Presidenti, personalità politiche, movimenti e attivisti di tutto il mondo hanno celebrato la notizia della liberazione di Julian Assange, detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh da più di cinque anni.
"Oggi celebriamo la tua libertà", le parole della neoeletta presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, la quale ha ricordato con una fotografia che, il 14 settembre 2022, in qualità di sindaco della capitale messicana, aveva consegnato a Julian Assange le chiavi della città attraverso la sua famiglia.
Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, si è congratulato con Julian Assange per la sua libertà, precisando che "l'eterna prigionia e la tortura di Assange costituiscono un attacco contro la libertà di stampa su scala globale".
Allo stesso modo, il presidente colombiano ha riconosciuto che "denunciare il massacro di civili in Iraq da parte dello sforzo bellico statunitense è stato un suo crimine, ora il massacro si ripete a Gaza", ed ha invitato Assange e sua moglie Stella a visitare la Colombia: "facciamo un atto per la vera libertà”, l’invito di Petro.
"Almeno in questo caso, la Statua della Libertà non è rimasta un simbolo vuoto; è viva e felice come milioni di persone nel mondo", ha scritto sul suo account X il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador.
Miguel Díaz-Canel, presidente di Cuba, ha sottolineato che la "lunga e crudele punizione" che ha subito l'australiano per aver denunciato i crimini di Washington "rimarrà nella memoria del popolo come prova di quanto poco i suoi carcerieri credano nella libertà di stampa".
Il presidente della repubblica bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha definito il fondatore di WikiLeaks un esempio di "coraggio nella battaglia per la verità", evidenziando che la sua liberazione è un trionfo a favore della lotta dell'umanità per il rispetto dei diritti umani. allo stesso tempo, il vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela (PSUV), Jorge Arreaza, ha considerato la notizia straordinaria, sottolineando che Assange “non avrebbe mai dovuto essere perseguitato, tanto meno incarcerato”.
Sacha Llorenti, ex presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha definito la libertà dell'attivista come una “vittoria per il giornalismo” e la prova che “la lotta produce risultati”. "Oggi il mondo è un po' più giusto", ha aggiunto.
"Un brav'uomo, finalmente libero. La situazione sta cambiando ", ha scritto il giornalista statunitense Tucker Carlson sul suo account X.
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