di Leonardo Sinigaglia per l'AntiDiplomatico
Mentre Joe Biden annunciava il suo ritiro dalla corsa elettorale per la Casa Bianca, lasciando così la sua vice Kamala Harris a sfidare un Donald Trump che né processi, né attentati sembrano poter fermare, negli Stati Uniti è andato in scena un altro capitolo della vita politica statunitense che, per quanto ora ignorato dai media “mainstream”, ha tutte le carte in regola per rivelarsi in futuro come momento d’importanza storica.
A Chicago, nell’Illinois, si è riunita l’assemblea plenaria che ha dato vita al Partito Comunista Americano (ACP), alla presenza di alcuni tra i volti più noti, carismatici e preparati della galassia “antisistema” americana, come Haz al-Din, del collettivo Infrared, Jackson Hinkle, l’arci-noto commentatore politico, Eddie Liger Smith e Carlos Garrido, del Midwestern Marx Institute[1]. A unirsi a loro più di trenta sezioni del Partito Comunista degli Stati Uniti, in aperta ribellione contro la dirigenza di Joe Sims, rea di aver violato la democrazia interna al partito per assicurarsi l’immutabilità della politica di sostegno al Partito Democratico davanti alla “minaccia fascista” rappresentata da Donald Trump.
Nei fatti, l’ACP si pone come ricostruzione del Partito Comunista degli Stati Uniti d’America che, dopo aver per decenni contribuito in maniera significativa alle lotte economiche, sociali e politiche della classe lavoratrice statunitense e aver dato un grande contributo al movimento comunista internazionale, dalla Guerra di Spagna alla campagna per il sostegno all’URSS contro l’invasione nazista, sconta oggi gli effetti di una campagna d’infiltrazione promossa dai servizi di sicurezza della Casa Bianca da quasi un secolo, che hanno ridotto il partito a un semplice proxy del Partito Democratico, non solo teoricamente ormai lontano dal marxismo-leninismo, ma fermamente ostile a qualsiasi minaccia posta all’ordine egemonico unipolare.
La storia dell’infiltrazione dei servizi segreti statunitensi all’interno del movimento comunista è ben nota, e ha le sue radici nella prima Red Scare, seguita poi dal maccartismo del secondo dopoguerra. Sono però fatti più recenti ad aver compromesso, forse definitivamente, la legittimità dell’attuale dirigenza del CPUSA. All’ultimo congresso, tenutosi a giugno di quest’anno, vi era all’ordine del giorno una mozione che chiedeva l’interruzione del sostegno al Partito Democratico sulla base del ruolo di Joe Biden nel rendere possibile il genocidio in corso a Gaza. Un qualcosa di inaccettabile per un’organizzazione ormai deputata a essere la copertura a sinistra dei Dem. Per questo Joe Sims e il Comitato Nazionale composto da persone da lui nominate decisero unilateralmente de in violazione dello statuto del partito di sostituire alla consueta procedura elettorale una votazione per acclamazione, riservandosi il diritto di giudicare gli esiti dubbi. Inutile dire che, nonostante la maggioranza dei delegati presenti fossero contrari al supporto a Genocide Joe, la votazione diede un risultato favorevole alla dirigenza e alla sua politica di sostegno ai Democratici.
Come se non bastasse questo attacco alla democrazia interna, nelle settimane successive una vera e propria caccia alle streghe si è scatenata contro i membri del partito considerati ostili alla linea di Joe Sims, espulsi con motivi pretestuosi tra i quali, per esempio, l’essere accusati di visionare i contenuti video del collettivo Infrared e di seguirne le pubblicazioni sui propri profili social personali. Ciò ha rappresentato la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, portando all’esodo di massa dal partito. Ma l’uscita coordinata di più di trenta sezioni del più grande partito comunista americano sarebbe stata impossibile senza la strategia adottata sin dal 2021 da Haz al-Din e da tutto il collettivo Infrared al fine di ricostruire un partito comunista capace di uscire dall’angusta area dell’estrema sinistra per tornare ad essere strumento di lotta e conquista di tutta la classe lavoratrice. La base di questa strategia è stata l’inserimento tra le fila del partito di un numero crescente di militanti e dirigenti locali che agissero da contraltare all’infiltrazione dei servizi di sicurezza di Washington, cambiando progressivamente i rapporti di forza a detrimento dell’ala liberale e collaborazionista. Un piano che, per i successi ottenuti, ha portato negli ultimi anni a numerose purghe interne e a ritardi nella convocazione del congresso nazionale. I metodi apertamente dittatoriali fatti propri da Joe Sims e dalla sua cricca hanno però forzato la mano: la sua autorità non può più essere considerata legittima, né il partito che dirige è da considerarsi più che un guscio vuoto, una mera copertura estetica per agenti dell’FBI e prezzolati dall’establishment democratico.
