REPORTAGE, Loretta Napoleoni - Trump o Harris? In uno swing state la politica è tabù

14 Ottobre 2024 07:00 Loretta Napoleoni


Prosegue il reportage di Loretta Napoleoni per mostrare ai lettori de l'AntiDiplomatico il ventre degli Stati Uniti prima delle elezioni presidenziali di novembre. Chi si fosse perso il primo trova qui il primo reportage:
Loretta Napoleoni - ELEZIONI USA: I "non votanti" invisibili al sistema


--------------------


di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico

Marinette, Wisconsin, 13 ottobre 2024

Arrivare da Chicago a Marinette, una cittadina tranquilla sulle coste del lago Michigan, al confine tra Wisconsin e Michigan, significa attraversare immensi campi di mais e grandi fattorie, un paesaggio agricolo tipico del Mid-West anche se siamo molto a nord ed ad est delle grandi praterie. Paradossalmente i cambiamenti climatici hanno reso questa terra piu’ calda e fertile, un tempo coltivare il mais a questa latitudine era difficile. Ed infatti siamo alla seconda settimana di ottobre e lungo il lago sembra ancora estate.




La politica è solo per i più coraggiosi...

Mentre guido su un nastro di asfalto che corre come una forbice lungo la tela gialla di campi e colline, mi danno il benvenuto cartelli colorati che promuovono Trump e Vance. Si comprano un po’ dovunque negli Stati Uniti prima delle elezioni, il partito li spedisce persino a chi non vuole pagare i pochi dollari del costo al dettaglio. Ne vendono di dimensioni diverse ma i colori di quelli repubblicani sono sempre gli stessi, blue, bianco e rosso, i colori della bandiera americana. La gente li pianta davanti a casa, non tutti lo fanno, naturalmente, soltanto i piu’ coraggiosi perche’ ormai dichiarare apertamente per chi si vota è spesso rischioso.

Questa è una nazione impaurita, non dalle stragi nelle scuole o negli shopping mall, ma dalla polarizzazione tra democratici e repubblicani che puo’ assumere, specialmente nei swing states, aspetti preoccupanti. Un po’ come il Covid ed i vaccini quando tra chi era a favore dei primi e chi contro si è scavato un canyon impossibile da scavalcare. Trump nel 2016 ha provocato la stessa reazione, la sua elezione e la sua presidenza sono stati un terremoto sociale che ha spaccato famiglie e comunità. Il risultato è stato tragico, parenti ed amici hanno smesso di frequentarsi; quando un tempo durante il tradizionale pasto di Thanksgiving, il giorno del ringraziamento, si discuteva animatamente di politica e si finiva a bisticciare su questioni familiare, adesso intorno ai tavoli ci sono tante sedie vuote.

Tutto cio’ spiega perche’ la maggior parte della gente ha paura di parlare di politica e solo chi non teme le reazioni si espone, ad esempio molti agricoltori del Wisconsin. E cosi’ lungo le distese di mais e fieno delle fattorie i cartelli a favore di Trump e Vance sembrano nuove colture politiche che crescono lungo i lati della strada. I democratici hanno piazzato alcuni cartelloni pubblicitari della Harris dove si dice che è dalla parte dei lavoratori. Ma sono poca cosa in mezzo alla fioritura di culture repubblicane, il Wisconsin e’ un swing state e questa parte dello stato e’ decisamente rossa.





La vera origine della spaccatura della nazione...


Anche Marinette è una roccaforte rossa, mi viene detto dal cameriere del bar dove mangiamo pesce e patatine fritte.

Quando gli chiedo cosa ne pensa delle elezioni mi dice che la situazione è pazzesca, ma non si sbilancia. Come ho sperimentato nel Bronx dieci giorni fa’, nei bar non si parla di politica né di religione. Martinette è una cittadina operaia ed anche un luogo di vacanza. Sul porto ci sono ancora diverse barche che a breve verranno tirare a riva perche’ qui d’inverno parte del lago si gela. Ma lungo tutta la costa occidentale ci sono fabbriche e terminale per caricare i minerali che arrivano dalle miniere dell’interno, principalmente dal Minnesota, e quello piu’ importante e’ il ferro e la Taconite che da questo deriva. E come i minatori della Iron Range del Minnesota hanno smesso di votare democratico perche’ si sono sentiti traditi da Obama, cosi’ gli operai delle fabbriche e dei terminali lungo il lago Michigan hanno fatto lo stesso per i medesimi motivi.



La popolazione locale del lago vive di queste industrie e del turismo estivo, spiega il proprietario di un negozio di antichità. È un anziano signore, ex militare, non mi dice dove ha servito ma e’ probabile che sia andato in Vietnam. Iniziamo a chiacchierare, e’ un pomeriggio tranquillissimo infrasettimanale, la cittadina e’ vuota ed anche il suo negozio e’ vuoto. E così finiamo a parlare di politica. “Questa e’ una nazione divisa, dove non si parla di politica perche’ tutti hanno paura delle reazioni degli altri. Un mio amico aveva un ristorante e nel 2016 si e’ schierato a favore di Trump, la sua clientela era quasi tutta democratica ed ha smesso di andare nel suo ristorante. Ha dovuto chiudere. E’ per questo che nei locali nessuno parla di elezioni,” sentenzia.

