In un mondo sempre più multipolare, dove l’ordine internazionale è in rapida trasformazione, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov offre una visione chiara e decisa delle dinamiche geopolitiche contemporanee. Le sue dichiarazioni riflettono una forte critica alle strutture di potere occidentali e un supporto appassionato per alternative come i BRICS, che emergono come uno spazio di cooperazione aperta e non coercitiva per i paesi della "maggioranza mondiale".
Lavrov sottolinea la principale differenza tra i BRICS e le organizzazioni occidentali, evidenziando come il gruppo sia fondato sulla parità tra i suoi membri. "Nei BRICS non ci sono né leader né seguaci, né alcun apparato burocratico come quello che vediamo a Bruxelles" ha dichiarato, riferendosi all’influenza centralizzatrice dell'Unione Europea. In quest’ultimo caso, sostiene Lavrov, la burocrazia si dedica a "pompare l'Ucraina di armi" a scapito degli interessi economici e sociali dei paesi membri. Il contrasto con i BRICS è evidente: "Il blocco BRICS non obbliga nessuno a sacrificare nulla", ma anzi, mira a massimizzare i benefici comuni attraverso la cooperazione tra i suoi membri. Questo approccio attrae un numero sempre maggiore di paesi che vedono nel blocco un'opportunità per svincolarsi dall'egemonia occidentale.
Lavrov è chiaro nel suo giudizio sul ruolo degli Stati Uniti nella politica mondiale, accusandoli di voler perpetuare un dominio unilaterale che va contro il corso naturale della storia. "L'Occidente ha dimostrato più volte non solo la propria disponibilità, ma anche la determinazione ad applicare sanzioni illegali contro qualsiasi paese percepito come una minaccia al suo dominio economico" afferma, aggiungendo che le azioni di Washington rappresentano un tentativo disperato di mantenere una posizione di predominio che va scomparendo. L’ascesa di potenze economiche come Cina, India e i BRICS nel loro complesso, il cui contributo al PIL globale supera ormai quello del G7, indica un cambiamento irreversibile. "Questo processo storico si sta muovendo in una direzione diversa, e l'Occidente dovrà prenderne atto".
Nel contesto di una crescente polarizzazione globale, Lavrov critica duramente le iniziative statunitensi in tema di controllo degli armamenti nucleari. Definendo "una menzogna" la proposta di Biden di negoziare senza precondizioni, il ministro russo sottolinea come dietro queste offerte vi sia la volontà USA di mantenere vantaggi unilaterali, senza considerare i legittimi interessi della Russia. "Le trattative sul controllo degli armamenti si basano sul rispetto reciproco e sul riconoscimento che la guerra deve essere evitata" afferma, respingendo l’idea che Mosca possa negoziare mentre gli Stati Uniti continuano a designarla come nemico.
Lavrov dipinge un quadro di un mondo in cui gli Stati Uniti cercano disperatamente di mantenere la loro presa sul potere globale, anche attraverso istituzioni internazionali ormai superate come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, mentre i BRICS e altri attori emergenti propongono un’alternativa. In questa visione, la multipolarità non è solo una necessità geopolitica, ma un imperativo morale. Le strutture imposte dal sistema di Bretton Woods e il dominio artificiale del dollaro stanno venendo erose da processi economici naturali che favoriscono una distribuzione più equa del potere. Il futuro, secondo la visione di Lavrov, appartiene a una cooperazione internazionale basata sul rispetto e la parità, non sulle imposizioni e le sanzioni.
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