Per noi italiani, abituati a una galassia “comunista” variegata, residuale e avvezza a scissioni, sarebbe facile scambiare il Partito Comunista Americano come nient’altro che l’ennesima sigla destinata ad occupare un’area già satura. La realtà pare diversa. In primo luogo, l’ACP non nasce da risentimenti personali, ma dal riscontro delle proprie idee nella pratica e da una precisa visione strategica che si fonda sulla consapevolezza delle opportunità che offre la trasformazione multipolare del mondo anche per il socialismo negli Stati Uniti, in un’ottica di “ri-popolarizzazione” del comunismo basata sulla stretta identificazione con la classe lavoratrice che a partire dal 2016 si è particolarmente immedesimata nel movimento MAGA. Secondariamente, si deve notare come la dirigenza sia composta da giovani (lo stesso Jackson Hinkle ha appena 24 anni) che hanno saputo emanciparsi dai pregiudizi e dai lasciti negativi delle generazioni precedenti di attivisti “comunisti”, volgendo la propria attenzione tanto agli esempi del passato quanto ai più recenti sviluppi della teoria socialista. Infine, non si tratta dell’ennesimo gruppo auto-referenziale, ma di una collettività che gode di ampia stima e riconoscimento a livello internazionale. Haz al-Din e Jackson Hinkle hanno recentemente incontrato figure di spicco delle istituzioni russe come il ministro Lavrov e Maria Zakharova, e con Zhang Weiwei, ritenuto uno dei consiglieri più vicini al presidente Xi Jinping, oltre ad essere intervenuti in una conferenza organizzata dal partito yemenita Ansarallah.
La creazione del Partito Comunista Americano testimonia come anche nel mondo occidentale i comunisti possano aspirare a giocare un ruolo fondamentale nella vita politica nazionale, a patto che si sappiano correttamente analizzare i tempi attuali e ricavarne le giuste considerazioni strategiche e operative. Mentre il campo dei “marxisti” collaboratori dell’unipolarismo di Washington va ogni giorno restringendosi, come testimoniano l’ignobile fine dell’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa[2] e ora lo svuotamento del partito di Joe Sims, chi ha una corretta valutazione dei rivoluzionari stravolgimenti in atto non solo riesce a navigare nella tempesta della nostra epoca, ma vede le proprie forze crescere in qualità e quantità.
Di seguito la traduzione integrale della Dichiarazione del Partito Comunista Americano[3]:
Come redatto dal Consiglio Plenario del Partito Comunista Americano
La storia ha ripetutamente dimostrato che la vera base di un partito comunista non risiede solo nelle sue idee, dottrine o programmi. La missione unitaria che stringe i suoi vincoli associativi è definita dallo sviluppo comune della storia stessa, e acquista realtà solo nei contributi concreti e pratici da essa apportati. È quindi evidente che in un dato paese non può esistere che un solo partito comunista, in quanto un dato paese non può avere che una sola storia. Nella storia degli Stati Uniti d’America, quel partito è il CPUSA
Ma quando nel corso degli eventi un partito comunista si rivela incapace di far fronte a un nuovo sviluppo della storia, evidentemente deve essere ricostituito esattamente in proporzione alle necessità di far fronte a quello stesso sviluppo. Infatti un partito comunista non può avere un'esistenza storica strettamente a posteriori. In quanto partito del proletariato vivente, la sua continua esistenza storica dipende e può essere forgiata solo da un rapporto attivo e vivo con la fiamma della storia. Laddove un partito comunista, fino ad allora legittimamente costituito, cessa di avere questo rapporto, i suoi vincoli associativi, forgiati nei fuochi gloriosi della passata lotta storica, si liquefanno. Diventa allora necessario, secondo le leggi stesse della storia, che la sua autorità venga rifondata, anche se bruscamente in contrasto con la sua forma precedente, sulla base della riscoperta della sua originaria missione comune.
Un dignitoso rispetto per le opinioni del movimento comunista internazionale e per la sacra storia del Partito stesso richiede che tale autorità dichiari le cause che la spingono ad emergere così all'improvviso.
Il marxismo-leninismo non è una dottrina nata dal puro pensiero, ma una pratica storica reale. La saggezza di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao trova la sua base non nelle distaccate delucidazioni dell'intelletto, ma nell'unione del pensiero con le sue premesse reali e pratiche. La sintesi del marxismo-leninismo non si basa sulle opinioni di questo o quell’individuo, ma sui contributi reali allo sviluppo della storia. Dal punto di vista di una tale prospettiva, un’opinione, una teoria o anche un’ideologia non possono essere sufficienti a fungere da fondamento di un partito comunista. Ne consegue altresì che un Partito Comunista non può essere ricostituito esclusivamente sulla base di differenze di opinioni, teorie o ideologie. In effetti, un circolo vizioso di settarismo, che ha la sua base in questa follia individualista, ha causato gravi danni al movimento comunista.
