Nei giorni 29 e 30 ottobre si è dibattuta nella sede delle Nazioni Unite, durante la sessione ordinaria dell’Assemblea Generale del’ONU, per la 32esima volta, la risoluzione presentata da Cuba intitolata “Necessità di porre fine al blocco economico. commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.
Nella risoluzione l’isola caraibica chiede, per l’ennesima volta, che venga tolto l’ingiusto e genocida blocco economico, commerciale e finanziario che gli Stati Uniti da oltre sessanta anni hanno imposto a Cuba solamente per aver deciso di essere un paese socialista.
Infatti, a differenza della retorica classica imposta da Washington, Cuba non ha mai violato alcuna regola internazionale e quindi la decisione unilaterale delle varie amministrazioni statunitensi di punirla con il più lungo blocco economico, commerciale e finanziario della storia va ricercata solamente nella forma di governo che l’isola caraibica ha scelto, ovvero quello di essere un paese socialista e di non sottostare alle politiche imposte dagli Stati Uniti.
Il blocco economico, commerciale e finanziario a cui è sottoposta Cuba ha influenza su tutti i campi della vita dei cittadini cubani, E’ la causa dei problemi negli ospedali, nel settore energetico, nella salute, nell’istruzione, nell’ambito sportivo e, più in generale, come detto, in tutte le sfere della vita quotidiana del popolo cubano.
Secondo quanto affermato dalla Casa Bianca gli effetti del blocco economico, commerciale e finanziario non hanno ripercussioni sulla vita quotidiana dei cubani, ma solamente sulle vite dei politici che governano il paese. Sarebbe a dire che le misure coercitive a cui l’isola è sottoposta non andrebbero a toccare il popolo, ma solo il presidente della repubblica Miguel Diaz Canel, tutti i suoi ministri e i vari membri del partito Comunista Cubano. Allora quali sarebbero le cause dei molti problemi dell’economia cubana? Semplice, secondo Joe Biden e soci, tutto andrebbe ricondotto alla poca esperienza, alla negligenza, alla impreparazione e all’inettitudine della classe politica che governa il paese. Quindi alimentare il malcontento della popolazione diventerebbe obbligatorio per indurre il popolo cubano all’insurrezione e alla cacciata del governo per rimpiazzarlo con qualche burattino proveniente da Miami.
Inoltre il paese a stelle e strisce sostiene che il blocco non esiste, che non causa effetti alla popolazione e, come detto, tutto è causato dalla incompetente classe politica che governa a L’Avana, Dunque, se non produce effetti rilevanti perché non toglierlo così sapremmo per certo se è davvero il governo a essere la causa di tutti i problemi di Cuba oppure, come sanno anche i bambini, sono le centinaia di sanzioni applicate in modo unilaterale dagli Stati Uniti a causare le ristrettezze al popolo cubano.
Anche quest’anno è stata dibattuta la risoluzione con la quale Cuba chiede che venga tolto il blocco economico, commerciale e finanziario all’isola. Come avvenuto nelle altre discussioni sulle risoluzioni presentate nel corso degli anni, in modo compatto, tutti i paesi, ad eccezione degli Stati Uniti, hanno chiesto che termini questa ingiusta misura sanzionatoria figlia della vecchia cortina di ferro.
Nel novembre 2023, il testo presentato da Cuba all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per chiedere la revoca del blocco ha ricevuto 187 voti a favore, hanno votato contro gli Stati Uniti, il sodale Israele e il fantoccio di Kiev.
Secondo l’ultimo rapporto presentato dall’Avana lo scorso settembre, il blocco ha causato perdite per l’isola per 5,056 miliardi di dollari tra marzo 2023 e febbraio 2024. Questo rappresenta un impatto approssimativo di oltre 421 milioni di dollari al mese, più di 13,8 milioni di dollari al giorno e più di 575.683 dollari di danni per ogni ora di blocco.
Il ministero degli esteri cubano sottolinea che a prezzi correnti, i danni accumulati in oltre sei decenni di applicazione di questa politica ammontano a 164,141 miliardi di dollari.
Nella votazione di oggi il risultato non è cambiato: 187 paesi hanno votato contro il blocco, Stati Uniti e il figlioccio israeliano hanno votato contro e, per la prima volta, la Moldavia si è astenuta.
Cosa succederà adesso? Nulla, come avvenuto nelle altre 31 volte in cui la stragrande maggioranza dei paesi hanno votato a favore della risoluzione presentata da Cuba, Nulla perché gli Stati uniti se ne fregheranno del risultato e della volontà di 187 nazioni.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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