I Brics sfidano il dollaro – Con Armando Savini

di Giacomo Gabellini

Nei giorni scorsi, l’Arabia Saudita ha annunciato l’intenzione di non rinnovare l’accordo siglato nel 1974 tra l’amministrazione Nixon e re Faysal, che vincolava le garanzie di difesa statunitensi all’impegno saudita a commercializzare il proprio petrolio solo ed esclusivamente in dollari e a riciclare parte ragguardevole dei proventi nell’acquisto di sistemi d’arma di fabbricazione statunitense e Treasury Bond. Parallelamente, Riad ha aderito al progetto Multi Central Bank Digital Currency Bridge (m-Cbdc Bridge), un sistema istituito dalla Bank for International Settlements di Basilea al quale aderiscono le Banche centrali di Cina, Hong Kong, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti, che collega direttamente le valute digitali in un’unica infrastruttura tecnica garantendo sicurezza, immediatezza, economicità e accessibilità universale ai pagamenti transfrontalieri. E lo fa senza coinvolgere il dollaro né il circuito bancario occidentale attraverso cui circola la moneta Usa. Quest’anno, per di più, l’Arabia Saudita dovrebbe formalizzare la propria adesione al Brics+, i cui membri stanno valutando da almeno un anno l’introduzione di una valuta comune sostenuta da un paniere di materie prime e commodity, che porrebbe le condizioni per la nascita di un mercato obbligazionario collettivo ampio, robusto e affidabile. Nell’ottica di un veterano del settore come Jim Rickards, l’attuazione di questo progetto potrebbe configurare «lo sviluppo più significativo della finanza internazionale dal 1971», perché una valuta sovranazionale ancorata a beni materiali e supportata da un mercato obbligazionario unificato come quella messa in cantiere dai Brics+ avrebbe concrete chance di «sostituire il dollaro come principale valuta di pagamento e riserva di valore. Il processo, che potrebbe giungere a compimento nell’arco di pochi anni, non ha precedenti. Il mondo non è preparato per uno shock geopolitico del genere». Parliamo di tutto questo assieme ad Armando Savini, economista, saggista, cultore di esegesi biblica e mistica ebraica e gestore del canale Telegram Chaos Mega.

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