di Raffaella Milandri*
È dal 1965, con il Voting Rights Act firmato dal Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson, che i Nativi Americani hanno ottenuto il pieno diritto al voto. Ma per loro non è mai stato facile votare. Oggi i Nativi affermano di dover ancora affrontare delle barriere per esprimere il proprio voto. Vediamo perchè.
Problemi di accessibilità al voto
Secondo i dati del NCLS, oltre 4,7 milioni di Nativi Americani hanno diritto al voto, ma solo il 66% di loro è registrato per votare, secondo il rapporto Obstacles at Every Turn: Barriers to Political Participation Faced by Native American Voters del Native American Rights Fund (NARF).
Innanzitutto, la loro partecipazione elettorale è difficile da individuare. A differenza di quanto avviene per le altre fasce di popolazione, l'Ufficio del Censimento degli Stati Uniti non riporta la registrazione degli elettori e l'affluenza alle urne specifica per i Nativi Americani, come vediamo nell’esempio di exit poll qui riportato.
Repubblicani e democratici
Nel 2021, il Presidente Biden ha creato l'Interagency Steering Group on Native American Voting Rights (Gruppo direttivo della Interagenzia sui diritti di voto dei Nativi Americani) per riferire sulle barriere che incontrano gli elettori nativi. Il Gruppo ha riferito che le comunità native americane non sono state salvaguardate, anzi sono state confinate o divise da linee distrettuali che diluiscono il loro voto o sono altrimenti discriminatorie. Nel novembre 2021, la legislatura del Nord Dakota, guidata dai Repubblicani, ha approvato una nuova mappa legislativa che separava i distretti della Camera di Stato nella riserva indiana delle Turtle Mountain e nella riserva di Fort Berthold, dove vivono le Tre Tribù Affiliate. Le tribù Turtle Mountain Band of Chippewa e Spirit Lake hanno intentato una causa federale sostenendo che la nuova mappa violava la legge del Voting Rights Act, confinando la banda delle Turtle Mountain - cioè concentrandola in un unico distretto elettorale per ridurre la sua influenza in altri distretti - e spaccando e dividendo la tribù Spirit Lake tra i distretti per diluire il suo potere di voto. “Un giudice conservatore ha ritenuto che si trattasse di una chiara violazione del Voting Rights Act”, ha detto De Leon. “E piuttosto che proteggere gli elettori nativi in caso di violazione, lo Stato ha fatto appello, cercando di bloccare il corso dell'azione invece di porre rimedio alla discriminazione”.
Tornando alla questione del voto per posta, sotto il governatore repubblicano Doug Ducey l'Arizona ha approvato una legge nel 2022 che richiede agli elettori di fornire una prova del loro indirizzo fisico. Come abbiamo visto prima parlando dell’esempio di Chilchinbeto nella riserva Navajo, circa 40.000 case non hanno un indirizzo tradizionale o un modo per dimostrare l'ubicazione della residenza. Con il sostegno del NARF, nel 2022 la Nazione Tohono O'odham e la Comunità indiana di Gila River hanno intentato causa presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per l'Arizona. Nel 2023, il tribunale si è pronunciato a loro favore, ritenendo che i requisiti di indirizzo violassero il diritto costituzionale di voto dei membri della tribù. In vista delle elezioni generali di novembre 2024, Semans ha detto che gli attivisti indigeni per i diritti di voto devono rimanere vigili. “Con questa nuova Corte Suprema, anche le sentenze che abbiamo ottenuto anni fa e che erano positive per noi potrebbero cambiare prima di allora. Le cose possono cambiare in un attimo”.
A chi andranno i voti dei Nativi Americani
Le preferenze di voto dei Nativi non sono certo scontate, anche se oggi attestano una maggioranza a favore dei democratici. Mi appello, come sempre, ai dati e alle statistiche. A prima vista, Trump non sarebbe certo da considerare un “amico” dei Nativi Americani, anche se alla fine del suo precedente mandato ha fatto per loro alcune azioni positive, come promuovere una task force per il grave problema delle “missing and murdered indigenous woman”.
Ma se leggiamo un comunicato stampa della Commissione degli Affari Indiani, egli è stato accusato di attentare alla sovranità tribale, oltre alle varie questioni su oleodotti che hanno violato le terre dei Nativi. Quindi, in generale, i democratici hanno riservato ai Nativi una migliore accoglienza politica, ad esempio eleggendo come Segretario degli Interni una donna nativa, Deb Haaland – peraltro molto in ombra durante il suo mandato.
I dati relativi alle prime elezioni in cui i Nativi Americani potevano votare sono scarsi. Spesso, ancora oggi, il voto dei nativi viene raggruppato negli studi demografici nella categoria “altro”, other (vedere foto exit polls 2016 e del 2020).
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