Tuttavia, l’indifferenza negligente, nichilista e opportunistica nei confronti delle premesse unificanti di un Partito Comunista ha causato un danno uguale, se non molto maggiore. Basta ricordare le circostanze dello scioglimento del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, dove il puro formalismo delle convenzioni oscurò ogni traccia di sincera convinzione tra i quadri. Fu proprio l’indifferenza verso queste premesse unificanti che portò alla liquidazione del PCUSA nel 1944, che sopravvive oggi di nome solo perché allora i comunisti di principio ebbero il coraggio di ricostituirlo su basi rinnovate. Il fatto che queste premesse non siano basate sui pensieri puri di questo o quell'individuo non le rende inesistenti. Si basano sulla sintesi di pensiero e pratica, un'intuizione unita nella realtà con l'esistenza storica comune di un dato paese; che non potrebbe limitarsi alla presunzione di un individuo. Ne consegue che sono sacre solo le convenzioni nate da un Partito Comunista che dà risultati.
Solo quelle convenzioni che non nascono da pura presunzione dogmatica, ma da una reale necessità pratica dal punto di vista storico, sono considerate inviolabili dalla prospettiva marxista-leninista. La grande saggezza dei dirigenti comunisti, temprata da decenni di esperienza di lotta, ha da tempo dettato che l’autorità formale di un partito da lungo tempo stabilito non dovrebbe essere ricostituita per cause leggere e transitorie. In circostanze normali, tale autorità formale può essere presentata in caso di disaccordi su una base storica genuina. Le procedure del centralismo democratico, pur stabilendo un'unità d'azione, consentono la possibilità che un partito possa rimanere reattivo ai nuovi cambiamenti della storia, anche se ha seguito un percorso errato. Ma quando una lunga serie di abusi, corruzioni e usurpazioni di questa procedura rendono il Partito inetto e insensibile di fronte alla storia, disonorandolo nella realtà procedurale e operativa allo status di Partito Comunista solo di nome, diventa sia storicamente che praticamente necessario che il ricostituire su basi nuove l’autorità del partito comunista. Tale è stata la paziente sofferenza dei quadri e dei club sotto la cosiddetta direzione del Partito Comunista USA , e tale è ora la necessità che li costringe a ricostituire il Partito Comunista.
Che il Partito Comunista USA non abbia riconosciuto le sfide storiche senza precedenti che il popolo americano deve affrontare deriva evidentemente dal fatto che lo sviluppo della nazione americana è oggettivamente entrato in contraddizione con la forma degli stessi Stati Uniti d’America , che non sono riusciti a contenere le accentuate polarizzazioni politiche che lo devastano dall’interno. Il fatto che il Partito Comunista USA sia diventato defunto e usurpato da interessi contrari alla sua esistenza storica è solo una logica estensione della defunzione e dell’usurpazione generale degli stessi Stati Uniti da parte di quegli stessi interessi.
Da questa crisi è nata la corruzione del PCUSA , sotto il cui pretesto le successive cricche dominanti hanno ripetutamente tentato di liquidare il Partito stesso. La storia dell'attuale cricca illegittima, che finora ha usurpato il nome, le proprietà e l'onore del Partito Comunista, consiste in sforzi ripetuti e prolungati che, prima di tentare di sciogliere completamente il Partito, hanno reso gli organi di associazione del partito deboli, inutilizzabili e incapaci di forgiare l’indipendenza politica di fronte a quello che è evidentemente un capitolo completamente nuovo della storia nazionale. Per dimostrarlo, lasciamo che i fatti siano sottoposti a un pubblico sincero:
In ogni fase di queste violazioni dell'onore del Partito è stata presentata alla leadership una petizione di riparazione nei termini più sinceri e ragionevoli: a queste ripetute petizioni è stata data risposta solo con ripetute offese.
Avendo chiuso ogni via alla critica di principio sia all’interno del Partito che, in un modo senza precedenti, alla 32a Convenzione Nazionale del Partito stesso, oltre ad aver reso il Partito storicamente inetto per decenni, l’illegittima cricca dominante del Partito Il Partito Comunista USA ha liquefatto la forma attuale del Partito.
In tal modo è emersa la possibilità che il partito possa essere ricostituito su una base completamente nuova, una possibilità che l'attuale Commissione plenaria, insieme a 29 club del Partito Comunista USA , ora colgono di fatto.
Pertanto, il Comitato Plenario del Partito Comunista Americano, ora riunito a Chicago, Illinois, dichiara solennemente, e alla luce dell’attuale crisi politica che mette in discussione quasi ufficialmente l’integrità degli stessi Stati Uniti d’America, la ricostituzione del Partito Comunista Gli USA come Partito Comunista Americano .
Comitato Plenario del Partito Comunista Americano
[1] https://www.midwesternmarx.com/
[2] https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_dogmi_su_russia_e_cina_fracassa_liniziativa_dei_partiti_comunisti_e_operai_deuropa/39602_50867/#google_vignette
[3] https://acp.us/declaration
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