati”.

Un video tragicamente surreale anche per il sanguinario eloquio e la modulazione del tono di voce (va visto, cliccare qui) e che termina così: “Giustizia sarà fatta perché noi ucraini [lei è americana, ma va beh] siamo guidati nella nostra missione dalla fede in Dio”.

Al di là che non si comprende bene a quale Dio si riferisca, non certo quello cristiano, anche la conclusione riecheggia i videomessaggi del Terrore islamista che si concludevano con l’usuale Allah Akbar.

Una minaccia, quella della sanguinaria signora, che non sembra aver confini e dai contorni aleatori, dal momento che per gli ucraini, e non solo per essi, tutti quelli che divergono dalle loro narrazioni sono definiti propagandisti russi, accusa che più volte ha lambito, e non solo lambito, anche papa Francesco (per fare solo un piccolo esempio).

In violazione della Convenzione di Ginevra

Al di là che i giornalisti, anche quelli embedded quindi votati decisamente alla propaganda (propria sia dei cronisti di guerra russi che occidentali), ricadono sotto la protezione della Convenzione di Ginevra (protocollo aggiuntivo del 12-8-1949, articolo 79), esplicitamente violata dalla stralunata signora, il video in questione si colloca decisamente nell’ambito più ristretto del terrorismo.

Dichiarazioni simili pronunciate da una figura istituzionale quale il portavoce ufficiale dell’esercito dà la misura della deriva di cui è preda la leadership ucraina (il tweet a cui abbiamo rimandato pere visionare il video, di tal Charlie Kirk, commenta così: “Perché diamo i nostri soldi a questi psicopatici?”).

L’intemerata di Sarah Ashton-Cirillo – già collaboratrice (agente?) dell’Fbi – giunge poco dopo le minacce del presidente Zelensky che, in un’intervista all’Economist, avvertiva gli alleati a non diminuire il sostegno all’Ucraina per evitare di far alterare gli ucraini che hanno trovato rifugio nei loro Paesi. Queste le sue parole: “Finora [i rifugiati] si sono comportati bene e sono grati per l’aiuto ricevuto, ma non sarà una bella storia se queste persone saranno messe in un angolo”.

Anche qui, il richiamo al Terrore è alquanto esplicito. Bizzarro che gli alleati dell’Ucraina, che a parole si ergono in difesa della libertà, non tangano in nessun conto queste inquietanti derive, Tale la trista subordinazione della leadership europea ai diktat Nato. E tragiche si annunciano le conseguenze per i cittadini europei.

Da ultimo, si annota che le minacce di Zelensky giungono alquanto nuove, segno che davvero teme che in Europa si stia creando un’opposizione consistente alla guerra per procura contro la Russia di cui egli è garante.

Le falsità sulla riconquista di Kherson

A margine di questa nota, e in attesa che le minacce della sanguinaria signora si concretizzino, segnaliamo un articolo del Washington Post sugli interna corporis dell’esercito russo che, seppur di nessun interesse, contiene un cenno rivelatore.

Scrivendo di Sergej Surovikin, il generale a capo dell’aviazione russa che ha attraversato mesi travagliati, si spiega che a questi “è stato ampiamente riconosciuto il merito di aver ritirato le forze russe sovraesposte da una posizione insostenibile a Kherson”.

Forse pochi ricordano che la conquista del territorio di Kherson è stata propagandata – a proposito di propaganda – come una fantasmagorica vittoria degli eroici soldati ucraini.

Non mettiamo in discussione l’eroismo in questione, solo prendiamo atto della secca smentita della propaganda da parte del WP, ripetuta per mesi come un mantra (vedi ad esempio, sempre il Washington Post “La spettacolare controffensiva che ha scioccato Putin e rimodellato la guerra”).

Non una brillante conquista strategica, ma la semplice avanzata su un territorio abbandonato a seguito di una ritirata strategica dei russi, che peraltro sta dando frutti dal momento che sulle linee difensive decise allora si sta schiantando l’esercito ucraino.

Insomma, se vero che l’asserita vittoria di Kherson ha rimodellato la guerra, l’ha fatto non a vantaggio dei poveri ucraini. Magie della propaganda che, distorcendo la realtà, rendono più ardue, se non impossibili, le vie diplomatiche.

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