"Epidemia virus respiratorio in neonati: ospedali italiani pieni. Se avete bimbi piccoli fate attenzione mi raccomando Questo virus non va preso alla leggera.” Nasce da questo post di Fedez la psicosi sulla “terribile epidemia” che, in assenza di un vaccino (come lamenta l’ineffabile Burioni), starebbe colpendo migliaia di neonati. E così innumerevoli genitori, davanti al primo colpo di tosse, portano i loro bambini negli ospedali congestionandoli; “notizia” ripresa e amplificata dai media che attestano così la gravità della situazione.
“Una malattia responsabile della morte del 5% dei neonati nel mondo” titolano i giornali, ma ben pochi dicono che, in Italia e nei paesi industrializzati, la bronchiolite o polmonite sinciziale è curabilissima. E, guarda caso, nessuno racconta chi in Italia abbia stroncato questa infezione che grazie all’arrogante ignoranza dei baroni della Medicina, aveva, nel 1979, ucciso 80 bambini in Campania: Giulio Tarro.
Su questa storia abbiamo già pubblicato l’articolo “Allarme epidemia tra i neonati. Ma perché nessuno vi parla di Giulio Tarro?”; qui lo intervistiamo su questo ennesimo allarme creato dai media.
<<I virus hRSV (Human respiratory syncytial virus) hanno un ciclo biologico di 4 - 5 anni, nel senso che a distanza di 3-4 anni si verifica il maggior numero di ammalati, com’è oggi. Le infezioni respiratorie provocate da virus di tipo influenzale, di cui fa parte anche il virus sinciziale, sono fenomeni di tipo stagionale che si ripresentano ogni anno, nei nostri climi in autunno, riempiendo i reparti di pediatria. Sono infezioni prevalentemente benigne che possono colpire anche il 50% dei bambini e che nella maggioranza dei casi si limitano ad un'infiammazione delle prime vie respiratorie che dura 5-7 giorni; in una percentuale minima di casi, l'infezione può estendersi ai bronchi ed ai polmoni e la malattia che allora si sviluppa può essere pericolosa. Nei paesi del Terzo Mondo questa fa stragi, non così in Italia e nei paesi industrializzati dove questa infezione viene affrontata efficacemente.>>
Eppure tutti i media stanno surrettiziamente collegando questa infezione al Covid parlando, ad esempio, di come i lockdown, l’uso della mascherina, il distanziamento sociale, diminuendo le infezioni respiratorie, abbiano abbassato l’immunità e anche…
<<Sono tutte sciocchezze. L’unico parallelo che mi sento di fare con il Covid è che l’epidemia da virus sinciziale del 1978-79 in Campania fu devastante per le cure sbagliate e per il panico creato dai media che determinò il riversarsi nell’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli di innumerevoli piccoli pazienti che sarebbe stato meglio se fossero stati curati a casa. Tra l’altro, temo che questa attuale psicosi, costellata dal rammarico che non ci sia ancora un vaccino contro i virus hRSV, sia finalizzata ad imporre ai bambini il vaccino anti-Covid. Una follia considerando che nulla si sa sugli effetti a media e lunga scadenza di questi vaccini e che i bambini non rischiano sostanzialmente nulla per il virus Sars-Cov-2.>>
Mi tolga una curiosità. Le fa rabbia che, nel battage dei media sul dilagare di bronchioliti e polmoniti sinciziali, nessuno abbia ricordato il suo ruolo nell’epidemia del 1978-79 in Campania?
<<Guardi, se oggi fossi stato uno dei tanti “esperti” che inneggiano ai vaccini anti-Covid, stia pur certo che questo ostracismo non ci sarebbe stato. Pazienza. Nel 1979, mettendomi contro quelli che allora si chiamavano i “Baroni della Medicina”, riuscii a fermare una strage. Oggi, spero ancora di potere fare qualcosa per fermare questa micidiale gestione dell’emergenza Covid.>>
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