Scongiurata, almeno per ora, l’incredibile direttiva “vigile attesa e Tachipirina” imposta dall’AIFA. Una direttiva che avrebbe azzerato l’impegno dei pochi medici che, ancora oggi, effettuano visite a domicilio ai loro pazienti Covid. Merito del “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” e del suo presidente l’avvocato napoletano Erich Grimaldi. Un Comitato che, tra l’altro, tramite il suo omonimo Gruppo Facebook (320.000 membri in costante aumento) mette in contatto persone positive a tampone, familiari di malati Covid, medici, infermieri, psicologi... Il tutto attraverso un davvero efficace sistema di smistamento dei post garantito da una rete di moderatori.
Su questo e su altro abbiamo intervistato l’avvocato Erich Grimaldi.
"È evidente che senza una medicina territoriale i malati Covid continueranno a riversarsi negli ospedali con le conseguenze che è facile immaginare. Altrettanto evidente è che si deve permettere ai medici di fare il loro lavoro e cioè consentire ad essi di scegliere la terapia, senza irragionevoli preclusioni a farmaci che hanno già dimostrato la loro efficacia nel combattere il Covid."
Ad esempio?
"Ad esempio, l’Idrossiclorochina, un farmaco demonizzato nonostante la sua efficacia in fase precoce secondo la real world evidence e il conseguente inserimento nei protocolli di cura del Covid in moltissimi paesi. Contro l’Idrossiclorochina c’è stato un evidente ostracismo reiterato dall’AIFA anche dopo il reintegro di questo farmaco nella terapia anti-Covid suggerita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Dopo un’estenuante disputa innanzi ai giudici amministrativi, in data 11 dicembre 2020, il Consiglio di Stato accoglieva la nostra impugnazione, sospendendo la nota AIFA del 22 luglio 2020, riabilitando la possibilità di prescrizione del farmaco, se somministrato nei primi 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, restituendo libertà prescrittiva ai medici di poter agire, in scienza e coscienza, ai primi sintomi, secondo la propria esperienza clinica.
Tale principio, poi, veniva ribadito con l’ordinanza del 4 Marzo 2021 con la quale il TAR del Lazio ha accolto una successiva istanza cautelare, presentata da me e dalla collega Piraino, contro il Ministero della Salute e l’AIFA, per la sospensione dell’efficacia della nota AIFA del 9 dicembre 2020 che, incredibile a dirsi, prevedeva, nei primi giorni di manifestazione dei sintomi, unicamente una “vigile attesa” e la somministrazione di fans e paracetamolo. La sospensione delle citate note AIFA ha permesso alla Regione Piemonte di inserire nel suo protocollo cure domiciliari per Covid, anche l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella fase precoce della malattia, insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D.
Recentemente, c’è stato un incontro a Roma con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri al quale abbiamo chiesto di partecipare ad un tavolo di confronto per la revisione dei protocolli di cura domiciliare. Il dott. Sileri, poi, ha assicurato un prossimo contatto con Matteo Bassetti, DG di Agenas, per coinvolgere il nostro Comitato e, nelle more, abbiamo dialogato con gli assessorati alla sanità di altre Regioni, sperando che seguano l’esempio del Piemonte.
Intanto, per quel che può interessare, si è scatenato Roberto Burioni che, sui social è arrivato ad affermare che l’idrossiclorochina è roba da buttare nel cesso e che i medici del mio gruppo Facebook sono dissennati. Medici, me lo lasci dire, che rischiano andando a casa dei pazienti Covid; a differenza di tanti altri che stanno a pavoneggiarsi nei talk-show."
Come le è nata l’idea di costituire il gruppo Facebook?
"Nel marzo 2020 il panico per un virus, irresponsabilmente presentato come l’anticamera dell’obitorio, dissuadeva moltissimi medici di base - privi di qualsiasi indicazione terapeutica e timorosi di contagiare i propri familiari - ad effettuare visite domiciliari o ambulatoriali. I malati di Covid, quindi, dopo una specie di consulto telefonico, istituzionalizzato da una Circolare del ministero della Salute, quando i sintomi si aggravavano, venivano spediti in ospedali diventati dei lazzaretti e dove le infezioni ospedaliere (che già, “normalmente”, si portano via decine di migliaia di persone all’anno) certamente dilagavano. Lì, venivano “curati” senza che si sapesse – grazie ad un’altra Circolare del ministero della Salute che, incredibilmente, sconsigliava l’effettuazione di autopsie ai deceduti per Covid – dei trombi prodotti dal virus. I risultati di tali scelte sono sotto gli occhi di tutti.
A metà marzo, dunque, notando un anomalo rapporto, tra contagi e decessi, nelle regioni più colpite dal covid, nonché tra diverse province della medesima regione, intuivo che bisognava far dialogare i territori affinché si potesse creare un contenitore unico di informazioni sugli approcci terapeutici da adottare a domicilio, in fase precoce, ai primi sintomi, spesso senza neanche attendere l’esito del tampone, spesso tardivo. Per tali motivi, creai un primo gruppo Facebook, che si chiamava “#esercitobianco” ed attraverso moltissime dirette live, collegai medici della Lombardia, tra cui il gruppo di Andrea Mangiagalli e dei 150 medici in prima linea, con il prof. Luigi Cavanna di Piacenza, nonché con medici del Piemonte, come il professor Pietro Luigi Garavelli, direttore del reparto malattie infettive dell'Ospedale Maggiore di Novara, con medici del Veneto, della regione Lazio, Campania, Sicilia ecc..
Nel mese di aprile 2020, dunque, creai il gruppo #terapiadomiciliarecovid19 in ogni regione che, allo stato, conta come anzidetto oltre 320.000 membri e dove, dal mese di settembre 2020, migliaia di pazienti positivi sintomatici sono stati assistiti a distanza e/o in presenza da circa 1000 medici del gruppo, poi confluiti in un Comitato."
Le Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, per eseguire interventi al domicilio dei pazienti affetti da Covid su richiesta del medico di famiglia, pure istituite con un Decreto legge del 9 marzo 2020, stentano a decollare. Il suo gruppo Facebook sopperisce anche a questa carenza?
"Noi non vogliamo né possiamo sopperire alle carenze di un sistema sanitario che, per sbagliate direttive, ha dato e sta dando risposte assolutamente insoddisfacenti all’emergenza Covid. Comunque, la pagina Facebook è gestita da trenta persone da tutta Italia che anche di notte prendono in carico i post con le richieste e, attraverso la rete interna di chat su Whatsapp e Telegram, interpellano i professionisti disponibili a intervenire per ogni caso e li taggano sotto il post pubblicato. Il tutto avviene a titolo gratuito. In più stiamo intensificando le nostre relazioni con medici di tutto il mondo anche per far conoscere e fare integrare lo schema terapeutico approntato in questi mesi. Anche per questo è stato già tradotto in greco, portoghese, spagnolo, francese e inglese."
P.s. Un’ottima notizia che corona l’impegno del Comitato Terapie Domiciliari presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi: il Senato ha approvato (212 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti) un ordine del giorno che, sep-pellendo la nota AIFA del 22 luglio 2020, impegna il Governo ad aggiornare protocolli e linee guida per le terapie domiciliari di malati Covid.
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