Negli ultimi giorni, la situazione in Siria ha visto una nuova ondata di violenza con gravi implicazioni per la stabilità della regione. Il 27 novembre, gruppi terroristici guidati da Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) hanno lanciato uno dei più grandi attacchi degli ultimi anni, conquistando parti di Aleppo e avanzando verso Hama. L’esercito siriano, supportato dalla Russia, ha risposto con operazioni mirate che hanno eliminato oltre 1.300 militanti.
Questa escalation ha acceso il dibattito internazionale. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha accusato il regime israeliano di sostenere i gruppi terroristici, ritenendolo responsabile della destabilizzazione della regione per favorire i propri interessi geopolitici. Un'accusa rafforzata dalle dichiarazioni di Mordechai Kedar, analista israeliano, secondo cui Israele collabora attivamente con fazioni ribelli anti-Assad, offrendo persino assistenza medica ai militanti.
Iran e Russia hanno riaffermato il loro impegno a supportare il governo siriano. In una conversazione telefonica, Pezeshkian e Vladimir Putin hanno concordato sulla necessità di cooperare per contrastare il terrorismo e preservare l'integrità territoriale della Siria. Putin ha proposto un incontro urgente nel quadro del processo di Astana per coordinare una risposta politica e militare alla crisi. Entrambi i leader hanno sottolineato l'importanza di coinvolgere la Turchia per una soluzione duratura.
Mentre il conflitto si intensifica, cresce il timore che l’azione dei gruppi terroristici possa diffondere instabilità in tutta la regione. Tuttavia, un ritorno al dialogo e alla cooperazione regionale potrebbe rappresentare una via d’uscita da questa spirale di violenza terroristica.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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https://tass.com/world/1880853
https://www.presstv.ir/Detail/2024/12/02/738344/Kedar-Israel-Syria
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