Lo incoraggio a spiegarmi cosa e’ successo, perche’ esiste questa profonda divisione? E lui mi risponde e si entusiasma, ho la netta impressione che abbia tanta voglia di parlare e che finalmente lo puo’ fare perche’ io sono una straniera. “E’ stato Obama a creare la prima spaccatura sociale, quella tra bianchi e neri che vivono gli uni accanto agli altri. Un presidente che aveva promesso di cementare l’integrazione e promuovere le multi-etnie ha finito per fomentare le divisioni. La sua e’ stata una politica discriminante, ma non apertamente a favore dei neri o a sfavore dei bianchi, la sua e’ stata una politica a favore dei migranti perche’ si voleva il voto dei latini, degli asiatici, di chiunque arrivava in questo paese. Ma non basta, durante Obama le diseguaglianze sociali degli americani sono cresciute, i neri si sono impoveriti come i bianchi, mentre i ricchi, tra cui i finanziatori del partito democratico e le celebrità hanno beneficiato delle politiche di Obama. i neri hanno sofferto piu’ dei bianchi perche’ si sono sentiti abbandonati dal primo presidente di colore. Io ho molti amici neri che non voterebbero mai il partito democratico per questo. Ed hanno ragione.”


L'ammonimento di Obama ai "fratelli neri"

Mentre chiacchiero con il proprietario del negozio di antiquita’ a Marinette, Obama fa’ un’apparizione a sorpresa a favore di Kamala Harris a Pittsburgh, in un altro swing state, la Pennsylvania, dove apertamente esorta i ‘fratelli’ neri a non essere sessisti ed a votare la Harris, lo fa con lo stesso tono con cui il preside della scuola ordina agli alunni di smettere di bisticciare durante la ricreazione. Un atteggiamento che ha suscitato grosse critiche tra i neri, specialmente nei swing states, tra cui il Michigan, a pochi chilometri da Marinette.

Nel 2020, nel Michigan gli uomini neri erano il 5 per cento dei votanti e l’88 per cento votò per Joe Biden, molti si sono chiesti perche’ a Pittsburgh Obama li ha ammoniti e gli ha detto di non essere sessisti, molti lo hanno preso come un insulto ed altri si sono sentiti messi all’angolo, perche’ esortare i neri ed ignorare i bianchi?

Il discorso di Obama, mi dice un distinto signore seduto al bancone accanto a me in un diner di Duluth, città natale di Bob Dylan, nel Minnesota, e’ strategico, vuole creare le condizioni per attribuire l’eventuale perdita della Harris al voto dei maschi neri. Ma non sarà cosi’, i neri tradizionalmente vanno alle urne con le loro donne, madri, moglie, figlie, non sono sessisti come afferma Obama ma sono sempre usati come capro espiratorio. Quello che dovrebbe fare, invece, e’ lanciare un messaggio di speranza non di critiche. Ma la Harris e’ debole tra i neri perche’ nessuno la conosce e non ha mai fatto nulla per loro ed e’ debole per gli stessi motivi tra i bianchi della classe operaia.

“Le ricordo,” conclude il mio interlocutore, “che Jesse Jackson, l’uomo che ha fatto piu’ di chiunque altro per far vincere Obama, disse che l’errore di Obama era di fare sermoni ai neri guardandoli dall’alto in basso, criticandoli, ed aggiungerei come se fosse un bianco. Il messaggio di Jackson si è perso, ma oggi ci si accorge che era giusto.”

Le più recenti da L'America sconosciuta

On Fire

Quello che ho visto durante la manifestazione per la Palestina del 5 ottobre

di Agata IaconoSono andata alla manifestazione per la Palesina a Roma il 5 ottobre. Volevo fare sentire anch'io la mia infinitesimale voce, presenza, vicinanza, al popolo palestinese dopo un anno dal più...

La strategia iraniana e il futuro del Medio Oriente - Alberto Bradanini ad "Egemonia"

di Alessandro Bianchi  La reazione dell'Iran ai crimini di Israele si è manifestata con 200 missili nella sera di martedì 1 ottobre. Decine hanno colpito obiettivi israeliani con Teheran...

"Tu e i tuoi colleghi siete troppo ottimisti". La risposta del Professore di Teheran che umilia il giornalista di Sky News

  Al giornalista di Sky news che gli chiedeva un commento sul "fallimento" dell'iniziativa iraniana del lancio di razzi contro Israele, il Professore di Letteratura inglese dell'università...

Emmanuel Todd a l'AntiDiplomatico: "Possiamo salvarci solo accettando la sconfitta della NATO in Ucraina"

di Alessandro BianchiIncontriamo Emmanuel Todd nella sede romana di Fazi, l’editore che ha pubblicato la versione italiana del suo bestseller “La sconfitta dell’Occidente”. Storico,...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa