Le smanie belliciste euroatlantiche contro la quarta maggiore economia mondiale


di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

La valutazione è relativa a tre anni fa, ma anche negli anni successivi il trend si è mantenuto: secondo le stime della Banca Mondiale, nel 2021 l’economia russa è risultata tra le quattro maggiori del mondo, in una classifica relativa al PIL calcolato a parità di potere d'acquisto (PPA) che prende in esame 176 paesi di un programma della Commissione statistica ONU.

Nel 2020, la recessione dell'economia russa era stata del -2,7%, dovuta in gran parte alle conseguenze della pandemia; l’anno successivo si era registrata una crescita del 5,9%. Nel 2022, secondo il Ministero dello sviluppo economico russo, era stato adottato un piano di sostegno per far fronte agli effetti delle sanzioni occidentali: finanziamenti a piccole e medie imprese, investimenti in settori in grado di produrre merci sostitutive di quelle sottoposte a embargo occidentale, ecc. In tal modo, nel 2022, la recessione si era fermata al -1,2%, mentre nel 2023 si era registrata una crescita del 3,6%.

Quello del PPP è un rapporto tra i prezzi di beni identici in Paesi diversi. Supponendo che un kg di carne bovina costi 12 euro in Germania e 800 rubli in Russia, in rubli la carne tedesca costerebbe 1180 rubli. Dunque, secondo le valutazioni della BM relative all'indicatore del consumo individuale effettivo (AIC), nel 2021, ad esempio, i russi vivevano leggermente peggio dei tedeschi, ma meglio dei cinesi. La BM ritiene che quello del AIC sia un indice più accurato del PIL pro capite, dato che il benessere individuale è calcolato sul consumo personale, e non sui consumi pubblici, investimenti, import-export. Ad esempio, in Lussemburgo, Singapore, Norvegia o Svizzera, il PIL è quasi il doppio dell'AIC e, in base a tale calcolo, nel 2021 gli USA avevano un tenore di vita PPA quattro volte superiore alla media mondiale.

In base al PIL calcolato a parità di potere d'acquisto, l'economia mondiale ammonta oggi a 152,4 trilioni di dollari, con Cina, USA e India cui va il 40% – 19% alla sola Cina – del PIL mondiale: 28,8 trilioni alla Cina, 23,6 agli USA, e 11 all'India. Nel rapporto della BM, la top ten vede appunto la Russia al quarto posto, con 5,7 trilioni (3,8%), Giappone con 5,6 trl (3,7%), Germania 5,2 trl (3,4%), Brasile 3,7 trl (2,4%), Francia 3,6 trl (2,4%), Gran Bretagna e Indonesia entrambe 3,5 trl (2,3%).

Questa valutazione va a fare da sfondo alle smanie guerrafondaie e interventiste euroatlantiche nel conflitto in corso in Ucraina, che vede le forze russe in avanzata su un largo fronte e gli sponsor occidentali della junta nazigolpista muoversi in ordine sparso, chi verso una presenza ufficiale di “istruttori volontari” a fianco delle truppe di Kiev, chi – pur con propri militari già da tempo presenti in Ucraina – col rispondere alle urla guerresche di Stoltenberg-Borrell per togliere le restrizioni sull’impiego di armi occidentali per colpire il territorio russo, come è il caso di Berlino. Chi ancora, muovendosi da par loro, come sempre gli yankee.

Tra i primi, il solito Emmanuel Macron che, secondo Le Monde, sogna di dar vita «in Ucraina a una coalizione europea di istruttori militari», da inviare sul terreno «tra qualche settimana, o addirittura giorni». Una dichiarazione ufficiale in merito potrebbe aversi in occasione dell’arrivo in Francia dell’illegittimo presidente golpista, per i festeggiamenti del 80° dello sbarco in Normandia, il 6 e 7 giugno. Ma, nota Valerija Verbinina sulla russa Vzgljad, non è escluso che Macron, nonostante la fretta con cui il capo di SM golpista Aleksandr Syrskij aveva diffuso la notizia, preferisca rimandare l’annuncio a dopo il voto europeo, visti anche i sondaggi di Radio Europe 1 e Le Journal du Dimanche, che vedono Macron non esattamente in pole position.

