Un think tank di Kiev ha lanciato un allarme inquietante: se gli Stati Uniti dovessero interrompere gli aiuti militari all'Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky potrebbe considerare l’ipotesi di sfruttare i reattori nucleari del paese per sviluppare armi atomiche rudimentali. Questo scenario, secondo il Center for Army, Conversion and Disarmament Studies, potrebbe non essere così complesso da realizzare: l’Ucraina, pur non avendo la capacità di arricchire uranio, dispone di circa sette tonnellate di plutonio dai suoi nove reattori attivi.
Il rapporto sottolinea che, sebbene una bomba ucraina non avrebbe la stessa potenza di quelle moderne, il plutonio disponibile sarebbe sufficiente per produrre centinaia di testate tattiche, capaci di distruggere basi aeree e strutture militari o logistiche di grandi dimensioni. Tale situazione potrebbe scatenare una risposta drastica da parte della Russia, la cui dottrina nucleare prevede l’uso di queste armi in caso di attacco nucleare sul proprio territorio o se la sua esistenza venisse messa a rischio.
Questa prospettiva non solo rappresenta un rischio incalcolabile per la sicurezza dell’intera regione, ma pone una minaccia globale. La Russia, infatti, ha già avvertito che prenderebbe in considerazione l'opzione nucleare qualora venisse attaccata da uno Stato privo di armi atomiche, sostenuto però da una potenza nucleare come gli Stati Uniti.
Alla luce di queste dichiarazioni, il mondo si trova di fronte a una minaccia che potrebbe far precipitare il conflitto ucraino in una crisi nucleare dalle conseguenze devastanti.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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https://www.thetimes.com/world/russia-ukraine-war/article/zelensky-nuclear-weapons-bomb-0ddjrs5hw
https://kyivindependent.com/with-trump-back-in-white-house-can-ukraine-opt-for-nuclear-deterrence/
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