Pechino ha manifestato forte insoddisfazione e ferma opposizione alle sanzioni imposte dall'Unione Europea contro le aziende cinesi, definendole ingiustificate e prive di basi nel diritto internazionale. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha risposto con fermezza all'imposizione di sanzioni globali su entità e individui cinesi, che includono il congelamento dei beni e il divieto di rilascio di visti, per un presunto supporto alla Russia durante la crisi ucraina.
Lin ha sottolineato che la Cina ha sempre lavorato per promuovere la pace e il dialogo e non ha mai fornito armi alle parti coinvolte nel conflitto. Inoltre, ha evidenziato che la Cina mantiene i controlli più rigidi al mondo sull'esportazione di articoli a doppio uso e veicoli aerei senza pilota. Lin ha rimarcato che le interazioni e la cooperazione normali tra le imprese cinesi e russe non dovrebbero essere disturbate o influenzate.
Pechino ha inoltre accusato l'UE di "diffamare" le aziende cinesi dopo che il blocco ha sanzionato quattro aziende cinesi per aver fornito componenti sensibili per droni e componenti microelettronici all'esercito russo. Due altre aziende e un'imprenditrice cinese sono state colpite per aver aggirato le sanzioni dell'UE, volte a fermare il flusso di equipaggiamenti verso Mosca.
Lin ha dichiarato che le sanzioni sono "prive di basi nel diritto internazionale" e ha ribadito che, per quanto riguarda l'Ucraina, la Cina ha sempre fatto del suo meglio per promuovere i colloqui di pace e non ha mai fornito armi alle parti coinvolte nel conflitto. Ha invitato l'UE a "smettere di diffamare e incolpare la Cina senza alcuna base fattuale".
Lin ha poi assicurato che la Cina prenderà le misure necessarie per proteggere risolutamente i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi. Questa reazione segue la decisione dell'UE di includere quattro aziende cinesi in una lista nera, sostenendo che forniscono supporto all'esercito russo.
Il portavoce cinese ha criticato le sanzioni come il tentativo più duro dell'UE finora, accusando il blocco di diffondere accuse infondate contro la Cina. Ha inoltre messo in guardia contro l'interferenza nelle normali relazioni commerciali tra imprese cinesi e russe.
Il nuovo pacchetto di sanzioni dell'UE (quindicesimo) ha preso di mira anche la Corea del Nord, dopo che Pyongyang ha inviato truppe in Russia per combattere contro l'Ucraina. Il blocco di 27 nazioni ha aggiunto il ministro della Difesa nordcoreano, No Kwang Chol, e il vice capo di stato maggiore, Kim Yong Bok, a una lista di funzionari già sanzionati.
La risposta della Cina alle nuove sanzioni dell'UE mette in luce le tensioni crescenti tra Pechino e Bruxelles, in un momento in cui la comunità internazionale cerca di navigare attraverso complesse relazioni geopolitiche. La Cina ribadisce la sua posizione contro le sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando la necessità di basarsi sul diritto internazionale e il rispetto reciproco nelle relazioni internazionali.
L'Unione Europea continua con la sua folle politica basata sulla sanzioni che fino a questo momento ha finito per danneggiare il blocco maggiormente rispetto ai paesi colpiti da tali misure.
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