A parere di Elie Tenenbaum, direttore del Centre des Études de Sécurité de l'Institut Français des Relations Internationales, l'addestramento di soldati ucraini direttamente sul territorio ucraino consentirà «di trasferire più velocemente l'esperienza, di formare più persone, cioè di migliorare sia la qualità che la quantità» del lavoro. Allo stesso tempo, dice Elie-il-bellicoso, questo costituirebbe anche un diretto segnale a Mosca che «siamo pronti a correre sempre più rischi, e questo impegno è assunto per un lungo periodo di tempo».

Le Parisien scrive tuttavia che Macron, nonostante le dichiarazioni, non arde dal desiderio di fare l’eroe solitario, ma vorrebbe essere sostenuto da altri “volenterosi”, nell’ambito, appunto, di una «un'iniziativa paneuropea. Sta cercando di convincere altri membri UE, come i Paesi baltici, a passare dalla sua parte». E, in effetti, il Ministro degli esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha risposto prontamente che «la Lituania è pronta a unirsi a una coalizione guidata, ad esempio, dalla Francia, e questa coalizione addestrerà i soldati in Ucraina». Sembra far eccezione, questa volta, uno dei tradizionali guerrafondai più russofobi, come l’omologo polacco di Landsbergis, il famigerato Radoslaw Sikorski, che invece sussurra di esse giunto «alla conclusione che sarebbe più sicuro ed efficace addestrare i militari ucraini sul territorio polacco».

D’altronde, tradizione per tradizione, se i polacchi, ottant’anni fa, avevano visto la Armia Krajowa combattere contro i nazisti, ma soprattutto contro l’Esercito Rosso, quando questo si avvicinava alle frontiere polacche nel 1944, erano stati per l’appunto i lituani che, in massa, si erano aggregati alle file hitleriane fin dal 1941 e i volontari filonazisti francesi che, con la divisione SS “Charlemagne”, erano stati gli ultimi a lasciare Berlino assediata dall'Esercito Rosso, negli ultimi giorni di Hitler.

Sul versante poi della fine delle restrizioni all’impiego di armi occidentali per colpire il territorio russo, Politico scrive che la decisione di Joe Biden in merito sarebbe venuta su insistenza del consigliere per la sicurezza nazionale Jack Sullivan e del capo del Dipartimento di stato Antony Blinken. In particolare, Sullivan avrebbe puntato sull’uso di armi yankee nell’area di Khar’kov, specificamente contro batterie di fuoco russe, e Blinken avrebbe convinto Biden dopo la visita a Kiev dello scorso 17 maggio.

Nel dettaglio, il Dipartimento di stato avrebbe autorizzato Kiev a usare armi USA per i combattimenti “di contro-batteria”, su obiettivi in territorio russo prossimi alla alla regione di Khar’kov. Con ciò ammettendosi indirettamente la presenza di militari USA direttamente al fronte, onde evitare che le truppe ucraine dirigano il fuoco verso obiettivi “a loro piacimento”.

In ogni caso, come riporta Daily Express, Vladimir Putin ha immediatamente ammonito i guerrafondai euroatlantici sulle conseguenze di un’escalation. Semplicemente, i criminali pazzi e ignoranti della NATO, dovrebbero «rendersi conto, con cosa stiano giocando», ha detto. E dal Ministero degli esteri non hanno tardato a dichiarare che eventuali militari, francesi o di altri paesi, presenti nella zona di conflitto, verrebbero considerati obiettivi legittimi dell'esercito russo.

A questo punto, rimane la “curiosità” di ascoltare Emmanuel Macron il prossimo 6 giugno, in occasione dell’anniversario del D-day. Si spingerà forse a dire che, così come la liberazione del lager di Auschwitz, compiuta dal 1° Fronte ucraino dell’Esercito Rosso, secondo la nuova narrativa europeista era stata “opera degli ucraini”, ora, evocando lo sbarco anglo-americano, arriverà a paragonare la Russia odierna alla Germania nazista, esortando i francesi a farsi solidali e combattivi per aiutare l'Ucraina nazigolpista? Gli eredi della “Charlemagne” sono ancora ansiosi di fare i primi della classe.

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