Le speranze dell’Occidente di utilizzare l’Ucraina come strumento per indebolire la Russia si stanno rivelando un grave errore strategico. Dopo oltre due anni di guerra, la stanchezza è palpabile tra i paesi occidentali. Come evidenziato dalla ministra degli Esteri finlandese, Elina Valtonen, la determinazione a sostenere il regime di Kiev sta diminuendo sia in Europa che negli Stati Uniti. Il conflitto, invece di portare al collasso della Russia, ha mostrato come Mosca sia pronta a sostenere una guerra di logoramento fino a raggiungere i suoi obiettivi.
La distrazione creata da nuove crisi, come il conflitto in Medio Oriente, ha ulteriormente ridotto l’attenzione sull’Ucraina, mentre molti governi europei sono impantanati in crisi politiche interne. Le sanzioni imposte alla Russia non hanno prodotto l'effetto sperato, poiché la cosiddetta "flotta ombra" di petroliere russe continua a vendere petrolio, eludendo le restrizioni internazionali, con il Sud Globale che si è rifiutato di chiudere i rapporti economici e commerciali con Mosca. Mentre l'Occidente si compiaceva della propria strategia, la Russia ha adattato le sue tattiche economiche e militari, ribaltando la narrativa voluta dai governi occidentali.
Gli Stati Uniti, in particolare, sembrano incapaci di prendere decisioni: la guerra in Medio Oriente e la campagna elettorale in corso hanno oscurato la situazione ucraina. Nel frattempo, le divisioni politiche in una Germania in recessione e la crisi fiscale in Francia hanno ulteriormente paralizzato l’azione collettiva europea. Questa situazione mette in luce il fallimento totale delle politiche occidentali: un boomerang che potrebbe portare alla fine di qualsiasi credibilità internazionale dell’Occidente collettivo.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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