di Daniele Lanza
(PILLOLE DI FILOSOFIA: reminiscenza di una riflessione singolare che riporto da un convegno accademico di qualche anno fa: per chi sia veramente interessato a comprendere la psiche russa. Prestare ATTENZIONE).
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San Pietroburgo, dopo una lauta cena e abbondanti libagioni, ci si accalora.
Visto il livello scientifico e l'intraprendenza intellettuale del gruppo, la serata si trasforma in interminabile parlatorio, consiglio di fabbrica, una permanente AGORA' ove si discutono i problemi spirituali di Europa, Asia e Africa (e del sistema solare).
A un certo punto, vista la piega che si era presa (3 ordinari delle rispettive cattedre stavano per dar di mano ad armi da taglio a seguito di pacata discussione sulla guerra civile russa post 1917) e in tono ironico domando al resto della ciurma [per stemperare, ma rischiando di peggiorare le cose] qualcosa del genere: "LA FOGA MISTICA DEI NOSTRI ESIMI COLLEGHI HA GENERATO UN CAMPO CINETICO DA FAR BRECCIA ALLO SPAZIO-TEMPO! VI COMUNICO CHE DAL 2019 SIAMO REGREDITI AL 1919 !!! CHI DI VOI È BIANCO? CHI DI VOI È ROSSO?" .
L'infantile e immaginifica iniziativa ottiene di coinvolgere l'intera brigata sul tema, così come di stemperare i toni (lo preventivavo considerando che il 90% dei docenti in questione, che ho imparato a conoscere, erano assai moderati per natura ed estrazione ideologica).
Solo uno tace, ed io lo noto: non parteggia e anzi non partecipa, è al di sopra della questione (si percepisce). Mi ci avvicino cortesemente domandando se la mia trovata ironica fosse stata fuori luogo. Lui allora si "connette" con calmissima energia e si volta verso di me:
LUI - "Non è fuori luogo, solo superficiale. Tuttavia, vorrei accontentarla: le andrebbe di sapere anche da me dove sarei stato nel 1919 ?"
IO - "Beh, è un gioco puerile, ma se le va di partecipare..."
LUI - " Partecipo con piacere: sono per lo TSAR "
IO - " Allora è tra i bianchi, era abbastanza semplice "
LUI - "No, ragazzo Lei non mi ha capito: ho detto di essere per lo TSAR...non che sono tra i bianchi" [a questo punto mi guarda fisso per un po’ di secondi]
IO - "Forse intuisco cosa intende, ma vorrei che me lo chiarisse Lei"
LUI - "Certamente: gli esseri umani tendono a lottare in nome di un vessillo, un simulacro issato in alto, tanto in alto che possano vederlo con chiarezza e in cui possono identificarsi immediatamente, ma senza capire sino in fondo cosa vi sia sotto.
Il nostro paese nel 1919 era tra due forze: il liberalismo occidentale da un lato e la "via russa" dall'altro: filosoficamente è così. La forma materiale (indispensabile per essere capite) che queste due forze hanno assunto durante il conflitto civile è stata contraddittoria nel massimo grado: le energie di matrice liberale indossarono uniformi dello Tsar e chiamarono sé stesse "bianchi"; dichiararono di essere per la conservazione, mentre invece favorivano la penetrazione del liberalismo occidentale sostenuti de facto da numerose formazioni militari straniere, interessate agli eventi.
Le energie di matrice sociale indossarono uniformi rivoluzionarie e chiamarono sé stesse "rossi", ma pur invocando una radicale riforma della società in cui vivevano erano per preservare e conservare almeno il nucleo che si può chiamare "anima slavo orientale" del paese.
- "Quindi, mi dica Lei (anche se è italiano è uno scienziato e può arrivarci da solo): CHI era veramente il conservatore il difensore della vera Russia e CHI invece il potenziale disgregatore e distruttore del suo cuore profondo? Capisce il paradosso allucinante? I rossi nella loro foga erano i veri difensori della nazione, quella profonda, pur affermando e credendo (autoconvincendosi) di esserne i distruttori…mentre i bianchi sul lato opposto, proclamandosi alfieri della tradizione (col vessillo dello Tsar in testa), ne erano invece, inconsapevolmente, la punta di lancia del disfacimento, lottando de facto per l'instaurarsi nel paese di un modello esistenziale a noi estraneo.
IO - "Sì, avevo intuito giusto. Mi può sintetizzare il tutto per il pubblico straniero?"
