Hamas ha annunciato che affronterà seriamente e positivamente qualsiasi accordo che includa la cessazione dell'aggressione israeliana, il ritiro dei sionisti da Gaza e lo scambio di prigionieri.
Attraverso una dichiarazione rilasciata ieri sull'account Telegram, il capo dell'Ufficio politico del Movimento di resistenza islamica palestinese (HAMAS), Ismail Haniyeh, ha sottolineato che “la nazione palestinese non smetterà di lottare fino a quando gli occupanti non lasceranno la loro terra e non verrà istituito uno Stato palestinese indipendente con capitale Al-Quds”.
Haniyeh ha ribadito che HAMAS sta conducendo i negoziati partendo questo punto di vista che esprime la volontà del popolo palestinese e la sua resistenza.
Riferendosi alla profanazione della Moschea di Al-Aqsa da parte dei coloni israeliani durante la loro provocatoria “marcia delle bandiere”, il leader di HAMAS ha ricordato che "le intimidazioni dei sionisti in questo sito dimostrano che questa città santa è l'asse e il centro delle tensioni e degli scontri."
Haniyeh ha sottolineato che HAMAS e gli altri gruppi della Resistenza si avvicineranno seriamente e positivamente a qualsiasi accordo basato su tre punti:
In precedenza, HAMAS aveva lamentato che Israele non ha la volontà politica di negoziare e raggiungere un accordo e che avrebbe accettato solo proposte che avessero incluso un cessate il fuoco permanente, il ritiro di Israele da Gaza e il ritorno dei rifugiati.
Dal 7 ottobre, dopo l’operazione di Hamas, ‘Tempesta di al Aqsa, Israele ha scatenato una guerra genocida su Gaza che finora ha ucciso più di 36.586 palestinesi, secondo il Ministero della Sanità palestinese.
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