Doppi Standard e disinformazione: Tajani attacca le elezioni in Venezuela

29 Luglio 2024 16:50 Fabrizio Verde

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani rappresentano un atto di ingerenza grave nel processo democratico del Venezuela, un paese sovrano che negli ultimi 25 anni di Rivoluzione Bolivariana ha celebrato ben 31 elezioni. Un paese che, secondo l'insospettabile Centro Carter degli Stati Uniti, possiede uno dei migliori sistemi elettorali del mondo. Tajani ha perso, dunque, un'altra occasione per fare silenzio e rispettare le decisioni di un popolo sovrano.

Tajani ha espresso perplessità sul risultato elettorale venezuelano, chiedendo trasparenza e affermando che ci sono molti dubbi su come si è votato. Ha così commentato su X, come riportano le principali agenzie di stampa: "Chiediamo trasparenza e ci auguriamo che i risultati annunciati siano corrispondenti alla volontà del popolo, ma molti dubbi ci sono per come si è votato". Questa affermazione non solo ignora i riconoscimenti immediati degli stessi oppositori di Maduro, ma mette in discussione un sistema elettorale lodato a livello internazionale.

Benjamin Rausseo, candidato alla presidenza, ha celebrato il processo democratico, accettato la sua sconfitta e si è congratulato con Nicolas Maduro per la vittoria nelle elezioni del 2024. Ha invitato alla riconciliazione dei cittadini e alla collaborazione per scrivere un nuovo capitolo insieme. Jose Brito, candidato del partito Primero Venezuela, ha riconosciuto i risultati che attribuiscono a Maduro il 51% dei voti, sottolineando la necessità di pace e unità nel paese. Tuttavia, non tutti hanno accettato i risultati con serenità; Edmundo Gonzalez e la politica di estrema destra Maria Corina Machado hanno minacciato di mobilitare i loro sostenitori per "difendere il voto".

È ironico che Tajani parli di trasparenza e volontà popolare mentre il suo governo italiano ha preso decisioni altamente contestate senza il supporto del popolo italiano. Gli italiani non hanno votato per fornire armi ai nazisti ucraini, né per partecipare alla guerra per procura della NATO contro la Russia. Non hanno votato per le sanzioni contro Mosca che penalizzano le aziende e la popolazione italiana, né per il neoliberismo imposto dall'Unione Europea che riduce salari e pensioni mentre il costo della vita aumenta. Gli italiani non vogliono essere una colonia degli Stati Uniti. Infine, gli italiani per caso volevano la rielezione di von der Leyen alla guida della Commissione Europea?

Da Tajani arriva la solita disinformazione e i soliti inaccettabili doppi standard. Chiede trasparenza in Venezuela mentre il suo governo è criticato per la mancanza di trasparenza e democrazia in Italia. La sua dichiarazione non solo ignora la realtà del sistema elettorale venezuelano ma rappresenta anche un tentativo di minare la legittimità di un processo democratico riconosciuto sia internazionalmente che da molti oppositori interni.

In conclusione, Tajani avrebbe fatto meglio a rispettare la sovranità del Venezuela e a concentrarsi sui problemi interni dell'Italia, piuttosto che criticare in maniera infondata un processo elettorale che, nonostante le sfide, continua a dimostrare l'impegno del popolo venezuelano per la democrazia.

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