LUI - " Certamente : io sono per lo TSAR, ma non per i bianchi. I bianchi, senza averne nozione, lottavano in suo nome pensando così di proteggere l'anima profonda del paese e non si rendevano conto che facevano l'esatto contrario. Anche perché non si erano resi conto che lo Tsar stesso non era più parte del paese, quello profondo. Il mio "Tsar", quello cui mi riferisco, non è l'individuo biologico che era Nicola II Romanov, ma l'unità di base della coscienza russa che gli tsar (l'ortodossia alle loro fondamenta) hanno sempre rappresentato. Arrivati tuttavia alla tarda modernità, hanno progressivamente ceduto terreno ed arrivati all'ultimo secolo non erano più rappresentativi di nulla che non della loro corte e dei loro soggiorni a Livadia. Il paese era in grave difficoltà, in un'arretratezza micidiale, aveva bisogno di un nuovo Tsar adatto all'epoca corrente e l'ha trovato nella repubblica dei Soviet. Il Soviet è successore dello Tsar: ci si è dovuti accontentare di un successore "secolarizzato" come i bolscevichi poiché quelli spirituali purtroppo erano morti, smaterializzati dalla modernità
Questo fa di me uno zarista e un "rosso" perché ritengo che in quest'ultimo, anche se internazionalista, si celasse maggiore frazione dell'anima russa che non nei cosmopoliti bianchi [cosmopolitismo e internazionalismo non sono lo stesso per chi parla n.d.r.].
"I rossi hanno massacrato la famiglia reale a casa Ipatiev, ma il liberalismo dei bianchi li aveva già svuotati di ogni significato e avrebbe svuotato il paese come sta facendo oggi! La guerra civile che si è svolta non è come quello che tanti interpretano, non è un "nuovo che voleva sotterrare il vecchio", ma piuttosto un nuovo che tentava di salvare a modo suo, con violenza inaudita, le strutture di fondo della civilizzazione slavo orientale, il suo architrave psichico perlomeno, sbarazzandosi di tutti gli orpelli e le sovrastrutture che da Pietro il Grande in avanti l'avevano coperta, strato dopo strato. Dal lato opposto coloro (i bianchi) che paradossalmente interpretavano il ruolo opposto! Si presentano come difensori del "vecchio" quando in realtà sono vettori di una modernità che tuttavia ha poco a che fare col loro paese: pensano di proteggere il proprio tsar e invece, inconsapevolmente, preparano il campo alle liberalizzazioni occidentali che ne disintegreranno la figura in ogni caso. Ecco come si dovrebbe interpretare la cosa. "
IO - " In parole povere gli esseri umani quando prendono le armi e decidono di togliere la vita al prossimo, lo fanno spesso sotto un vessillo/simulacro, ma altrettanto spesso non riuscendo a capirne la natura ?"
LUI - " Spesso così avviene. Chi è dentro l'andamento della storia non può vedere il contesto in terza persona e a distanza cronologica sufficiente per valutare con esattezza. Troppo difficile da comprendere?"
IO - "No, non è difficile da comprendere, ma lo è da accettare. Sarò sincero con Lei, mi perdoni: massima parte degli studiosi italiani e internazionali che conosco non accetterà mai ciò che Lei ha detto se non come visionaria filosofia della storia di matrice slavista. Tutti rimarranno attaccati pertinacemente alla loro icona ortodossa o al loro poster di Lenin senza abbracciare alcuna linea di continuità metastorica. Nessuno accetterà che i suoi beniamini siano burattini di un flusso della storia o di un destino loro superiore e che abbiano buttato via le proprie esistenze senza saperne nemmeno il motivo!"
LUI - "Me ne rendo conto ragazzo mio [ gli ricordo che per età non lo sono più, ma lui replica che in confronto a lui lo sono e prosegue dritto - n.d.r.] ma sono fatti loro. Non affermo in realtà che gli eroi si battano senza saperne il motivo - il motivo lo sanno, ma solo quello più immediato: quello che è alle loro spalle o ancora prima? Lo conoscono veramente?
Comunque il simulacro in cui vogliono credere è una cosa, e non devono privarsene se li fa stare meglio, ma la realtà è un'altra e non è modificabile.
Ecco perché i tafferugli tra "bianchi" e "rossi" non mi interessano: sono le sfumature cromatiche che si sono voluti dare, convincendosene. Avrei militato nella cavalleria bolscevica probabilmente…e credo nello Tsar. Non aggiungerò altro.
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Lo scambio, che ho trasformato in intervista si conclude e si passa ad altro.
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