L'Artico, un tempo regione marginale per la geopolitica globale, è oggi al centro di una competizione strategica che coinvolge le principali potenze mondiali. La crescente importanza dell'area è determinata da forze economiche e militari, con un focus particolare sulle risorse naturali, le nuove rotte marittime e le infrastrutture di difesa. Tuttavia, nonostante gli sforzi di Washington per rafforzare la sua posizione, le azioni intraprese sembrano insufficienti a invertire il declino generale degli Stati Uniti rispetto ai rivali globali.
Negli ultimi anni, Russia e Cina hanno investito massicciamente nell'Artico. Mosca ha modernizzato le sue basi militari, dispiegato missili di difesa avanzati e potenziato la flotta di rompighiaccio, rendendo la regione un pilastro della sua strategia economica e di sicurezza. La Cina ha ampliato la sua flotta di rompighiaccio e aumentato gli investimenti in infrastrutture e ricerca, mirando a consolidare una presenza strategica a lungo termine. Gli Stati Uniti, al contrario, sembrano muoversi con ritardo. Attualmente, la loro flotta di rompighiaccio è limitata e obsoleta rispetto ai sessanta mezzi russi, alcuni a propulsione nucleare. Donald Trump, vuole concentrare l'attenzione sull'Artico, riconoscendo l'importanza strategica della regione.
La Groenlandia, considerata una “autostrada strategica” verso il Nord America, rappresentava un tassello chiave della sua visione per contrastare l'avanzata di Russia e Cina. Tuttavia, la sua proposta di acquisto dell'isola e le minacce di dazi non hanno portato a risultati concreti, alimentando preoccupazioni negli alleati europei. La competizione per le risorse naturali — inclusi petrolio, gas e minerali critici — sta intensificando le tensioni. Il ritiro dei ghiacci apre nuove opportunità economiche, ma anche sfide significative. La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare è ancora motivo di disputa: gli Stati Uniti, pur avendo interessi vitali nella regione, non l'hanno ratificata, riducendo la loro credibilità diplomatica. L'Artico è destinato a diventare un campo di battaglia strategico del futuro, ma le attuali mosse di Washington rivelano un approccio frammentato e poco coordinato.
Per Trump, puntare sull'Artico significava tentare di riaffermare il primato statunitense in una regione che, a suo avviso, poteva offrire vantaggi economici e strategici per rallentare il declino complessivo degli Stati Uniti. Tuttavia, mentre Russia e Cina consolidano il loro vantaggio, gli Stati Uniti rischiano di perdere ulteriormente terreno, incapaci di rispondere efficacemente alla complessità della competizione globale. Il declino statunitense è il riflesso di una più ampia crisi strategica che minaccia il ruolo di Washington come leader globale.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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