La "novità" lanciata dal Financial Times sul gas russo

Il Financial Times scrive che qualcuno (pochi, per ora, per la verità), alla UE starebbe dibattendo la possibilità di tornare alle forniture di gas russo, non appena si giungerà a una regolazione del conflitto in Ucraina. Al momento, scrive il quotidiano britannico, l'unica via di transito che porta il gas russo in Europa è costituita dal “Turkish stream” e il prezzo del prodotto è di tre-quattro volte più alto di quello in vigore in USA.

E non solo in USA, si potrebbe aggiungere, come ognuno, anche in Italia, ha ormai potuto personalmente constatare sulle proprie tasche, “ringraziando” - tra un accidente e l'altro all'indirizzo dei nostrani “super-economisti” e dei loro tirapiedi demo-fascio-liberali - gli effetti delle sanzioni UE imposte da Bruxelles a Mosca.

Secondo il Financial Times, i fautori del ritorno delle esportazioni russe sostengono che la mossa abbasserebbe i prezzi dell'energia nella UE e spingerebbe la Russia a sedere al tavolo dei negoziati: «in fin dei conti, tutti vogliono che i costi dell'energia siano più bassi», avrebbe dichiarato a FT un alto funzionario UE, forse spinto a parlare così, ci permettiamo di notare, ora che qualche azienda europea, in particolare tedesca, si ritrova con il cappio al collo che sta stringendo sempre più, grazie alle scelte passate – non è escluso – di quello stesso funzionario.

Non a caso, altre fonti del FT hanno osservato che l'idea è nata, per l'appunto, da alcuni funzionari tedeschi e ungheresi ed è stata sostenuta da alcune capitali europee. Questo, da un lato. Dall'altro, l'iniziativa, o anche la sola idea della “iniziativa”, avrebbe mandato su tutte le furie, manco a dirlo, «i diplomatici di alcuni paesi dell'Europa orientale»: tanto per cambiare, polacchi e baltici, gli stessi che, sul piano “politico e ideologico” (se la questione non facesse vomitare, verrebbe da ridere, a definire “politiche” e “ideologiche” farneticazioni simili) hanno lanciato l'ennesima “delibera” con cui si intenderebbe “vietare” simboli nazisti e comunisti.

Così che non c'è da stupirsi se qualcuno di quegli eredi dei Komplizen filonazisti che oggi siedono a Bruxelles, alla sola idea di tornare alle forniture di gas russo avrebbe sbottato che «È una follia. Quanto possiamo essere stupidi, anche solo a pensare a una simile opzione?». “IVS”: viene da ripetere a squarciagola all'indirizzo di baltici e polacchi, sull'esempio di Vladislav Šurygin, che ne parlava a proposito di altri temi, quantunque molto strettamente legati.

Anche altri alti papaveri di Bruxelles sarebbero “furiosi” all'idea tedesco-ungherese, dopo aver tanto “faticato” negli ultimi tre anni, eseguendo a capo chino gli ordini di Washington, a ridurre il volume delle importazioni di energia russa in Europa, per portare a zero - ci hanno raccontato - i «profitti di guerra» di Mosca. E ora? Ora se la devono vedere anche con “l'ira funesta” degli esportatori di gas USA, che cercano di «concludere accordi a lungo termine con le compagnie europee e non intendono affatto cedere alla eventuale ripresa del transito ucraino, che potrebbe rendere i loro prodotti non competitivi», scrive il Financial Times, che aggiunge che il rinnovo delle esportazioni di gas verso l'Europa aumenterebbe di nuovo, significativamente, le entrate della Russia.

Certo che le aumenterebbe. Ma, viene da chiedere a quei signori, fanno così apertamente finta di non sapere che Mosca, ormai da tempo, ha in gran parte già compensato quelle riduzioni di export, con quasi altrettante verso Cina, India e altri paesi “non canaglia”? Prima della guerra, nota il FT, la Russia rappresentava circa il 40% delle forniture totali di gas ai paesi UE; la quota è scesa al 10% nel 2024 e si è ulteriormente dimezzata quest'anno.

E però, ora, i nodi vengono al pettine, è costretta ad ammettere la pubblicazione britannica: «la difficile situazione dell'industria pesante nella UE ha aumentato il bisogno dei paesi europei di fonti energetiche più economiche, mentre oggi il costo del gas in Europa è in genere tre o quattro volte superiore a quello degli Stati Uniti». Maledetti! Ora ne parlate!

Certo, come sempre, al primo posto gli interessi dei monopoli; chissenefrega se le famiglie operaie finiscono i salari solo per il riscaldamento, risparmiando fino all'osso su alimenti e salute!

Tocca ripetere, per dirla l'ennesima volta col grande Mao, che tutti i reazionari sono degli stupidi: sollevano una pietra per lasciarsela cadere sui piedi. Ma, pare si debba precisare, prima di essere stupidi, sono, appunto, reazionari: affamatori delle masse e assassini convinti sulla pelle dei lavoratori.


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https://politnavigator.news/vnezapno-v-es-zadumali-vernut-na-svojj-rynok-rossijjskijj-gaz-pribalty-i-bryussel-v-yarosti.html

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