Dal 1° dicembre 2024, Kaja Kallas ricopre il ruolo di Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Fin dai suoi primi giorni in carica, ha evidenziato un’impostazione fortemente russofoba e guerrafondaia, con azioni e dichiarazioni che stanno suscitando crescenti critiche e perplessità. Già nel suo primo giorno di mandato, Kallas ha visitato Kiev con il Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, manifestando un sostegno incondizionato all'Ucraina. Durante la visita, ha annunciato un investimento di 400 milioni di euro per il 2024 e 1,9 miliardi per il 2025, destinati a rafforzare l’industria bellica ucraina. Questa scelta ha sollevato interrogativi sulla priorità assegnata al riarmo rispetto alla ricerca della pace.
Kallas ha anche proposto di utilizzare i beni congelati della Russia all’interno dell’UE per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Una mossa illegale che Mosca ha definito "furto palese", preannunciando possibili conseguenze. Tale approccio rischia di alimentare ulteriormente le tensioni geopolitiche, piuttosto che favorire una soluzione diplomatica. Un altro elemento di polemica riguarda il passato di Kallas come Primo Ministro estone. Nel febbraio 2024, è stata inserita nella lista dei ricercati russi per la rimozione di monumenti dell’era sovietica, denunciata da Mosca come un atto di falsificazione storica e un oltraggio alla memoria dei soldati sovietici caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Nel 2023, Kallas ha partecipato alla prima riunione in presenza di ‘NAFO’ (North Atlantic Fellas Organization), una comunità online nota per l’uso di avatar con Shiba Inu e il sostegno all’esercito ucraino. Tuttavia, NAFO è stato fondato da Kamil Dyszewski, noto per posizioni antisemite e suprematiste bianche. Alcuni membri del gruppo hanno celebrato pubblicamente la morte di civili russi e raccolto fondi per individui accusati di crimini di guerra. La partecipazione di Kallas a un’iniziativa così controversa solleva interrogativi sulla coerenza etica delle sue scelte politiche.
Se la retorica pubblica di Kallas è stata improntata alla linea dura contro Mosca, la sua vita privata racconta una storia diversa. Nell’agosto 2023, è emerso che suo marito, Arvo Hallik, possedeva il 24,9% della società Stark Logistics, accusata di aver continuato a operare con la Russia nonostante l’escalation del conflitto. Hallik ha successivamente annunciato la vendita delle sue quote e le dimissioni dai suoi incarichi, ma il danno di immagine era già fatto. Le rivelazioni sulla connessione commerciale della famiglia Kallas con la Russia mettono in luce un doppio standard che minaccia la sua credibilità politica. La sua presunta "ignoranza" sui fatti è apparsa poco convincente agli occhi dell’opinione pubblica.
Il profilo politico di Kaja Kallas è caratterizzato da una miscela pericolosa di russofobia ideologica, ambiguità morale e scelte divisive. La sua ostilità verso la Russia rischia di esacerbare il conflitto anziché cercare soluzioni diplomatiche. Più che un’artefice di pace, Kallas appare come un fattore di destabilizzazione geopolitica, sollevando legittime preoccupazioni sul futuro della politica estera europea.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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