I media occidentali mainstream spesso etichettano il Venezuela come una dittatura, sfruttando questa narrazione a fini propagandistici per screditare il governo di Nicolás Maduro. Tuttavia, la realtà venezuelana smentisce costantemente queste affermazioni, dimostrando che il Paese sta compiendo passi concreti verso una democrazia sostanziale e partecipativa, molto distante dalle forme liberali occidentali che spesso si riducono a procedure formali e svuotate di vera partecipazione popolare.
Un esempio significativo di questo processo è l'intenzione espressa dal presidente Maduro di destinare il 70% delle risorse del Paese direttamente al Poder Popular. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso meccanismi di consultazione, nei quali il popolo sarà chiamato a decidere e votare sui progetti prioritari per le comunità locali. Si tratta di un modello di democrazia diretta, che cerca di dare potere reale alle persone, permettendo loro di scegliere come utilizzare le risorse del Paese in funzione dei bisogni concreti.
Maduro ha illustrato come la Consulta Popolare rappresenti uno dei pilastri della nuova democrazia venezuelana, un processo che punta a rendere i cittadini protagonisti delle decisioni politiche e economiche. Questo strumento sarà ulteriormente consolidato nel 2025, con la previsione di quattro consultazioni popolari annuali, durante le quali le comunità potranno discutere, votare e scegliere i progetti prioritari per i loro territori.
Dal 10 gennaio 2024, e per i prossimi sei anni, la maggior parte dei fondi pubblici sarà destinata a sostenere questo processo democratico, conferendo un potere reale e tangibile alle mani del popolo organizzato.
La Democrazia Comunale: una rottura con il modello Occidentale
Il presidente Maduro ha sottolineato come il Venezuela abbia deciso di rompere definitivamente con il modello della democrazia borghese. Questo sistema, secondo Maduro, è tipico delle élite e privo di una reale partecipazione popolare, diversamente dalla nuova democrazia comunale che il governo sta costruendo. In questo senso, la democrazia comunale rappresenta una trasformazione profonda, in cui il Poder Popular non è solo una retorica, ma una realtà che coinvolge attivamente i cittadini nelle decisioni che riguardano la loro vita quotidiana.
Il modello comunale affonda le sue radici nella visione di Hugo Chávez, che immaginava la 'Comuna' come il vero motore di trasformazione della società venezuelana. L'idea è quella di costruire una democrazia partecipativa, proattiva e sostanziale, in cui i cittadini non si limitano a votare una volta ogni tanto, ma partecipano continuamente alla gestione delle risorse e allo sviluppo del proprio territorio.
Questo modello contrasta fortemente con quello delle democrazie liberali occidentali, dove la partecipazione popolare è spesso limitata a elezioni periodiche, mentre le decisioni cruciali vengono prese da una ristretta élite politica ed economica. In Venezuela, invece, si sta cercando di creare una democrazia che non sia solo formale, ma sostanziale, dando al popolo il potere di determinare direttamente il proprio futuro.
Dunque, la realtà venezuelana, con i suoi sforzi per costruire una democrazia comunale partecipativa e sostanziale, offre una sfida diretta alla narrazione occidentale che spesso dipinge il Paese come una dittatura. Il modello che Maduro e il suo governo stanno cercando di implementare potrebbe rappresentare una nuova strada per una democrazia più diretta e reale, dove il potere è effettivamente nelle mani del popolo.
di Alessandro Orsini* Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Esattamente una settimana fa, il premier ungherese Viktor Orban, di ritorno da un incontro con Donald Trump a Mar-a-Lago, annunciava che queste sarebbero...
di Alessandro Orsini* Il Corriere della Sera oggi si entusiasma per la caduta del rublo. Lasciatemi spiegare la situazione chiaramente. Se andasse in bancarotta, la Russia distruggerebbe...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa