Note e riflessioni di Tariq Marzbaan e Nora Hoppe
"Beata la primavera" è una poesia scritta dal dottor Abdollah Behzâdi, membro del Partito Tudeh (Partito comunista iraniano) nel 1961, poco dopo l'assassinio di Patrice Lumumba e dedicata alla sua vedova, Pauline Lumumba. La poesia fu pubblicata sul settimanale iraniano "Sapid o Siâh" ("Bianco e nero").
Alcuni anni dopo, Karâmat Dâneshyân, insegnante e membro del Tudeh, compose una canzone utilizzando parti di questa poesia come testo, che divenne famosa tra i membri della sinistra dell'epoca. In una scuola del villaggio in cui insegnava, fece persino cantare agli studenti la canzone all'appello mattutino, al posto dell'inno imperiale.
Nel 1973, Dâneshyân fu arrestato insieme ad altri militanti del Tudeh. Si presume che un gruppo del Tudeh "Ashraf Pahlavi" volesse rapire la sorella dello scià per forzare il rilascio di altri compagni imprigionati. Due uomini di questo gruppo, Karâmat Dâneshyân e Khosrau Gollsorkhi, furono giustiziati pochi mesi dopo. In seguito, la canzone "Beata la primavera" divenne l'inno della sinistra.
Nel febbraio 1978, mentre la rivoluzione imperversava nelle strade dell'Iran, in occasione dell'anniversario dell'esecuzione di Dâneshyân e Gollsorkhi, alcuni compagni vollero cantare, registrare e pubblicare questa canzone. Esfandiâr Monfaredzâdeh, un giovane musicista e compositore che in seguito divenne famoso per le sue suggestive composizioni, riarrangiò la canzone. In mezzo ai tumulti dei primi giorni della rivoluzione, e non avendo accesso a strutture tecniche adeguate (strumenti, musicisti e cantanti professionisti, uno studio di registrazione), la canzone fu cantata dai compagni con l'accompagnamento di strumenti semplici, quasi giocattolo, e registrata frettolosamente a casa... da qui la scarsa qualità della registrazione. La canzone fu subito trasmessa dall'emittente televisiva dirottata, e diventò immediatamente virale.
Traduzione approssimativa del estratto di "Beata la primavera" usato nella canzone:
Non si sa se poi Pauline Lumumba sia mai venuta a conoscenza di questa dedica e di questo canto…
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Gran parte della società iraniana era in preda all'euforia per l'imminente rivoluzione. Poi, dopo, quando è stata annunciata la partenza dello Scià, si sono verificate scene di gioia spontanea in tutto il Paese. Milioni di persone si riversarono nelle strade e praticamente ogni segno della monarchia fu abbattuto dalla folla. Per la canzone "Beata la primavera" è stato realizzato un film con un montaggio di filmati della Rivoluzione iraniana che riflette la grande euforia che aveva prevalso.
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