Cina: nuove politiche per arginare il declino demografico

31 Ottobre 2024 14:52 Leonardo Sinigaglia


Il calo della natalità e declino demografico sono tra i problemi socio-economici più impellenti per la dirigenza della Repubblica Popolare Cinese. A seguito dell’introduzione della cosiddetta “politica del figlio unico” e dei significativi mutamenti nel sistema produttivo cinese, la crescita demografica è progressivamente rallentata, fino ad arrivare nel 2023 a un saldo negativo tra nascite e morti. Ciò ha portato anche ad un invecchiamento generale della popolazione cinese, con un’età media di 39.6 anni e un numero di cittadini sopra i 65 anni pari al 14% del totale.

Le cause del declino della natalità sono molteplici, ma principalmente attribuibili a un sistema di previdenza sociale ancora rudimentale, spesso non ancora in grado di sostenere pienamente le centinaia di milioni di migranti interni che dalle campagne si spostano stagionalmente per lavorare nelle città e i lavoratori nei settori più flessibili del terziario. Per certi aspetti si tratta di problemi conosciuti anche in Occidente, perché tipici di qualsiasi società che abbia raggiunto un certo livello di sviluppo industriale. Tuttavia, la strategia adottata dalle autorità cinesi è differente rispetto a quelle messe in campo dai governi europei. Mentre quest’ultimi si concentrano sul favorire l’immigrazione di massa per garantire una forza lavoro a basso prezzo che sostituisca quella autoctona, la dirigenza della RPC, orientata verso la costruzione di una società socialista capace di garantire una prosperità comune, mette al centro il sostegno alla natalità e alle istituzioni familiari.

Ciò non rappresenta una scelta recente, ma una politica di lungo periodo e ampio respiro. Lo stesso presidente Xi Jinping frequentemente si è espresso ribadendo l’importanza della famiglia per la società socialista. Proprio questo lunedì il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha introdotto attraverso una sua direttiva tredici nuove misure a sostegno della maternità e della crescita demografica, mirate al miglioramento dei servizi di supporto alle partorienti, di assistenza all’infanzia, di sostegno all’occupazione, all’alloggiamento e all’educazione, oltre che all’incoraggiamento di un ambiente sociale più favorevole alle nascite.

I lavoratori rurali migranti e quelli flessibili, già inseriti nei piani di assicurazione medica di base concepiti per i lavoratori urbani, saranno ora inclusi anche nel piano nazionale di assicurazione medica per la maternità. Sarà allo stesso tempo più facile per i neo-genitori ottenere periodi di riposo per assistere i bambini, e il Consiglio di Stato ha ordinato alle autorità locali di garantire l'attuazione di politiche di congedo di maternità, di premio alla nascita, di paternità e di cura dei figli, oltre che offrire più possibilità di lavoro a distanza e di flessibilità degli orari. Viene inoltre creato un sistema di sovvenzioni per il parto e le autorità si sono impegnate ad aumentare gli sgravi fiscali sul reddito personale.

Secondo il documento pubblicato dal Consiglio di Stato, i servizi analgesici per il parto e collegati alla tecnologia riproduttiva assistita saranno aggiunti all'elenco dei servizi che possono essere rimborsati dall'assicurazione medica. Saranno compiuti ulteriori sforzi per aumentare l'offerta di risorse pediatriche di qualità, convogliare tali risorse verso il livello comunitario e garantire una distribuzione più equilibrata tra le regioni. Per aumentare l'accessibilità dei servizi di assistenza all'infanzia, verranno istituiti centri di assistenza all'infanzia a livello di prefettura e di città, e strutture di assistenza all'infanzia saranno costruite in concomitanza con le nuove comunità edificate. Il Consiglio di Stato ha dato anche indicazione alle scuole primarie e secondarie di migliorare attivamente l’offerta di servizi doposcuola, in particolare rivolti alle famiglie con più figli.

Le località in grado di farlo sono incoraggiate ad aumentare i limiti dei prestiti del fondo di previdenza per l'edilizia abitativa per le famiglie con più figli, al fine di sostenerle nell'acquisto di case. Ciò si inserisce nella pluriennale lotta condotta dalla dirigenza guidata da Xi Jinping contro la speculazione edilizia, fondata sulla parola d’ordine “le case servono a viverci, non per la speculazione”, e che ha visto il prezzo degli immobili scendere notevolmente.

L’aspetto forse più interessante delle direttive del Consiglio di Stato è forse quello che riguarda l’ambito culturale, poiché si fonda sulla promozione attiva di una nuova cultura del matrimonio e del parto, e sul forte sostegno a una visione positiva del matrimonio, della genitorialità e della famiglia, da realizzarsi anche attraverso programmi dedicati dalle scuole primarie all’università. Un qualcosa di nettamente differente a ciò che accade in Occidente, dove il concetto di “famiglia” viene progressivamente svuotato di senso e scollegato dalla funzione riproduttiva, e dove la genitorialità viene presentata come un rischio se non direttamente come un “danno ambientale”. Questa diversa inclinazione delle classi dirigenti di Cina e Occidente deriva da una diversa natura politica di queste: da una lato abbiamo una casta oligarchica al servizio del capitale finanziario monopolistico, dedita alla diffusione di qualsiasi atteggiamento decadente che possa favorire i piani strategici dell’egemonia statunitense, dall’altra un partito comunista a guida di una nazione e al servizio dei suoi abitanti, profondamente legato alla sua Storia e, soprattutto, al suo futuro.

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